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5 volte in cui Emily in Paris è diventata troppo trash

Emily in Paris
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Il fatto che la serie tv Emily in Paris non sia nota al pubblico per la sua eccelsa originalità narrativa, ma quanto piuttosto per la sua dose incredibile di situazioni assurde, impensabili e di puro trash, è un fatto risaputo anche a chi non ha voluto vedere la serie di Netflix, che sta per tornare con la quarta stagione sulla piattaforma streaming. Le vicende di Emily Cooper, americana trapiantata a Parigi pur senza sapere una parola di francese, sono presto diventate cult tra gli spettatori: vuoi per gli outfit stravaganti indossati da Lily Collins per la strade parigine, vuoi perché sapere come si concluderà la storia d’amore impossibile tra Emily e Gabriel ormai è diventata una questione di vitale importanza. Eppure, tra sfilate di moda eccelse e drammi d’amore, in Emily in Paris non mancano mai momenti di altissimo trash, che se alcuni si possono anche perdonare altri arrivano a un livello di imbarazzo per cui lo stesso spettatore non riesce a trovare una giustificazione.

Ripercorriamo le 5 volte in cui Emily in Paris ha toccato livelli di trash estremi!

1) Emily e il ragazzino di 17 anni

Emily Cooper è la classica brava ragazza della porta accanto che non sa di piacere a tutti – o almeno finge di non saperlo – abbastanza intelligente per capire come funzioni il mondo del marketing, meno per intuire di avere tutti gli occhi addosso anche mentre mangia un pain au chocolat. Nel corso delle tre stagioni di Emily in Paris, l’abbiamo vista destreggiarsi tra le braccia di più ragazzi, tutti innamorati di lei non appena la vedono per la prima volta. Emily, dopo anni di onorata carriera, in assurdità romantiche sta diventando una brava collezionista, ma il suo momento più basso l’ha raggiunto nella prima stagione quando ha conosciuto il fratello minore di Camille che in quel momento aveva solo 17 anni e con cui ha intrattenuto la sua relazione più veloce e trash di sempre, cosciente o meno della situazione. Era davvero necessario creare questo breve e imbarazzante teatrino romantico? Il disagio era palpabile non solo per gli spettatori, ma anche per gli stessi personaggi, che non sembravano tanto convinti dell’improvvisa coppia. Fortuna che è durata poco, ma non abbastanza per essere dimenticata in fretta.

2) La gravidanza del capo di Emily in Paris

Il motivo per cui Emily nella prima stagione della serie tv finisce a Parigi è perché il suo capo Madeline, interpretata da Kate Walsh, è rimasta incinta e non può lasciare Chicago. Tra una stagione e l’altra di Emily in Paris la distribuzione di Netflix ha fatto passare anni e il risultato è stato che questa gravidanza sembra sia durata in eterno. Ora, oltre gli evidenti problemi temporali di gestazione, il trash viene raggiunto quando Madeline finalmente partorisce: saltando la fase obbligatoria del congedo di maternità, si presenta in ufficio portando con sé tiralatte, biberon e passeggini ingombranti. Lo stereotipo della mamma in carriera di successo qui decade completamente mostrando una donna irritabile e irritante al contempo che non riesce proprio a trovare il tempo giusto per dedicarsi alla sua prole: prima una gravidanza di tre anni e mezzo, poi una maternità che dura il tempo di uno schiocco di dita, ma fatto male. Perché?

Emily in Paris

3) Emily che prende in giro come parlano i francesi

Emily Cooper arriva a Parigi senza conoscere una sola parola della lingua francese o della sua cultura, porta avanti il suo spirito americano e mostra poco senso di adattamento, a eccezione di un po’ di volontà solo quando le fa comodo. Tutti la richiamano per non essersi almeno informata sulla cultura francese, le viene infatti spesso fatto notare che la sua pronuncia sia lontanissima dall’essere corretta e si offende quando succede, tanto da credere che i francesi siano alleati contro di lei. Quando poi si ritrova a pranzo con una donna americana, in un tipico ristorante francese, non perde tempo e coglie la palla al balzo: si vendica di tutte le malelingue ricevute – si trattava solo di normali accorgimenti visto il suo atteggiamento saccente – e prende in giro i francesi per come pronunciano il suo nome. A suo dire “Emily Cooper” detto con cadenza francese sembra il nome di una compagnia aerea. Emily, concentrati meno sugli stereotipi e valuta se fare un biglietto di ritorno, piuttosto.

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4) Influencer per caso

Chiunque lavori nel mondo dei social e del marketing si sarà irritato almeno una volta alla vista del successo facile mostrato in Emily in Paris. Il personaggio di Lily Collins atterra a Parigi per lavorare come content strategist per un’ azienda di lusso, viene fatta passare come una che con i social ci lavora e che a Chicago è già un’ influencer di successo. Un’ influencer con solo 48 followers, che ne racimola altri mille postando boomerang a caso e partecipando a eventi a cui non è invitata, ma dove si distingue per creatività e ingegno: qual è stata la sua mossa vincente? Mangiare una fragola senza rovinarsi il rossetto. Che genio del marketing questa Emily, non c’è che dire!

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5) La lettera di Emily per Camille

Momento iconico, pensato e scritto per risultare cringe e imbarazzante: Emily in Paris tocca il fondo ma in maniera intelligente e ben pensata, mettendo in scena la lettera di Emily per Camille. Dopo che questa l’ha smascherata in maniera plateale alla festa di compleanno, Emily vuole farsi perdonare dall’amica e le scrive una lettera in francese. Il problema? Nessuna frase scritta da Emily ha senso, è tutto completamente sgrammaticato e incoerente. Del resto Emily non ci ha mai provato davvero a imparare la lingua francese, sono gli altri che, secondo lei, devono abituarsi ai suoi tempi e ritmi americani.

Emily in Paris: 5 scene poco chiare della serie tv