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Il finale di Due Uomini e Mezzo non è altro che una vendetta infantile

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Questo articolo contiene spoiler su Due Uomini e Mezzo.

Il finale di una serie tv non è un episodio come tutti gli altri, anzi, più di una volta vi abbiamo raccontato di come l’ultima impressione sia la più nitida nella mente delle persone. Proprio per questo è importante creare una serie di successo con un buon inizio e una bella progressione, ma soprattutto è necessario costruire un finale in grado di concludere il tutto in modo soddisfacente e non solo. Il finale di un’opera è il suo ultimo respiro, la sua ultima occasione per dire qualcosa al pubblico. È quel momento di totale fiducia degli spettatori in te, dopo anni a riempire le loro giornate.

Il mondo si ferma in quei momenti finali, persone da ogni nazione e fuso orario si riuniscono per assistere alla conclusione delle loro serie tv preferite in assoluto silenzio per non perdersi neanche un frame dell’ultima puntata. Vi è un livello di attenzione più alto di quanto si possa mai sperare ed è l’occasione perfetta per dire la propria. Alcuni show lo hanno fatto bene, altri lo hanno fatto male, ma oggi siamo qui per parlare di un finale che ci ha lasciati veramente interdetti.

Due Uomini e Mezzo ha accompagnato i pomeriggi dei suoi spettatori con la sua comicità da sitcom perfettamente aggiornata all’epoca del momento. Charlie è il classico personaggio scapolo per natura e, soprattutto, per scelta. Vive alla giornata circondato da donne, alcool e musica. La sua routine giornaliera cambia quando il fratello Alan e il nipote Jake si trasferiscono a casa sua.

E così proseguono per otto stagioni

Due Uomini e Mezzo

Tra litigi e riappacificazioni, Due Uomini e Mezzo continua il suo corso da sitcom nel modo più lineare possibile. I cambiamenti ai personaggi sono minimi e le dinamiche continuano a ripetersi episodio dopo episodio. Nonostante questo, grazie a una buona scrittura dietro la serie e delle interpretazioni ottime, le prime otto stagioni filano lisce come l’olio, almeno davanti alle telecamere.

Le tensioni tra Chuck Lorre e Charlie Sheen sul set, però, portarono a una brusca rottura prima della nona stagione. L’attore interprete di Charlie (personaggio omonimo) venne licenziato e la serie riprese col funerale dell’uomo. La scelta non fu assolutamente amata dai fan e da quel momento la serie iniziò un lungo declino anche con l’addio di Jake, arruolato nell’esercito. Tutto sembra delineare un finale deludente per la serie, ma nell’ultimo episodio vi è la svolta di trama.

Alan scopre che i jingle prodotti di Charlie hanno fruttato un sacco di soldi e se riuscirà a portare il certificato di morte del fratello, potrà intascarli. Questo certificato sembra non esistere e tra i personaggi salgono i dubbi se Charlie sia veramente morto o meno. Dopo un sacco di domande, lettere anonime e indizi sulla vicenda, si scopre che l’uomo è ancora vivo e la moglie l’aveva tenuto segregato per averla tradita durante la loro luna di miele.

Ora fanno tutti parte della vendetta di Charlie

I personaggi si trovano con le spalle al muro, impauriti e sotto shock. Si rivolgono alla polizia per sentirsi protetti, ma questi li rassicurano dicendo che Charlie è stato arrestato. Neanche il tempo di darsi pace che gli spettatori notano come sia stato preso in custodia l’uomo sbagliato. Charlie si presenta finalmente alla porta di casa dopo anni ed è lì che si teme il peggio. L’uomo è stato dato per morto, segregato per quattro anni contro la sua volontà e sta per bussare. Bussare a quella che era la sua casa, a quella che è la sua casa.

Vuole vendicarsi della vita che lo ha cambiato e in questo modo gli ha tolto tutto, vuole tornare nella sua dimora e alla sua vita fatta di lusso e menefreghismo. Non sappiamo quali saranno le sue azioni verso gli inquilini e il tutto dura un paio di secondi. Questo ragionamento, pieno di logica e collegamenti con gli ultimi anni della serie, viene interrotto da un pianoforte che crolla addosso all’uomo, uccidendolo.

Se volessimo parlare di finali anticlimatici, questo sarebbe quanto di più esplicativo potremmo tirare in ballo. Vi è, però, un problema ulteriore. In questo articolo abbiamo parlato di come il finale di Due Uomini e Mezzo non sia altro che una vendetta infantile, ma quella di Charlie non è definibile così. L’uomo nel corso della serie è cresciuto, nel finale regala i soldi al nipote per aiutarlo economicamente e se vogliamo limitarci agli eventi non torce un capello a nessuno. Charlie sta solo cercando di riprendere in mano le redini di una vita rimasta ferma e morta per quattro anni.

Qual è, allora, la vendetta infantile in questo finale?

Abbiamo omesso la vera scena finale della serie e preferiamo mostrarvela

Dopo la “morte” di Charlie a causa del pianoforte, l’inquadratura si allarga mostrando Chuck Lorre che assiste alla scena e dichiara di aver vinto, per poi venir colpito anche lui dal medesimo oggetto che cade dal cielo. E nonostante le risate registrate di sottofondo, la nostra reazione è quando di più confuso potessimo avere. Il finale di Due Uomini e Mezzo non è deludente, non è incredibile, non è nemmeno anticlimatico in realtà: non è un finale.

Nell’ultima scena per raccontare la propria storia e concludere un racconto portato avanti comunque per dodici stagioni, Chuck Lorre decide di accantonare la serie per mettere in primo piano il conflitto personale tra lui e Charlie Sheen. La cosa è di cattivo gusto su più di un livello e non è difficile spiegare il motivo. Gli attori della serie, rimasti a lavorare fino all’ultimo o tornati per il finale, vengono parcheggiati in un dimenticatoio perché comparse nel conflitto tra Sheen e lo sceneggiatore.

Conflitto che non è neanche veramente mostrato a schermo perché l’uomo che interpreta Charlie non è l’attore originale ma una controfigura. Chuck Lorre si è trovato nella posizione adatta per lasciare un ultimo ricordo ai fan e ha usato quello spazio per dire l’ultima parola in mondovisione su un conflitto privato.

Con questo non vogliamo prendere le parti di nessuno dei due nella vicenda

Due uomini e mezzo

Il problema è proprio che questo finale costringe i fan a discutere di tutto quanto accaduto se vogliono dire cosa pensano della conclusione di Due Uomini e Mezzo. E per quanto di cattivo gusto la morte di Charlie col pianoforte, sarebbe stata ancora accettabile se il tutto si fosse fermato lì. L’episodio finale della serie ha scene esilaranti, al livello dei suoi anni migliori. Si respirava di nuovo quel senso di divertimento da parte del cast e la storia per quanto assurda era interessante.

La puntata era tutt’altro che deludente. Certo, faceva suscitare dubbi ma alcune delle scelte tirate fuori sono state veramente geniali. In uno stranissimo equilibrio, l’episodio funzionava e la spiegazione del tutto filava. Eravamo a pochissimi secondi per dare a una delle migliori sitcom di sempre il finale che avrebbe meritato, ma per colpa di una vendetta infantile non è andata così. A furia di voler avere l’ultima parola su Charlie Sheen, Chuck Lorre ha perso la fiducia di molti fan della serie. Se non altro, non ha ripetuto l’errore con Il Metodo Komisnky e possiamo dedurre abbia imparato.

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