C’è un universo che definire “costellato di nemici” può avere un valore perfino letterale, e non metaforico.
Questo è l’universo di Dragon Ball, il costrutto di Akira Torjiama che ha introdotto per la prima volta nei pomeriggi di noi curiosi pargoli una disputa più vecchia del tempo: quella tra bene e male.
In questo teatro di nemesi che si succedono inspiegabilmente in crescendo di potenza (è una delle tante cose che non capiremo mai di Dragon Ball, alcune di queste elencate anche in questo articolo), ce n’è stata una che ha esasperato la forza dei nostri protagonisti, il bonario e determinato Goku in particolare, al punto da richiedere per la prima volta una “rottura degli argini” ed il sorprendente sconfinamento di un limite fino a quel momento soltanto visto da lontano.
Una nemesi dalla reputazione talmente massiccia e dominante da richiedere una controfigura di supporto che bilanciasse questo estremo.
È chiaro che parliamo di Freezer, ed è altrettanto chiaro che non parleremo affatto di lui da qui in avanti; oggi ci occupiamo dell’antipasto: la Squadra Ginew.
Scalzando immediatamente quell’aura di inclemenza e rigore tipica dell’antagonista classico, i membri della Squadra Ginew fanno il loro esordio nella serie con un’umiliante danza di presentazione al cospetto dell’uomo più potente della galassia, nonché loro sovrano.
Senza remora o imbarazzo, accentuando da subito l’idea che il gruppo vuol dare di sé all’interno della mitologia: i cinque guerrieri sono la rappresentazione di quello che potrebbe definirsi un anti-antagonista (figura opposta a quella dell’antieroe), e la battaglia che erigono con i protagonisti è l’anticamera del confronto con l’antagonista decantato, classico e puro per definizione (Freezer appunto).
Il gruppo serve a Freezer per stimare l’insidiosità dei suoi avversari, e ad Akira Torjiama per adornare la saga con un pittoresco preambolo utile ad anticipare su più piccola scala le dinamiche che si sarebbero di lì a poco determinate.
È durante il combattimento con Rikoom (testa oblunga e ciuffo rossiccio, il guerriero più forte della squadra dopo il Capitano Ginew), ad esempio, che viene resa viva e quasi imminente, per la prima volta, l’idea dell’apparizione del leggendario Super Sayan: appena dopo l’unico colpo scagliato con sufficienza ed estrema facilità che metterà al tappeto Rikoom, seguirà una scena riflessiva di Vegeta, il quale mediterà sulla possibilità che Goku sia “il prescelto“.
Perfino la perenne proporzione tra Goku e Vegeta, il netto solco che separa le possibilità di un genio da quelle di un talento, sono evidenziati in maniera più o meno sottile nel confronto con la Squadra Ginew, che finisce per rappresentare la mappatura quasi completa di una mitologia.
All’interno della squadra c’è un’evidente gerarchia, e le “eliminazioni” da parte dei protagonisti avvengono in funzione di questa: Guldo e Jeeth, i membri più deboli, saranno gli unici ad essere sconfitti da Vegeta; Rikoom e Butter verranno sconfitti da Goku e soltanto “finiti” da Vegeta.
È l’esilarante plastico in miniatura del “rapporto” (anche appunto di proporzione) tra Goku e Vegeta.
Tuttavia tra tutte è la morte di Ginew, il capitano da cui prende nome il team, ad essere la più emblematica.
Ginew è l’esempio più vivo della metafora precedentemente esposta dell'”anti-antagonista”.
Una figura tanto canzonata ma altrettanto minacciosa, al punto che richiederà al nostro eroe in tuta rosso corallo il primo vero sforzo dell’Odissea di sangue e sudore causata da Freezer: l’utilizzo del Kaioken.
Per quanto rapsodico, non sarà questo a battere Ginew, bensì il suo stesso potere.
I poteri degli altri quattro guerrieri della squadra non incideranno nella battaglia, ma quello di Ginew lo farà e perfino in maniera beffarda.
Butter vanta una velocità sopra la media (definendosi addirittura l’essere più veloce dell’universo, venendo presto smentito); Rikoom un aumento di massa a comando; Jeeth la sola cooperazione con Butter, col quale crea elaborati attacchi combinati; Guldo può bloccare il tempo trattenendo il fiato.
Ognuno di loro meriterà il suo personale riposo ed ambito alloggio negli inferi per l’aver agito secondo i propri mezzi e le proprie attitudini.
Li vedremo infatti, successivamente, combattere tutti nell’Aldilà sul pianeta di Re Kaioh con Tenshinhan (Tensing), Yamcha (Yanko), Junior e Jiaozi (Riff), prima di sprofondare negli inferi.
Tutti, tranne Ginew.
Ironicamente, la punizione che spetta a Ginew è esattamente quella che cerca di imporre con vigliaccheria al nemico: il male fatto (dai suoi compagni di squadra) adempiendo alla propria natura, agendo nei limiti delle proprie capacità, viene quasi “premiato” con la morte; quello svolto attraverso il codardo ed indebito appropriarsi dell’identità altrui viene punito con lo sberleffo del più classico dei contrappassi.