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DuckTales è un capitolo anche della nostra vita adulta

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È proprio vero: la vita in quel di Paperopoli è un gran ballo. Ce lo disse ai tempi l’iconica sigla della serie animata di DuckTales del 1987 e ce lo ripete anche il reboot del 2017 realizzato per Disney Channel e attualmente presente integralmente su Disney Plus con le sue tre stagioni. Oggi vogliamo parlarvi per bene di DuckTales, serie dedicata alla famiglia di Paperino &Co e al microcosmo dei loro variopinti e divertenti amici. E così come allora aveva saputo divertire e intrattenere l’infanzia dei tantissimi ragazzini che sul finire degli anni ’80 rimanevano incantati di fronte alle avventure televisive di Zio Paperone e dei gemelli Qui, Quo e Qua, così, anche oggi, DuckTales continua ad appassionare il pubblico di tutto il mondo, ma stavolta in modo diverso.

Eh già, perché il reboot del 2017 non è stato pensato meramente come rilancio di un brand per avvicinare nuovi giovani fan, ma ha costituito una vera e propria opera di riavvicinamento al franchise rivolta anche a un pubblico adulto, formato ora da quei ragazzini che un tempo avevano amato la prima serie. Affermare che il responso sulla serie sia positivo è dire poco: su Rotten Tomatoes, infatti, la serie è certificata fresh e detiene una percentuale di gradimento pari al 100% da parte della critica e del 94% da parte del pubblico, con voti che si aggirano tra il 9 e il 10.

Cosa ha reso DuckTales il brand di successo che è oggi? Cosa ha portato la serie animata a risultare tanto straordinaria e adatta per ogni palato?

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In ordine: Quo, Quo, Qui (640×360)

Resisi conto dell’importanza di conciliare vecchio e nuovo, passato e presente, gli autori della serie hanno da subito chiarito una cosa: la nuova versione di DuckTales non sarebbe stata una copia carbone della serie originale. Serviva un nuovo stile che, certo, rendesse omaggio al passato ma sapesse aprirsi di fronte a nuove sfide, abbracciando uno stile più moderno e aggiornato con i tempi, che sapesse innanzitutto catturare l’attenzione dei più piccoli. La scelta di uno stile di disegni e animazioni più semplificato, con colori squillanti e immagini meno aderenti al canone fumettistico è forse quella che ha meno soddisfatto i fan storici del brand. Molti di essi, infatti, hanno fin da subito espresso un grande rammarico per la scelta di “appiattire” lo stile grafico del design dei personaggi e degli ambienti, vista come un’omologazione da parte di Disney nei confronti del modello più in voga al momento tra i più piccoli. Questione di gusti, certo, ma chi ha scelto a priori di privarsi di questa piccola perla ancor prima di visionarla a causa di questi preconcetti si è perso quello che, a tutti gli effetti, è un piccolo gioiello della serialità animata di oggi.

Perché, a differenza della maggior parte dei reboot, il rilancio di DuckTales non ha voluto solo richiamare il tanto famoso effetto nostalgia, ma si è posto sin da subito l’obiettivo di dare nuova vita al mondo di Paperopoli e dintorni, avendo ben chiara la necessità di un aggiornamento della serie originale senza correre il pericolo di snaturarla, di omaggiarne le radici pur portando avanti la propria impronta. Così, per esempio, ecco che la tanto iconica sigla e i suoi “Woo-oo!” (o “Uh – uh“) vengono mantenuti e omaggiati, ma riarrangiati per risultare più esuberante e conforme agli standard attuali, e che al doppiaggio inglese vengono chiamati nomi di spicco, sia tra i protagonisti come David Tennant e Danny Pudi sia tra le guest star, come Allison Janney, Julie Bowen e Lin-Manuel Miranda.

Dopo una rottura del loro rapporto risalente a dieci anni prima, Paperino ricerca l’aiuto del suo miliardario e arcigno zio, Paperon De Paperoni, per chiedergli di fare da babysitter ai suoi tre chiassosi nipoti gemelli Qui, Quo e Qua. Dopo un iniziale tensione, Zio Paperone si sente rinvigorito dalla presenza dei ragazzini e decide di invitare Paperino e i nipotini a stabilirsi a vivere da lui a Villa de’ Paperoni, dove già risiedono l’imponente governante Signora Beakley, la vivacissima nipote di quest’ultima Gaia Vanderquack e il caotico ma spassoso autista e pilota Jet McQuack. Insieme e animati dal senso dell’avventura, i paperi vivranno tantissime incredibili avventure, tra magie e misteriosi artefatti, conoscendo tantissimi nuovi amici e scontrandosi con temibili (ma molto spesso esilaranti) nemici come Amelia, la Banda Bassotti, Cuordipietra Famedoro e Mark Becchis.

