Poco clamore ha avuto l’inaspettato e sicuramente strategico crossover che coinvolge una serie mainstream per eccellenza come Élite e un’altra che ha solo una nicchia di pubblico come Blood & Water. Ebbene sì, nella settima stagione di Élite (qui la nostra recensione), tra i pittoreschi scandali e le feste che coinvolgono Las Encinas, emerge una curiosa novità! Mi riferisco infatti a una visita da parte del prestigioso Parkhurst College di Città del Capo per il primo meeting panafricano della Global League.
A farne la rappresentanza è Fikile, ragazza influente e campionessa di nuoto della scuola. Lei si rivelerà essere la sorella di Puleng rapita 17 anni dai criminali che gestivano il traffico di esseri umana e successivamente adottata. Arrivata nella scuola madrilena, stringe subito rapporti con gli studenti più popolari che poi sono i principali personaggi della serie e in particolare con Iván. Lo conoscerà infatti in un brutto momento di depressione e confusione, essendo ancora in lutto per l’assassinio del padre e per la partenza improvvisa di Patrick mentre era in coma.
Sarà infatti durante una partita di calcio che Fikile, vedendo Iván in preda ad un attacco di panico, gli proporrà di staccare la spina e fare la sua stessa esperienza a Città del Capo. Sul momento lui non ne sarà convinto. Tuttavia alla fine della stagione, ancora afflitto e privo di motivi per restare, deciderà di lasciare per un po’ Madrid e partire alla volta del Sud Africa. Chiederà anche alla sua nuova fiamma Joel di venire, ma questo si rifiuterà. Sicuramente per cercare di non complicare ancora di più le cose con Omar e implicitamente far perpetrare ad Iván la parte dell’amico infame.
Blood & Water apre una dimensione parallela
Così, solo dopo un piccolo preavviso, veniamo catapultati come d’incanto a Città del Capo e in un nuovo anno al Parkhurst College. Ad essere annunciato da Fikile, durante la festa di fine estate di Chris, è proprio Iván, visibilmente entusiasta di vivere la sua prima esperienza sudafricana. Curiosa e imprevedibile è la sua entrata in scena, per niente plateale e alquanto intima e in puro stile Las Encinas!
Non a caso busserà alla porta in cui si trova Puleng in preda ai fumi dell’alcol e incline perciò a fare giochi per continuare a bere. Così, dopo un bel po’ di sorsi insieme, è inevitabile che i due finissero a letto…ma l’indomani aspetterà a Puleng una brutta sorpresa. Infatti è già da qualche giorno che riceve inquietanti messaggi anonimi. Questi fanno presagire che la lotta contro il traffico di essere umani e crimini annessi che ha segnato Blood & Water (che puoi trovare in streaming qui su Netflix) sin dal principio, non fosse finita.
A rincarare la dose è un messaggio contenente un video di lei e Iván impegnati nel coito della sera precedente. Però, quando in preda a timore e rabbia, Puleng va da Iván a recriminargli la ripresa incriminata, ovviamente lui le assicura di non essere il colpevole. Pensieroso sospetta di essersi infatti cacciato nuovamente nei guai e confida a Fikile che forse è stato un errore venire in una scuola più simile alla sua di quanto credesse. Proseguendo con la storia possiamo però affermare che non si pentirà di essere stato parte del mondo di Blood & Water!
Pertanto, è stata una buona idea quella del crossover?
Notevole è la scelta fatta alla base di questa unione. Poiché per entrambe le serie sembra essere stato deciso a priori che si dovessero incontrare, visti i molteplici elementi comuni. Annoveriamo tra questi il genere drammatico (qui una lista delle 10 migliori serie tv drama secondo la nostra community) e a tratti thriller, ma sempre adolescenziale, caratterizzato da storie di una certa carica tragica e spesso insormontabili per dei giovani ragazzi. Entrambe riportano un simile backgroud socio-culturale dei personaggi e delle due scuole private. Si tratta infatti di ragazzi spesso fragili, problematici, insicuri e che di frequente soffrono la mancanza di sani punti di riferimento.
Di sicuro si rileva dunque un’intersecazione lineare e coerente che è finalizzata a trasmettere importanti messaggi educativi. Primo fra questi l’importanza dello scambio interculturale, volto ad una crescita personale in termini di confronto e accoglienza di abitudini, mentalità e costumi molto distanti dalla propria. A questo proposito le due serie parlano chiaro. La diversità c’è ma resta una linea sottile, considerati i comuni denominatori e le vicende più che simili volti ad unire le due realtà. Da qui parte dunque un inno all’inclusività (come in un altro caso virtuoso delle serie tv, di cui vi abbiamo raccontato qui) e di conseguenza una la taciuta ma sentita lotta contro il razzismo. Non per ultima citiamo la difesa dei diritti indissolubili degli essere umani e la forza dei legami autentici di ogni tipo che superano le avversità.
