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La scena in cui Vegeta si sacrifica per Trunks e Bulma è una delle cose più commoventi mai viste in Tv

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A Vegeta venne in mente Goku nell’attimo prima di morire. C’era Goku nei suoi pensieri quando è atterrato sulla terra per la prima volta, e c’era Goku negli attimi che precedono il buio più totale del sacrificio. Vegeta, che in quel momento aveva di fronte Majin Bu, la minaccia più grande del mondo, non vedeva altro che Goku, l’ombra di chi gli è stato sempre un passo avanti e il valore di un Sayan forte almeno quanto lui. Nella versione originale del manga e in una delle pagine più commoventi di DragonBall, l’ultimo addio di Vegeta è rivolto proprio a Goku, un saluto che sancisce la benedizione di un rapporto straordinario e la chiusura di quella che avrebbe dovuto essere la vera fine di un meraviglioso arco narrativo di DragonBall. Se Goku ha avvelenato l’esistenza di Vegeta con la sua precoce sicurezza e il suo primato su ogni aspetto della vita – come ha detto lo stesso principe dei Sayan – Vegeta si sente pronto e altrettanto sicuro per sistemare le cose anche a costo di giocarsi la vita, e anche a costo di sottomettersi a un destino che lo mette KO come un pugile sul ring. Sacrificarsi contro Bu significa dimostrare di essere all’altezza – sacrificio significa essere ricordato come il pezzo migliore all’interno di un puzzle, come quello che dà vita al disegno finale.

Il sacrificio di Vegeta è uno dei momenti più toccanti di DragonBall

La scena in cui Vegeta si sacrifica per uccidere uno dei nemici più temibili di Dragon Ball è il manifesto di un personaggio atipico, il percorso di un principe che da sanguinario, individualista e ossessionato dal potete diviene artefice della salvezza collettiva, un bastone a cui appoggiarsi per continuare a passeggiare nei pianeti di DragonBall senza paura. In questa decisione risiede tutta la forza di un uomo sprezzante del pericolo e libero da ogni regola, un guerriero pronto a sacrificarsi in nome di chi lo ha sempre amato, su tutti il suo amore di sempre Bulma e il piccolo Trunks. Dragonball porta in scena una delle scene più commoventi di sempre, e la rappresentazione di un’evoluzione bella e lucente come una stanza buia che cambia improvvisamente quando si apre una finestra che filtra solo luce. Il paradosso più grande riguarda la maledizione di Babidy, uno strumento che avrebbe dovuto rendere Vegeta più freddo e cinico, ma che alla fine fa emergere il suo lato più umano e toccante di fronte a chi, come Crilin, cambia completamente idea su Vegeta: anni prima lo voleva ammazzare con tutte le sue forze, mentre da quel momento si preoccupa di lui come una mamma con un figlio. E allora Crilin diviene tutti noi nel momento in cui il nostro giudizio su Vegeta cambia completamente in nome di un sacrificio che ricordiamo, ancora oggi, come uno dei più importanti all’interno del grosso panorama dei manga.

Un valoroso guerriero sta rischiando la sua vita nel nome dell’amore e dell’amicizia…il suo nome é vegeta, il fiero principe dei Sayan”

Le parole del commentatore si legano ai nostri silenzi mentre le urla di Vegeta spezzano i rumori del mondo, e mentre la salvezza dei personaggi di DragonBall passa proprio nelle mani del Principe Dei Sayan. Vegeta smorza cinismo ed egoismo per dare spazio a tutti i suoi contrari, amore e altruismo su ogni altro sentimento, e su ogni onda energetica o sfera che possa annientare i nemici. Vegeta non sopportava che Goku si fosse sacrificato per lui contro Cell a tal punto da voler pareggiare i conti con un sacrificio ancora più grande, un’azione significativa e triste per sentirsi uguale al suo rivale di sempre – per sedersi al tavolo dei vincitori. Mentre le urla si confondono con l’aura gialla, Vegeta passa in rassegna tutta la sua vita, i momenti che lo hanno reso un vincente e le persone che lo hanno amato più di ogni altro membro della famiglia di Dragon Ball. Sono proprio quelle persone i destinatari del gesto di Vegeta, coloro che, donandogli bene, hanno coperto le sue grandi ferite come un cerotto pronto a lenire i danni. Il saluto a Bulma e Trunks non è il classico saluto a chi si sta per lasciare per sempre, ma un inno ai sentimenti che ci hanno aperto il cuore durante il nostro percorso di vita, o a chi ci è stato accanto anche a costo di abbracciare i nostri limiti. Avrei preferito che l’arco dedicato a Majin Bu si chiudesse proprio con questo sacrificio, e che quel sacrificio fosse servito veramente a uccidere Bu per rimarcare ancora di più la grandezza di un gesto così importante da parte di Vegeta.

Nei pochi minuti che precedono la scena e come un vecchio giradischi a cui chiediamo conforto prima di un momento difficile, Vegeta chiede scusa a Trunks per non esser stato un buon padre e per non aver mai mostrato segni d’affetto nei confronti del figlio. Dopo queste parole così toccanti, Vegeta abbraccia Trunks prima di stenderlo a terra con un colpo alla testa: Il principe dei Saiyan sa che quello che ha appena fatto era l’unico modo per salvare suo figlio, per tenerlo lontano da Majin Bu e dalle sue trasformazioni, ma soprattutto – a mio avviso – per non farsi vedere nel momento in cui sta per compiere un sacrificio che lo avrebbe annientato e ridotto in polvere. Dopotutto, l’orgoglio, per Vegeta, è come un fratello maledetto e, per tutta la saga di Dragonball Bulma ci ha sussurrato che Vegeta non è un semplice Sayan ma il principe dei Sayan, e la scena di cui vi stiamo parlando non fa che ribadire questo concetto. Questa forza. Questo orgoglio.

C’è sempre stato Goku nei pensieri di Vegeta, e forse in quel “mi sacrificio per tutte le persone a cui voglio bene” c’è anche Kakarot. C’è di sicuro la bellezza di un rapporto a cui hanno entrambi pensato per tutta la vita, anche nel momento in cui la vita si fa da parte per lasciare spazio alla morte. C’è, al di là di ogni altra cosa, una scena che ricorderemmo per sempre e tutto il bagliore di un personaggio a cui ci siamo riferiti per ammettere che nella vita non si finisce mai di imparare. Anche poco prima del buio.

Lo farò per Bulma e per il piccolo Trunks. Per chi mi ha voluto bene”