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Dragon Ball Daima si può definire una delle migliori retcon mai esistite?

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Toriyama non poteva lasciare questa terra senza aver prima donato ai suoi fan un ultimo regalo. Il creatore di Dragon Ball ha prestato il suo contributo per la realizzazione di Dragon Ball Daima come se desiderasse spargere il suo testamento tra i milioni di seguaci del suo indimenticabile universo narrativo. O un ultimo saluto a tutti quelli che lo hanno seguito proprio fino alla fine.

Quel testamento si apre con una lettera d’amore: Dragon Ball Daima si riallaccia agli eventi accaduti immediatamente dopo la sconfitta di Majin Bu da parte dei guerrieri Z (sapevate che potete guardare la saga su Prime Video?). Un po’ come se volesse dire al pubblico che non esiste solo Dragon Ball Super, e un po’ come a voler urlare al mondo intero che l’universo legato a Goku e compagni non smetterà mai di dire qualcosa, Toriyama torna alle origini.

Con Dragon Ball Daima si torna alle origini fin dal prologo, uno straordinario ponte tra i fatti narrati nell’universo Z e questo nuovo arco. Attraverso una carrellata di immagini e scene di cui ricordiamo persino le briciole, Dragon Ball Daima ci mostra i migliori combattenti di Goku e compagni contro l’indomabile Majin Bu, dal suo arrivo sulla terra alla maestosa sfera Genkidama.

Ma qual è il pretesto affinché si possano rivivere le scene indimenticabili di Dragon Ball Z? Toriyama non sta solo giocando con la nostra vena nostalgica ma si serve di quei momenti per impostare l’inizio di Dragon Ball Daima.

Di cosa parla Dragon Ball Daima?

una scena di dragon ball daima insieme a goku
Credits: Netflix

Dragon Ball Daima si apre infatti nel Regno Demoniaco, dove il nuovo e malvagio sovrano Gomah osserva, insieme a noi e al suo braccio destro Degesu, il ritorno di Majin Bu sulla Terra e la battaglia con i Guerrieri Z. Gomah, desideroso di comandare il mondo, pensa che Goku e compagni possano arrivare anche nel Regno Demoniaco e sconfiggerlo, proprio come hanno fatto con Majin Bu. Preoccupato della straordinaria potenza dei Saiyan, il sovrano decide di farsi aiutare dalle sfere del drago per evocare un desiderio: ringiovanire i protagonisti di Dragon Ball Z (qui potete scoprire come funisce) così da renderli “meno forti”.

I primi quattro episodi della nuova storia legata all’universo di Dragon Ball ci portano a spasso nei mondi demoniaci in compagnia di Goku e compagni, pronti a lottare contro Gomah e a impadronirsi della loro reale identità. Se per uno sprazzo di tempo i più possano aver pensato di trovarsi catapultati in un’ambientazione simile a quella di GT, Dragon Ball Daima ci mette pochissimi secondi a elencare i suoi punti di forza e diversità.

Innanzitutto, Dragon Ball Daima si presenta come un’opera canonica e voluta fortemente da Toriyama, principale responsabile della sceneggiatura e dei disegni fino al giorno della sua morte. Nei primi quattro episodi della serie animata, si percepisce la volontà dell’autore di consegnare al suo pubblico una storia a cui piace essere divertente e spensierata, ma al tempo stesso brillante quando si tratta di scendere sul campo di battaglia.

Nuovi mondi e personaggi da scoprire

Goku riprende il suo bastone Nyoi per sfidare Gomah e i mostri dei Regni Demoniaci. Ed è proprio questo un altro valore aggiunto di Dragon Ball Daima: la caratterizzazione dei Regni. Toriyama ha creato una serie di zone oscure in cui non eravamo mai entrati prima, capaci di farci vedere un’altra parte dell’universo di Dragon Ball. In questi luoghi incontriamo creature nuove, popolazioni antiche e tradizioni da scoprire. Ma come si entra in questi luoghi così lontani dalla Terra? Il custode dell’entrata è una creatura mastodontica che permette l’accesso a quest’anticamera della Terra attraverso la formulazione di una parola chiave, una sorta di password.

