“Il cancro è noioso”. Con queste parole dissacranti si concludeva l’ottava e ultima stagione emozionante di Dr. House (qui la nostra recensione Lo struggente, onirico, malinconico, bellissimo finale di Dr. House).
A pronunciarle, ovviamente, il nostro amatissimo Gregory House, rivolgendosi al preoccupato Wilson al quale purtroppo mancano pochissimi mesi di vita, cinque per l’esattezza.
A bordo di due motociclette fiammanti, House e Wilson si dirigono verso nuove e sconosciute avventure ma questa volta non più di carattere medico, bensì dedicate esclusivamente al puro divertimento.
Non per altro li vediamo partire assieme sulle note scanzonate di “Enjoy yourself” (per l’appunto, “divertiti”) nella versione originale di Louis Prima del 1949.
Quali sono le loro intenzioni? Come pensano di soffocare il pensiero della morte di Wilson? Riusciranno a dimenticarsi delle ingiustizie del mondo appannaggio della spensieratezza?
Noi crediamo proprio di si. Ed è per questo che abbiamo immaginato come Gregory House e James Wilson abbiano passato assieme gli ultimi mesi di vita dell’oncologo.
Dr. House e Wilson in viaggio per gli Stati
Senza badare a spese, senza considerare la naturale stanchezza del viaggio (i due non sono più giovincelli), senza farsi influenzare dalla terribile spada di Damocle del cancro, House e Wilson decidono di partire dal loro New Jersey e visitare gli Stati più vicini e facilmente raggiungibili.
Si parte tuttavia all’insegna della sobrietà, arrivando nello Stato della Pennsylvania. La prima scontatissima meta è Philadelphia.
Greg e James decidono di fare tappa in uno dei luoghi culto, per non dire sacri, di tutti gli Stati Uniti d’America: la State House. Qui, da decenni, è collocato il simbolo della patria e dell’indipendenza americana: la famosissima Liberty Bell, l’enorme campana crepata, storico monumento statunitense.
In verità House e Wilson, due personalità dotate di sconfinata cultura e insaziabile curiosità, avevano già visitato la Liberty Bell in passato, ma mai assieme. L’obiettivo di House è chiaramente quello di poterla toccare senza farsi notare dalle numerosissime guardie che la custodiscono gelosamente.
Tuttavia, vuoi i difficili rapporti recenti con la legge (solo pochi mesi prima House era uscito dal carcere), vuoi il poco tempo a disposizione, per evitare di cacciarsi ulteriormente nei guai, House promette a Wilson che si sarebbe comportato da adulto rinunciando alle pretese infantili.
Un giro al museo, un panino al pastrami, qualche simpatica foto. Tutto qui!
Davvero? Ovviamente no, perché House, inventandosi chissà quale frottola sul proprio conto e su quello di Wilson, riesce ad adescare due giovani turiste provenienti dalla Florida.
Costringendo l’oncologo a pagare loro la cena in uno dei ristoranti più costosi e rinomati della città, House prende appuntamento con le due incantevoli signorine con le quali faranno festa per tutta la notte.
Il giorno seguente House e Wilson si concedono un’abbondante colazione in pieno centro (questo viaggio sarà all’insegna, tra le altre cose, del cibo e dell’alcol).
Grandissimo fan di Rocky Balboa, House non sta più nella pelle; il culmine della giornata sarà la visita all’iconica statua del pugile. In verità, Wilson palesa una certa difficoltà a intraprendere le memorabili scalinate che Sylvester Stallone percorre nel suo celeberrimo allenamento, tuttavia, senza troppi brontolii, accompagna il fidato amico, felice come una Pasqua, per tutta la giornata anche perché, diciamocelo chiaramente, questo è solo l’inizio.
Philadelphia comincia ad andare stretta, sta annoiando, non offre di più di quello che avrebbero potuto desiderare; va cambiata destinazione.
New York sarà la loro nuova ostrica.
