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No, Dracula non è la nuova Sherlock

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Quando Steven Moffat e Mark Gatiss hanno iniziato a scrivere per BBC One un adattamento di Dracula, tratto dal celebre romanzo di Bram Stoker, tutti noi abbiamo immaginato di trovarci di fronte a una nuova Sherlock. Anche perché Dracula, distribuito in Italia tramite Netflix, ha tutte le caratteristiche per sembrare una serie tv capace di attrarre tutti quelli che, come noi, dal 2017 sono in astinenza dall’investigatore londinese. Non è un caso che, nella prima puntata, Agatha (uno dei personaggi principali della serie) strizzi l’occhio allo spettatore nominando un suo amico che è proprio investigatore a Londra.

Ma Dracula è davvero la nuova Sherlock?

Sicuramente la serie tv targata Moffat e Gatiss sembrerebbe averne le caratteristiche, almeno a un primo sguardo superficiale. Nei primi due episodi, Dracula è una classica rivisitazione dell’opera originale nella quale vengono presentati i personaggi in un nuova chiave. In entrambi i casi ci troviamo in un’Europa di epoca vittoriana dove il protagonista cerca di trovare nuovi stimoli. Nell’ultimo episodio invece lo vediamo trasportato in un contesto contemporaneo, quasi surreale, che ha destato non poche critiche da parte del pubblico.

Dracula

Non è difficile capire perché tutti abbiamo pensato che Dracula potesse essere la nuova Sherlock. Innanzitutto hanno una struttura narrativa identica, composta da tre episodi di novanta minuti ciascuno, con una forte impronta investigativa. Agatha è un personaggio molto simile a Sherlock per certi versi, il cui unico scopo non è sconfiggere il vampiro ma comprenderne l’esistenza. Oltre a questo, il filo che lega le due serie si rafforza nell’ultimo episodio in cui Dracula viene catapultato nel nostro presente. A dire il vero, Sherlock è ambientata nel XXI secolo, mentre la storia di Dracula si conclude con esso.

Steven Moffat e Mark Gatiss, che sono il vero anello di congiunzione tra le due opere, ci regalano ancora una volta una serie dai tratti moderni avvolti da una poetica aria letteraria grazie a due personaggi che si sposano perfettamente con il loro stile.

Entrambe le serie hanno un protagonista forte e tremendamente intelligente, ma anche vittima della noia.

Se Sherlock è un uomo votato alla verità, il cui obiettivo è risolvere dei casi intricati, Dracula è un personaggio ambiguo, sulla cui sessualità hanno fatto chiarezza anche Moffat e Gatiss, ma che non riusciamo a comprendere fino alla fine. Anzi ci affascina e ci trascina nella sua storia.

Questi due protagonisti, che apparentemente potrebbero essere simili, sono molto diversi tra loro. Sherlock trova soddisfazione nell’affrontare ogni volta delle nuove sfide e delle nuove nemesi, che devono essere costantemente al suo livello. Dracula, invece, è concentrato su se stesso e non ha un vero interesse nella sfida. Perfino Agatha rappresenta per lui solo una distrazione o una semplice compagnia. La verità è che il vampiro di Moffat è un uomo annoiato che cerca di trovare risposte nella morte e nella realizzazione del suo piano di diventare padre.

Nella strutturazione dei personaggi si concretizza la sostanziale differenza tra le due serie tv.

Dracula diventa un’opera autoconclusiva, che difficilmente avrà un seguito, a differenza di Sherlock, che era diventato un vero e proprio appuntamento fisso. Soprattutto considerando che l’ultima puntata della serie Netflix ha una struttura completamente diversa sia dalle sue puntate precedenti sia da Sherlock stesso. In molti non ne hanno apprezzato la complessità ma è la chiave di volta per comprendere il vampiro nella sua essenza. Di cosa ha davvero paura Dracula?

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Nelle prime puntate noi tutti temiamo questo personaggio così oscuro e crudele. A differenza delle storie sull’investigatore londinese, ci troviamo di fronte a un dramma dalle tinte horror. Dracula ci appare, quindi, come una figura imperturbabile che vive semplicemente per soddisfare il suo ego e il suo appetito. Non ci viene mai nemmeno in mente che possa essere attanagliato da dubbi o paure, sebbene spesso dimostri un’insolita sensibilità o curiosità. Basti pensare a quando vuole vedere il sole, come se in tutta la sua vita non avesse mai messo gli occhi su di esso. Ma ancora più forte è la sua volontà di diventare padre, di recuperare nella non-morte un’apparenza di vita.

In conclusione, sicuramente Dracula non è la nuova Sherlock perché, seppure ne abbia i tratti generali, il suo cuore batte a una velocità diversa.

Sherlock è una serie in cui ogni episodio conduce a un filo comune che lega l’investigatore a una mente criminale molto simile alla sua. Dracula invece vive nella rivelazione finale, in quel momento si realizza quanto nella storia sia egli stesso la sua unica vera nemesi e Agatha ne rappresenti solo il momento in cui ne prende effettivamente coscienza.

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