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Ray di E.R. avrebbe meritato una fine migliore, e ancora non ce ne facciamo una ragione

Shane West nel ruolo del Dr. Barnett
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ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SULLE STAGIONI 11, 12 E 13 DI E.R.

È incredibile come durante ogni rewatch, E.R. risulti una serie tv uguale e diversa allo stesso tempo. Come cambino i punti di vista di noi spettatori su alcune situazioni e personaggi e di come emergano nuovi dettagli mai notati durante le visioni precedenti. È sorprendente notare che, a seconda del momento di vita in cui ci troviamo, possiamo dare una lettura e un’interpretazione differenti a un determinato episodio o avvenimento. Ma proprio come un libro che amiamo e che rileggiamo più volte nel corso degli anni, è anche rassicurante ritrovare i protagonisti della storia, insieme ad alcune certezze che li riguardano, impossibili da dimenticare.

In E.R., una di queste sicurezze è il personaggio del Dr. Ray Barnett e di come il suo percorso abbia avuto una conclusione ingiusta e immeritata. Quando si arriva alla stagione 13 e si assiste al suo incidente, di cui parleremo tra poco, ci viene automaticamente da pensare: ma perché? A distanza di tempo sappiamo che Shane West, l’attore che lo ha interpretato, in quegli anni aveva ottenuto un incarico per un altro lavoro. Dunque non riusciva a dividersi in entrambi i set e aveva deciso di rinunciare a E.R., dopo tre stagioni intense.

Del resto il destino di Ray non è stato molto diverso da quello di altri personaggi di questo medical drama. Basti pensare al Dr. Romano e al Dr. Pratt, per i quali ancora oggi non comprendiamo alcune scelte di scrittura. È piuttosto normale che gli attori possano avere altri impegni professionali e che quindi a un certo punto debbano abbandonare il loro personaggio. Ma perché non decidere di farli uscire di scena con un riscatto, un successo o qualcosa di positivo? È anche vero che E.R. è una serie drammatica, ma pensiamo che a volte alcune decisioni di trama siano state illogiche o estremamente esagerate. Soprattutto quando queste decisioni vengono state attuate su personaggi particolarmente carismatici.

Il Dr. Ray Barnett
Credits: Warner Bros.

La prima volta che vediamo il Dr. Barnett sullo schermo, nella puntata n. 1 della stagione 11, è un giovane borsista al primo anno, piuttosto sveglio e spigliato e da subito ben caratterizzato. Infatti scopriamo presto che Ray è sia medico sia chitarrista di un gruppo rock, diviso tra la carriera musicale e quella ospedaliera. Si presenta al lavoro vestito da punk: canottiera scura, unghie dipinte di nero, braccialetti, senza preoccuparsi minimamente dei giudizi altrui. Porta spesso con sé la sua chitarra elettrica e vive persino in ospedale, non avendo ancora trovato un alloggio fisso dove abitare.

Fin dall’inizio, il suo atteggiamento nei confronti dei colleghi e dei pazienti è positivo, spiritoso, pronto allo scherzo e alla battuta, disinvolto e mai intimidito dai superiori per il suo aspetto o il suo stile di vita. Inoltre è divertente vederlo in azione con le infermiere, che cerca sempre di ingraziarsi in cambio di qualche favore. E splendida è la sua amicizia con il Dr. Morris e il Dr. Pratt. Un trio vivace e allegro, perché ognuno di loro ha un temperamento così diverso da incastrarsi perfettamente con gli altri due. I tre insieme sono esplosivi, tanto imprevedibili quanto affiatati.

Insomma, Ray è uno che sa il fatto suo, nonostante sia tra gli ultimi arrivati nello staff. Ma l’aspetto che lo ha reso uno dei personaggi più affascinanti e anticonvenzionali di E.R. è il suo essere sempre frammentato all’interno di sé stesso. La sua costante indecisione tra medicina e musica, che sembra inizialmente propendere per quest’ultima, insieme alla sua vera essenza, vengono descritte perfettamente da una canzone all’interno dell’episodio “La quintessenza della polvere” della stagione 12, che si intitola “Many river to cross”. Il testo, tradotto dall’inglese, dice:

“Molti fiumi da attraversare e solo la mia volontà mi mantiene in vita

Sono stato strappato, lavato per anni

E io sopravvivo solo per il mio orgoglio”.

Questo strappo interiore lo rende però capace di connettersi con i suoi pazienti a un livello più profondo, perché la sua mente è sia scientifica sia artistica, e quando i due emisferi del cervello si incontrano, permettono a Ray di avere una prospettiva unica in ogni circostanza. La parte più razionale lo rende tranquillo e lucido, mentre quella più intuitiva gli dona sensibilità ed empatia. La musica gli infonde quella creatività necessaria a districarsi tra i casi clinici più problematici, trovando soluzioni meno rigide rispetto a quelle dei suoi colleghi.

Ray insieme ai suoi colleghi
Credits: Warner Bros.