Gita nella Grande Mela
Giunti in tarda serata House e Wilson hanno appetito. Una steakhouse è proprio quello di cui hanno bisogno.
“La carne rossa mi farà male?”, ironizza Wilson di fronte a quasi un chilo e mezzo di una succulenta bistecca cotta al sangue.
Al tavolo di fianco, due ragazze bellissime vestite in stile cowgirl urlano per ogni benedetto brano selezionate dal jukebox automatico del locale. Gregory con le donne ha sempre avuto il tocco magico e, non si sa come né perché, Dakota ed Elisabeth si siedono al tavolo dei due dottori.
Rivelatesi molto interessanti e stimolanti Wilson, il più tenero e romantico dei due, inizia a mostrare segni di cedimento: Dakota, in breve tempo, ha rubato il suo cuore.
Poi la serata continua: hotel a cinque stelle, fiumi di champagne e tanto altro. Chi lo avrebbe mai detto che Wilson, la storica coscienza dell’incontenibile Dr. House nella serie, sarebbe passato al lato oscuro.
Tra uno spettacolo e l’altro, House che strimpella il suo bastone come fosse una chitarra e i deliri di onnipotenza di un Wilson in stato di grazia, la notte trascorsa resterà tra le più indimenticabili della loro vita.
I due si svegliano nel tardo pomeriggio con un cerchio alla testa assurdo.
“Facciamo in modo che ogni settimana che ci resta assieme sia leggendaria”, dice House a Wilson davanti a un pancake gigante strabordante di sciroppo d’acero. “Cosa vuoi fare stasera?”, domanda Greg all’amico.
“Sono stanco, voglio riposarmi”, risponde un arrendevole Wilson.
Party, festini e decisioni fuori controllo vengono così rimandate ai giorni successivi.
La vacanza nella Grande Mela continuerà tra qualche toccante e suggestiva visita ai musei, giri in elicottero e molteplici abboffate.
Dr. House e Wilson, un legame indelebile.
A seguito di una gara di hamburger, alla quale House e Wilson accettano di partecipare sulla richiesta insistente e provocatoria di due improbabili camionisti, Greg non si sente molto bene. Del resto sei hamburger da circa duecento grammi ciascuno sono troppi anche per un tipo come lui, abituato da sempre agli eccessi e al superamento dei propri limiti.
Il legame tra House e Wilson non è mai stato così forte. I ruoli sembrano essersi persino invertiti. James ha deciso di vivere le ultime settimane della propria vita senza alcun freno inibitorio; House invece alterna momenti di sfrenata goliardia ad attimi di profonda tristezza e commozione per l’imminente scomparsa del suo migliore amico.
Nel bene e nel male, Wilson ha rappresentato per House l’unica certezza della sua vita, assieme alla passione per la medicina. James gli è sempre stato vicino, dalla perdita della gamba alla parentesi di follia determinata dalla dipendenza da Vicodin, dal rapporto travagliato con la Cuddy fino ai problemi con la legge (potrebbe interessarti 15 cose che hai pensato dopo aver visto l’ultima puntata di Dr. House).
Andiamo a Las Vegas, baby
House è eccitato più del solito. Si è svegliato con una sola idea in testa.
Dal canto suo Wilson sa bene che, pur opponendosi con tutte le sue forze, non avrà mai la meglio sul prodigioso diagnosta.
House ha già comprato i biglietti aerei (sorvoliamo su come sia riuscito a ottenere un passaporto falso). Si parte per Las Vegas.
I due ci rimarranno per due settimane, spendendo cifre da capogiro. Se ne andranno oltre cinquantamila dollari tra cene luculliane giocate d’azzardo e tanto altro. Non fosse altro però che House al blackjack è un caimano. Sbanca il banco in più di un’occasione gratificando oltremodo il proprio ego, già gigantesco.
Costume da bagno rutilante, sigaro cubano stretto tra i denti e occhiali da sole anni ’70; questo l’abbigliamento mattutino di House a bordo piscina.
Più decoroso invece il look di Wilson: camicia di lino, mocassini e pantaloncini bianchi.