In Dragon Ball Daima scopriamo che in realtà ci sono tre sotto-regni all’interno del grande Regno Demoniaco, e in cui ci sono diversi abitanti a seconda del luogo. Soltanto il terzo mondo ospita la dimora del Re dei Demoni, colui che governa il caos e la luce, ma anche le tenebre e i segreti più oscuri. Toriyama ha regalato ai suoi fan nuove zone da esplorare, ricche di fascino e mito, e al tempo stesso di personaggi unici e mai visti prima.

Questo nuovo arco narrativo sta funzionando alla grande perché ci ha donato -fino a questo momento-una versione di Goku molto simile a quella conosciuta nella primissima storia dedicata al mitico eroe Saiyan, quella in cui il nostro compagno faceva i conti per la prima volta i suoi poteri e le sue capacità extrasensoriali. Anche in Dragon Ball Daima – costretto dal suo ridimensionamento fisico – Goku impara a gestire le sue forze e le sue tecniche come quando tutto è iniziato.

Un ponte con il passato, uno sguardo al futuro

goku torna ragazzo in dragon ball daima
Credits: Netflix

Dragon Ball Daima ci sta inoltre consegnando rivelazioni tanto importanti quanto necessarie dal punto di vista della continuità: nella prima puntata scopriamo la causa della dissoluzione della fusione di Goku e Vegeta nel corpo di Majin Bu. Scopriamo infatti da Shin e Kibito che Bu genera una sorta di gas interno che porta allo scioglimento della fusione. Altra notizia importante donata al pubblico è quella relativa all’identità di una serie di personaggi, tra cui Degesu. Dragon Ball Daima ci dice che Degesu, spalla destra e burattino del malvagio Gomah, è in realtà il fratello di Kaiohshin dell’Est. I due fratelli, posti all’opposto su una scacchiera in movimento, sono pronti a darsi battaglia in nome di ideali diversi.

La storia legata al nuovo e piccolo Goku ha portato una ventata d’aria fresca nell’universo creato da Toriyama, staccandosi completamente dal tipo di narrazione a cui siamo stati abituati da Super. Volendo concentrarsi su ciò che è accaduto dopo l’era di Majin Bu, la nuova storia legata a Goku e compagni ci dona un affresco diverso sui personaggi a cui siamo stati abituati nel corso del tempo da Super. Ritornano l’ironia e i dialoghi senza senso del primo Dragon Ball, e ritornano anche quasi tutti i personaggi di Z, quelli che ci hanno fatto toccare con mano la vulnerabilità felicità.

Grazie a Dragon Ball Daima siamo tornati finalmente a casa

Non ci sono super trasformazioni che fanno sobbalzare dalla sedia, e non ci sono – per ora – tutti quei concatenamenti narrativi portati avanti da Dragon Ball Super. In Dragon Ball Daima c’è una storia semplice in cui Goku e compagni tornano a fare quello che hanno fatto per tutta la vita: sognare, divertirsi e lottare fino allo sangue contro i nemici. In Dragon Ball Daima torna quel commovente quadro di amicizia a cui abbiamo guardato con ammirazione nel corso degli anni, lo stesso per cui abbiamo sperato che il nostro migliore amico fosse proprio Goku.

A poco più di quattro episodi dalla prima messa in onda, non sappiamo con certezza se Dragon Ball Daima sia una delle migliori retcon mai esistite, se per retcon si intende uno strumento con cui si fanno i conti per modificare eventi e situazioni descritte in precedenza e adattarle a nuovi sviluppi della storia, ma sappiamo con certezza che Dragon Ball Daima funziona e funzionerà alla grande, al netto di qualche errore di continuità e sbavature tecniche. Intanto siamo tornati a casa, dopo Dragon Ball Super. E quanto ci sei mancato, maestro Toriyama (qui potete leggere il nostro saluto al creatore di tutto questo).