Non a caso capita spesso che adolescenti e ragazzi o ragazze giovani vengano affidati alle sue cure. Con essi instaura relazioni autentiche, tramite la sua schietta sincerità ma anche attraverso la sua dolcezza e comprensione. Con questo tipo di pazienti entra in sintonia con facilità, ponendosi quasi come una sorta di fratello maggiore. Ce ne sono tanti di esempi che potremmo fare. Dal giovane stuprato dal patrigno, al quindicenne che viene chiamato a decidere della vita o della morte del proprio padre, rimasto ferito gravemente in una sparatoria.

E ricordate il ragazzo sordomuto che viene picchiato senza motivo da alcuni poliziotti? Gli altri medici non sanno che pesci pigliare, pensano che non riesca a parlare a causa delle lesioni, mentre il Dr. Barnett è il primo ad accorgersi della disabilità. Quante volte lo abbiamo visto sedersi accanto a un malato, parlargli in modo calmo e conciso, spiegandogli le procedure più difficili nel modo più semplice possibile? Questa sua natura rilassata è una rarità tra i dottori di E.R., risucchiati dai ritmi frenetici e stressanti del loro lavoro. Non c’è mai abbastanza tempo, bisogna essere veloci, visitare e dimettere.

Anche Ray ha avuto la sua “fase sbrigativa” nei primi episodi, quando veniva continuamente rimproverato dal suo supervisore, il Dr. Carter. Ma durante il suo percorso dimostra di essere maturato, di amare la medicina tanto quanto la musica, fino all’amara decisione di abbandonare la band e di dedicarsi solamente al pronto soccorso. Ma le sue inclinazioni musicali e l’influenza che esse hanno avuto su di lui, continueranno a essergli utili anche nel futuro. Esse sono infatti un mezzo e uno sfogo per far fronte alle pressioni che sperimenta quotidianamente in ospedale, e che di solito sono particolarmente accentuate quando deve confrontarsi con i genitori di bambini e giovani.

Ray e la Dr.ssa Weaver
Credits: Warner Bros.

Con questi adulti il rapporto di Ray è sempre molto teso e conflittuale, al limite del litigio. Indimenticabile a questo proposito è la seconda puntata della stagione 12 (Figlio di nessuno), quasi interamente dedicata al Dr. Barnett e al caso di un bambino nato da maternità surrogata. Il piccolo nasce dopo un parto complicatissimo con dei danni cerebrali. Viene così abbandonato sia dalla madre naturale che da coloro che avrebbero dovuto essere i suoi genitori affidatari.

L’interpretazione di Shane West in questo episodio è forse la meglio riuscita delle tre stagioni di E.R. in cui ha lavorato. Lo vediamo fermo nelle sue convinzioni di aiutare una piccola vita, cercando di convincere i genitori a fare la scelta giusta, mentre contemporaneamente è irritato dal fatto di non poter cambiare il corso degli eventi. Come dargli torto? Queste stesse emozioni le proviamo anche noi spettatori, lasciandoci un senso di tristezza e di sconforto ogni volta che guardiamo quella puntata.

Identiche emozioni che ritornano quando pensiamo alla fine assurda di questo personaggio. Dopo tutte queste riflessioni sul suo carattere e la sua vita, risulta ancora più stridente ragionare sull’incidente in cui Ray viene investito da un camion mentre è mezzo ubriaco a causa di Neela. A seguito dell’accaduto, lo vediamo seduto in un letto d’ospedale con entrambe le gambe amputate. Lascerà la serie in questo modo ma tornerà poi nella stagione 15 per alcune brevi sequenze. Tra serate nei locali a suonare, lavoro al Policlinico e uscite con gli amici, il Dr. Barnett si è innamorato della sua collega e coinquilina, la quale però lo considera come una ruota di scorta. Di fatto quando le relazioni di Neela prendono una piega complicata o difficile, la ragazza ripiega su Ray, il quale è sofferente ma senza darlo a vedere.

Ray e Neela
Credits: Warner Bros.

Molti fan di E.R. hanno apprezzato la decisione definitiva di unire i due personaggi in un rapporto sentimentale, dopo varie indecisioni e cambi di direzione da parte di Neela. Io mi sento di dire che invece la notte tragica del medico e la conseguente disabilità, sia avvenuta proprio a causa dei comportamenti della collega. E ciò non ha reso giustizia al personaggio, relegandolo al ruolo di amico che diventa amante, con passività e senza un briciolo di orgoglio e di rispetto verso sé stesso. Una nota veramente stonata. E quindi ritorna prepotentemente la domanda iniziale: ma perché? Può davvero un abile dottore, giovane e in salute, con tutte le possibilità del mondo davanti a sé, subire un incidente così grave per una sbandata? E perdonare con facilità la causa di tutto il suo dolore? È insensato, proprio come l’elicottero del Dr. Romano.

Un personaggio così controcorrente poteva, ad esempio, decidere di trasferirsi in un altro ospedale. O scegliere di cambiare ancora il suo destino e di tornare a fare il musicista. La caratteristica di essere fuori dagli schemi poteva giustificare qualsiasi cambiamento nel suo percorso. Noi spettatori lo avremmo accettato senza problemi. Mentre la sua fine, anche dopo innumerevoli rewatch, rimane difficile da digerire. È una costante in mezzo ai filoni narrativi di E.R., in cui tutto è uguale e diverso allo stesso tempo.

E voi, cari lettori, se avreste potuto riscrivere la storia del Dr. Ray Barnett, come sarebbe andata?

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