È decisamente naturale la presenza di Iván in Blood & Water
Sembra quasi di averlo già visto in quelle classi e in quella comitiva di amici già nelle precedenti stagioni di Blood & Water per l’appunto! Sicuramente perché un piccolo spoiler ci era stato rivelato nel finale della settima stagione di Élite. Diverso è stato invece l’arrivo di Fikile a Las Encinas, poiché in modo impattante ha aperto una breccia nel mondo chiuso di Élite e dei suoi umani. Nonostante le intricate e innumerevoli storie, i viaggi a Ibiza, la patina da cosmopoliti che hanno i personaggi, è a tratti asfissiante l’ambiente di Élite, così come i più famosi altri prodotti di Álex Pina (che qui ha spiegato di essersi pentito di alcune scelte).
Questo calore sudafricano pone dunque le basi per parlare adesso delle differenze tra i due universi. Quello spagnolo è in perenne overdose da apparenze, ipocrisie, denaro, droghe e intrighi sessuali non poco spinti. Qui ogni dramma è accaduto spesso per incastri futili o per vendette da ricchi viziati. In quanto anche senza stupefacenti, la lucidità psicologica ed emotiva sembra impossibile da detenere.
Nell’universo speculare di Blood & Water, invece…
Qui rimane sempre la ricerca della popolarità, del successo, dei soldi che fanno la differenza, così come dei litigi nati tra alcol e feste. Tuttavia dietro questo scintillio restano i problemi legati a questa parte del mondo, ponendo l’attenzione sull’atavica sottomissione e violenza perpetrata su questi popoli. Si scorge nei personaggi infatti una luce diversa negli occhi, una gratitudine maggiore alla vita e una delicata umiltà rispetto agli spagnoli.
Tuttavia, portando avanti un focus su Fikile come vittima del traffico di esseri umani, è evidente come lei abbia comunque avuto sempre la fortuna di condurre una vita da “privilegiata”. Questo ovviamente per via dell’amore e della generosità della famiglia adottiva. Notiamo infatti che è proprio in questo punto che la storia di Blood & Water risulta essere un po’ romanzata e diluita dalla tematica socio-culturale. Scelta non casuale, affinché l’elemento tragico non appesantisca troppo l’originaria natura da teen drama della serie.
Di che tipologia di strategia si tratta quindi?
La domanda sorge spontanea e ricorda quasi la storiella dell’uovo e la gallina! A che cosa è stato finalizzato questo crossover in conclusione. A rendere più interessante Élite, oppure a dare più popolarità a Blood & Water? Magari è servita anche per ripulire dai messaggi talvolta fuorvianti la serie spagnola, grazie ai toni meno melò e più sobri degli amici sudafricani. Di sicuro l’obiettivo di Pina e dei produttori di Élite è sicuramente quello di rendere la loro storia quasi eterna come è stato per La Casa di Carta. Ottenere così personaggi, luoghi e vicende immortali. Per farlo era necessario uscire fuori dal recinto e andare a conquistare nuovi territori. Così dopo che uscirà la stagione conclusiva di Élite, avrà un’occasione per avere altre casse di risonanza non ancora esaurite.
Dumisa e Taute per parte loro saranno stati lieti di cavalcare l’onda spagnola per poter spiccare il volo all’alba della quarta stagione di Blood & Water. Per aggiungere magari nuovi strumenti alla storia che le porteranno più hype e probabilmente più stagioni. Non si sono preoccupati sicuramente di poter essere contaminati dalle opinioni più negative su Élite! Ne hanno sicuramente filtrato soltanto il bello così come gli apprezzamenti e nessuno può accusarli di aver fatto la scelta sbagliata.
E il primo premio va a… Blood & Water!
Per lanciare una spada a suo favore, visto che non se n’è ancora parlato abbastanza dopo ben 4 stagioni, direi che Blood & Water merita tanto in termini di qualità del racconto, della storia e di caratterizzazione dei personaggi. Si nota sicuramente una scrittura fluente e coerente, spesso frutto dell’intelligenza emotiva dei personaggi. Ognuno di questi risulta essere infatti ben connotato e volto ad offrire un valore aggiunto alla serie.
Pertanto anche senza l’espediente del crossover, merita comunque un’alta considerazione e maggior coinvolgimento. Risulta infatti un interessante spunto per chi è sensibile a particolari dinamiche sociali e a problematiche legate alle culture. Ma soprattutto per chi apprezza il coraggio che spesso vince sul senso di impotenza e si riflette nella pura trasparenza dell’acqua che qui ci mostra i legami di sangue più sacri.
A proposito di Elite, avete sentito parlare della nuova young adult tedesca che è stata accostata alla serie spagnola?