“Sembri un inserviente della piscina, sei ridicolo”, lo prende in giro House che nel frattempo nega a Wilson persino la protezione solare, “un altro cancro alla pelle, cosa vuoi che sia a questo punto?”.
La coppia più bella del mondo non ha nulla da perdere. Uno in fin di vita, l’altro dichiaratosi ufficialmente morto con tanto di veglia funebre.
House sembra un bambino al parco giochi. Wilson il suo amichetto che lo seguirebbe in capo al mondo. Dopo una gargantuesca abboffata di granchi e aragoste, i due medici sono pronti a sfidare la sorte.
I modi a dir poco esibizionisti di House attirano le attenzioni di tutti. Wilson se la ride, sa già come andrà a finire.
L’uomo è felice come non mai e ringrazia House per aver sacrificato il suo tempo e la sua “vita” per stargli vicino negli ultimi momenti della sua esistenza.
Con i giochi dominati dalla fortuna come la roulette, Wilson è un disastro. Se la cava egregiamente col poker dove riesce persino a superare in finale l’astutissimo House, vero e proprio asso del texas hold’em.
“Ti ho fatto vincere, stai morendo, mi fai pena”, dichiara stizzito Greg all’amico. Ma non è vero, udite udite, House ha perso sperando che un tris potesse bastare.
In una notte di bagordi, Wilson decide di farsi persino un tatuaggio. House invece rifiuta di farsi timbrare la pelle; un simbolo indelebile sul proprio corpo avrebbe riportato alla luce i bei momenti vissuti con Wilson e persino una scorza dura come lui non avrebbe tollerato un così forte dolore: il ricordo dell’amico scomparso.
Il tatuaggio di Wilson invece è tremendamente pacchiano: un teschio che vomita delle pillole ascritto nella bandiera del Nevada. La mattina seguente se ne pentirà amaramente.
Tornati nel New Jersey, a circa un mese dall’inizio della loro ultima vacanza assieme, Wilson cade svenuto nel bagno di un night club.
Contestualmente House sta cantando “Something in the way” dei Nirvana sul palco adibito al karaoke.
Giunti in ospedale emerge un dato agghiacciante, seppur prevedibile: le condizioni di salute di Wilson si sono aggravate repentinamente.
Quasi in punto di morte Wilson chiede ad House un ultimo favore, un ultimo gesto di follia da condividere assieme: “Voglio gettarmi col paracadute, l’ho sempre desiderato, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo”.
House, che prima fissava il vuoto disperato, annuisce come solo lui è in grado di fare. I suoi occhi parlano da soli.
Durante la lunga degenza in ospedale House si diverte a curiosare in giro dispensando preziosi suggerimenti ai medici più giovani e inesperti sui casi più complicati. Che ci crediate o no, ne risolve persino un paio diagnosticando una Sarcoidosi e una Wegener.
Dimesso Wilson, House organizza immantinente il suo ultimo desiderio.
Da circa duemila metri di altezza i due sono pronti a buttarsi nel vuoto. Wilson è visibilmente agitato; vomita persino. “Non è il cancro tranquillo, è solo che me la sto facendo sotto”, dichiara all’amico House.
La botta di adrenalina è devastante. Il volo sembra non finire mai. Il sorriso di Wilson, librato in aria, è la cosa più bella e appagante che House abbia mai visto in vita sua.
I paracadute si aprono, l’atterraggio è leggero, il divertimento è alle stelle.
Per cena opteranno per un ristorante italiano. A fine serata James ringrazia Gregory che gli tende la mano. “Mi mancherai”, dichiara un inedito e commosso dr. House. Sorpreso e sopraffatto dall’emozione Wilson risponde con un semplice e ironico “lo so”.
Ci fermiamo qui, nella speranza che la dipartita di Wilson avvenga serenamente. Cosa ne sarà invece di Gregory House, uno dei migliori personaggi televisivi degli ultimi decenni, lo lasciamo decidere alla vostra immaginazione.