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Cosa non ha funzionato nella terza stagione di Élite

Élite
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Possiamo considerare la terza stagione di Élite una specie di capitolo conclusivo. Nell’arco degli otto episodi, disponibili dal 13 marzo su Netflix, gli studenti di Las Encinas risolvono i propri problemi e sembra che alla fine, per ognuno di loro, le cose si aggiustino. E sopratutto viene resa nota la colpevolezza di Polo rispetto all’omicidio di Marina, una morte che ha coinvolto in “una spirale di eventi” le vite dei protagonisti della serie tv.

Élite è indubbiamente uno show di successo, un vero fenomeno tra i più giovani che ormai si sono affezionati moltissimo ai personaggi. Ci sono però alcune pecche in questa terza stagione che non possono passare inosservate a un occhio attento e sempre pronto a notare anche la più piccola sbavatura nella trama. Vediamo un po’ di cosa si tratta.

1) Il finale

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Il finale di questa stagione è decisamente approssimativo rispetto a quello delle due precedenti. Una vera nota dolente poiché si chiude “un cerchio“.

Parlando proprio dell’ultimo episodio, ho trovato abbastanza surreale che la poliziotta, dopo aver assistito alle testimonianze confusionarie dei ragazzi – che tra l’altro in una manciata di minuti mettono su un teatrino poco convincente – li lasci andare così, come se nulla fosse, approvando senza troppe riserve il suicidio di Polo. Penso che questa situazione avrebbe meritato più attenzione. Magari un altro paio di episodi sarebbero serviti ad approfondire la vulnerabilità dei personaggi, a farli in qualche modo titubare, così da regalarci un po’ di suspense.

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