Dr. House sarebbe stato diverso senza Lisa Cuddy? La serie (che puoi trovare qui in streaming su Prime) e il personaggio potevano evitare il destino della loro storia sbagliata? Ma soprattutto noi, il pubblico affezionato alla serie, come abbiamo fatto a crederci? Alla ventiduesima puntata della sesta stagione anche gli sceneggiatori hanno ceduto a loro stessi, alla tentazione di dimostrare che il Dr. House ha un cuore e sa usarlo. Il titolo dell’episodio (Aiutami) è la bandiera bianca che Gregory House innalza, per sconfiggere la sua dipendenza, davanti alla donna che ha sempre tentato (inutilmente) di contenere la sua anarchia, cercando di far valere il suo grado. Bastano 15 episodi della settima stagione perché questa relazione volga al termine.
Più di cento episodi per creare la strana ma perfetta chimica tra i due fatta di ironia, rabbia, indulgenza ma soprattutto del fatto che nessuno dei due protagonisti si prendesse sul serio. Un elefante nella stanza che a volte si sposta all’occorrenza a volte è meglio ignorare come un soprammobile un po’ ingombrante che ti chiedi come sia finito lì. “Il Dr. House” e “la Cuddy” nei loro faccia a faccia non perdono mai di vista Gregory e Lisa, questo più della tensione sessuale è il segreto della loro chimica che li porterà ad avere un posto nella lista dei 20 baci più iconici nella storia delle Serie TV. Lisa intravede il mondo emotivo di Gregory che sa bene che l’autorità della dottoressa nasconde più di una fragilità.
Train in the distance
“And in a while, they fell apart, it wasn’t hard to do, everybody loves the sound of a train in the distance, everybody thinks it’s true” (Train in the Distance, Paul Simon). In poco tempo si sono divisi, non è stato difficile e il ritmo dei loro cuori è diventato come il suono delle ruote del treno sulle rotaie mentre si allontana e diventa un rumore indistinto. Anche per il Dr. House e Lisa Cuddy è andata così. Le storie che si allontanano, gli amanti che diventano estranei, si perde di vista da dove si è partiti e resta solo l’immagine sfocata dalla distanza.
Prima che il treno di Dr. House e Cuddy si fermasse nella stazione delle possibilità e aprisse la prima sliding door avevamo già immaginato che qualcosa sarebbe successo tra di loro. Capita con i personaggi che vogliamo che continuino a stuzzicarsi con battute brillanti e taglienti. Lo pensavano anche i membri del Team di Dr. House assieme al suo fedele e unico vero amico Wilson, la sua bussola, la sua cartina di tornasole nei confronti dei sentimenti di Lisa Cuddy.
“Two disappointed believers, two people playing the game, negotiations and love songs, are often mistaken for one and the same”
Trattative e canzoni d’amore spesso si confondono. Dr. House crede che l’amore tra uomo e donna sia sempre condizionato da aspettative, pretese, proiezioni, regole sociali e quant’altro. Solo Wilson con la sua amicizia dà prova di un legame incondizionato che non si arrende davanti a nulla e accetta anche la parte più oscura e nascosta dell’altro (qui abbiamo parlato del loro rapporto nella serie). House forse inconsciamente avrebbe voluto che le condizioni poste dalla sua relazione con Cuddy si disgregassero e non lo facessero sentire in obbligo di cambiare, migliorare.
Dr. House non è nato per le trattative, la sua genialità non glielo permette. È un personaggio complesso, ostico che nelle ultime due stagioni riesce a tirare fuori il peggio di sé eppure c’è più di una cosa che ci manca di Dr. House (qui ve ne abbiamo date ben 7), a riprova che i sostenitori più accesi sono capaci di legami incondizionati.
Dr. House e Lisa Cuddy non hanno avuto la possibilità della seconda chance
E se Lisa Edelstein non avesse lasciato la serie avrebbe dato una seconda chance a Cuddy e House? La loro storia potrebbe essere sbagliata solo per un vizio di forma, per non avere avuto il tempo di trovare una formula capace di non snaturare il genio e la sregolatezza di Dr. House mantenendo tutta la brillantezza e profondità del rapporto con Lisa Cuddy. Sappiamo che nelle serie tv non sono solo i creatori a decidere la narrazione. Forse Gregory e Lisa non si sono mai effettivamente conosciuti. Uno impegnato dalla e nella sua pazzia rivoluzionaria da insuperabile diagnosta, l’altra presa a costruirsi barriere, fossati, mura tutto intorno la sua dimensione donna. Hanno lasciato l’incombenza della conoscenza ai loro uno, nessuno, centomila come da prassi nel nostro metaverso sociale.
Lisa, non Cuddy, è quella che chiacchiera amabilmente coi suoi ospiti nel salotto di casa poco prima che Gregory, non House, lo sfondasse con la macchina. L’elefante nel salotto è diventata una macchina che obbliga tutti ad essere vista. Eccomi, sono io, Dr. House, Gregory. Volevo questa donna e non sono stato capace di trattenerla e so che non ho una seconda chance. Quello che vede House è una Lisa che cerca il contatto umano, vuole un nucleo di affetti. Gregory si sente esattamente dov’è, dall’altra parte del vetro. La sua rabbia è contro se stesso, lancia la macchina contro le sue incapacità. Fuori dai riflettori Gregory si crea per proprio conto non una seconda chance ma l’ultima, stare accanto al suo amico Wilson per il tempo che gli rimane.