Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in importanti spoiler sulla terza stagione di Élite
La terza stagione di Élite è disponibile su Netflix (qui trovate la nostra recensione) e sta facendo discutere molto, non soltanto per essersi rivelata sottotono rispetto alle due stagioni precedenti, ma anche – e soprattutto – per l’ultimo episodio. Il finale di stagione ha regalato un epilogo alla storyline di ogni personaggio. Le domande sono: ognuno ha avuto quel che meritava, nel bene o nel male? Le cose sarebbero potute andare diversamente? Bisogna dire addio a questi personaggi, ora che le loro vicende sembrano essersi concluse?
Per prima cosa, occorre riavvolgere il nastro e ripensare brevemente a quel che è accaduto nell’ultimo episodio di Élite . L’evento centrale del finale è stato naturalmente la morte (o omicidio?) di Polo. Poco dopo aver preso la decisione di confessare l’assassinio di Marina e mettere fine alla storia una volta per tutte, Polo ha comunque dovuto dire addio alla sua vita. La causa? Un alterco con Lucrecia: le madri di Polo avevano offerto una borsa di studio per New York che era stata poi vinta da Lucrecia e Nadia, borsa di studio che era stata revocata dopo il discorso delle due ragazze al momento dell’assegnazione (avevano infatti denunciato pubblicamente Polo).
Il ragazzo era riuscito a convincere le madri a ripristinare la borsa di studio e desiderava comunicarlo alle dirette interessate, ma di fatto non gli è stata data la possibilità di farlo. Una furente e frustrata Lucrecia ha seguito Polo nel bagno del luogo in cui si stava svolgendo la festa di fine anno scolastico armata di un collo di bottiglia rotto. Durante il litigio, dopo le provocazioni di Polo e uno scontro che stava diventando sempre più fisico, per fatalità il collo di bottiglia è andato a conficcarsi nel petto di Polo.
Barcollando, l’assassino di Élite è uscito dal bagno per poi finire contro una vetrata che era già stata danneggiata in precedenza (inconsapevolmente, da Samuel) ed è caduto al piano di sotto, tra i vetri in frantumi.
Il finale di Polo è stata dunque la morte: una giusta punizione per quello che aveva fatto il ragazzo? Morte in risposta alla morte causata a un’altra persona? Non si è mai nelle possibilità di giudicare la giustizia di una morte. Certo, Polo aveva ucciso Marina senza una vera intenzione e finalmente si era deciso a confessare. Ma un omicidio è un omicidio. Giusto o meno, comunque, Polo ha lasciato questo mondo e forse con un leggero senso di pace, dopo aver ricevuto in extremis il perdono di Guzman.
L’epilogo di Polo è in un certo senso legato a quello di Lucrecia. I compagni della ragazza decidono di coprirla perché ha sferrato il colpo mortale a Polo senza rendersene conto, senza una vera intenzione di uccidere. Così Lucrecia, insieme a Nadia, parte per New York con la borsa di studio ottenuta proprio grazie alle madri di Polo. Ma quanta differenza c’è tra il gesto dei due ragazzi? Non era stato anche Polo un assassino “casuale”? Perché Lucrecia avrebbe dovuto meritare il silenzio da parte dei compagni e Polo no? Questo ha lasciato molti dubbi tra gli spettatori e il dibattito rimane aperto.
Si diceva del perdono che Guzman ha concesso a Polo, quando ormai il ragazzo era in punto di morte. Un gesto che non ci saremmo aspettati dal Guzman della seconda stagione, ma che denota una evoluzione del personaggio. Guzman ha saputo mettere da parte l’odio e tendere una mano a colui che ha causato la morte di sua sorella. Il ragazzo rimarrà a Las Encinas, quindi la sua vita non subirà per il momento grandi cambiamenti, come invece accade ad altri personaggi. Tuttavia, il cambiamento per lui è stato interiore e lo ha portato a una nuova maturità.
Citando i grandi cambiamenti di altri personaggi, ci si riferisce in particolare a Nadia e Carla.