DuckTales, solo su Disney Plus (640×360)

DuckTales infatti è davvero un gioiellino che meriterebbe di essere riscoperto da chiunque, capace con le sue tre stagioni di creare un universo di personaggi ben caratterizzati, amabili e divertenti e di plasmare una storia corale capace sia di intrattenere, sia di creare momenti di grande commozione tanto per i più grandi quanto per i più piccoli. Tassello dopo tassello, puntata dopo puntata quel che si viene a creare è un vero e proprio microcosmo di storie sempre più intrecciate, capaci di combinare alla perfezione trame episodiche e verticali con altre di largo respiro che durano tutta la stagione. La scelta di rendere a suo modo protagonista di una stagione ognuno dei tre gemelli è ottima e permette un grande approfondimento dei personaggi, vero cuore dello show.

Se la serie madre aveva avuto il pregio di mettere su schermo le avventure dello scorbutico Zio Paperone, dei suoi nipoti e del suo entourage, tuttavia è in DuckTales del 2017 che questi vengono esplorati davvero nel profondo. La cura riversata nel caratterizzare tutti i personaggi della serie (ma proprio tutti), dai protagonisti ai comprimari, dai villain alle comparse, è davvero encomiabile! Dai tormenti interiori di Zio Paperone, alle personalità distinte di Qui, Quo e Qua, dalla spiegazione della rabbia di Paperino fino all’approfondimento degli cattivi storici della saga.

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Famedoro e Paperone nella sigla (640×360)

A farla da padrone troviamo di certo Zio Paperone, che in inglese è doppiato dal fantastico David Tennant, perfettamente in parte mentre recita la parte dello scorbutico e avaro papero, che in realtà nasconde un cuore d’oro e cerca solo l’amore della famiglia. Troviamo poi i gemelli, che acquistano una personalità ben definita: dallo scalmanato e avventuroso Quo (Dewey, doppiato da Ben Schwartz), all’intelligentissimo ma ansioso Qui (Huey, doppiato da Danny Pudi, l’Abed di Community), fino all’ozioso ma dal grande senso per gli affari Qua (Louie, doppiato da Bobby Moynihan). Ma non solo: anche Paperino e tutti gli altri personaggi acquistano grandissima profondità e carisma, ognuno diverso dall’altro e dalla personalità ben definita.

Tutto il reboot di DuckTales trasuda puro amore per i personaggi di Paperopoli.

Palese è, inoltre, la voglia di raccontare a grandi e piccini storie pregne di significato e di buoni insegnamenti. Da questo punto di vista dobbiamo proprio dire di aver versato qualche lacrima in più di un’occasione: oltre ad aver incentrato la storia sull’importanza dei legami, familiari o amicali che siano, la serie ha saputo toccare tematiche forti come il lutto, la disabilità e la gestione dell’ansia.

Ma non solo tematiche di spessore: al di là dell’ottima costruzione di storie dal lungo respiro che appassionano e introducono sottotrame con personaggi che non si vedono l’ora di rivedere, come Darkwing Duck, Robopap, Goldie e i vari nemici dello show, la serie risulta davvero divertente. L’umorismo è infatti parte fondamentale e integrante della narrazione, nonché elemento fondante che spinge a ridere grandi e piccini. Ce n’è infatti per tutti i gusti: dalle acide battute di Zio Paperone all’umorismo slapstick (fisico) di Paperino, dalle running gag che vedono protagonisti gli esilaranti villain della storia come Famedoro, fino alle più raffinate citazioni alla cultura pop e alla nostra contemporaneità visitata in quel di Paperopoli, come il personaggio di Mark Becchis, palese parodia di Zuckerberg.

Per non perdere nemmeno una delle battute e godere del cast delle voci originali, tra cui spicca David Tennant, la visione in lingua originale è quasi d’obbligo, ma anche la versione italiana risulta pienamente godibile. In DuckTales si ride, si ride di gusto e in maniera spontanea e genuina, cosa che rende ancora più apprezzabile il prodotto e veramente adatto a tutte le età, a differenza di cartoni animati indirizzati specificamente ad adulti o a infanti. E proprio in questo aspetto si caratterizza da sempre Disney: nel cercare di creare prodotti per tutta la famiglia, universali sia nei messaggi da veicolare e che nella narrazione.

Uno Zio Paperone indispettito interpretato da David Tennant (640×360)

Nonostante gli ottimi riscontri da parte di pubblico e critica, la serie si è vista tuttavia cancellare alla terza stagione, conclusasi con un bellissimo ed emozionante film finale da un’ora e mezza. Tuttavia, possiamo ritenerci fortunati nel sapere che la serie, in un certo senso continuerà a vivere: è infatti attualmente in lavorazione il reboot sul fantastico Darkwing Duck, il supereroe mascherato che già aveva avuto una propria serie spin-off nel 1991, con la produzione, tra gli altri, di Seth Rogen.

Nonostante sia ora triste pensare che queste storie di paperi si siano concluse, è stato bello, anche se per poco, tornare ancora una volta a vedere il mondo con gli occhi di un bambino, senza dimenticarci che il tempo è passato, consapevoli che se con il giusto spirito ogni nuovo giorno cela una nuova storia degna di essere affrontata con un entusiastico “Woo-oo!”.