La prima finalmente è riuscita a tirar fuori le unghie e far capire alla propria famiglia di essere una ragazza indipendente, che può cavarsela da sola. L’amicizia nata inaspettatamente tra lei e Lucrecia l’ha resa più forte e le ha regalato una compagna con cui condividere l’avventura a New York. Super meritato l’ottenimento della borsa di studio, perché Nadia ha sempre lavorato molto, spesso mettendo da parte i suoi interessi per aiutare la famiglia. Anche da un punto di vista sentimentale, la ragazza ha finalmente raggiunto una situazione di equilibrio, con Guzman che aspetta il suo ritorno.
Anche Carla parte per una nuova avventura accademica e riesce a sottrarsi dalle influenze della famiglia, in particolare del padre. Nel corso delle prime stagioni di Élite, Carla era sempre stata combattuta tra la voglia di crearsi una sua indipendenza e l’incapacità di vincere i ricatti del padre. In questo finale, la ragazza riesce a rompere le catene e spiccare il volo, imparando anche a essere più altruista e meno legata alle apparenze. Forse avremmo preferito un epilogo un po’ più sostanzioso con Samuel, ma di fatto i due si sono riconciliati e la partenza di Carla in solitaria sottolinea ancora di più il suo essersi resa indipendente dalla presenza maschile.
Cambiamenti più piccoli, ma pur sempre importanti sono quelli che hanno caratterizzato Valerio e Rebeca.
Il primo, grazie all’aiuto di Carla, sostituirà la marchesina negli affari con il padre. Per Valerio l’ottenimento di un lavoro stabile e pulito è importante non solo per il profitto, ma anche per avere la possibilità di condurre una vita più regolare e lontana dall’illegalità…anche se sappiamo tutti come è fatto il padre di Carla.
Per quanto riguarda Rebeca, invece, non succede nulla di particolare se non che la ragazza trova il coraggio di chiedere alla madre di tagliare i ponti con la sua vita sregolata e cancellare le possibilità di avere dei problemi con la giustizia. Lei stessa, dopo aver rischiato di uccidere Carla vendendole una dose, decide di porre fine a quello stile di vita.
Qualcosa di importante accade anche a Ander (che potrebbe essere il miglior personaggio di Élite , ne parliamo qui), che per fortuna termina i cicli di chemioterapia e trova una via di guarigione. Accanto a lui c’è Omar, che dopo esser corso via dall’aeroporto, ha raggiunto il suo amato per una riconciliazione definitiva. Entrambi meritano un happy ending (anche se non abbiamo ancora perdonato del tutto Omar per quel che è successo con Malick).
All’appello mancano soltanto Samuel e Cayetana. Cosa è successo a loro?
Samuel è rimasto a Las Encinas, si è riconciliato con Carla ed è pronto a portare avanti la sua amicizia con Guzman. Rispetto alle prime due stagioni, dove ha ricoperto un ruolo di rilevanza, il suo personaggio si è decisamente spento. Non si potrebbe immaginare un epilogo diverso per lui, perché del resto non ha fatto granché per guadagnarsi null’altro, troppo impegnato nel suo piano di vendetta.
L’episodio si chiude con Cayetana (ma puoi chiudere l’episodio finale con Cayetana?) che è “tornata al suo posto” nel corpo di pulizie della scuola, con una vera identità e senza fingersi qualcuno che non è. Ha suscitato una leggera tenerezza quando Rebeca l’ha consolata per la morte di Polo… ma non ha subito alcun provvedimento per essere stata di fatto complice dell’assassino di Marina, anche se ha fatto trovare l’arma del delitto grazie a una telefonata anonima.
Voci insistenti dicono che la prossima stagione di Élite si baserà sulle vicende di una nuova generazione di studenti e, visto il finale, la cosa sembra plausibile. Abbiamo dunque detto addio ai nostri personaggi preferiti? Probabile, ma aspettiamo precisazioni da Netflix.