Attenzione: la recensione contiene spoiler della puntata di Euphoria 2x01
Euphoria è tornata, potente e senza filtri. La serie di Sam Levinson, capace di rivoluzionare il genere del teen drama fino a conferirgli un nuovo status ben lontano da quello precedente che lo vedeva come semplice televisione di intrattenimento, ritorna sugli schermi dopo una pausa di oltre due anni, durante la quale tuttavia sono mandate in onda due puntate speciali essenziali e coraggiose, dedicate a esplorare i punti di vista di Rue e Jules dopo gli avvenimenti della prima stagione. È proprio da qui che ricomincia la 2×01 di “Euphoria”, ambientata pochi giorni dopo gli episodi speciali, durante la sera di Capodanno. Un episodio che ci trasporta con forza all’interno di dinamiche nuove, che tuttavia ricalcano in parte quelle che i personaggi avevano già intrapreso in precedenza, in una lotta costante tra il desiderio di ricominciare e fare ammenda e la persistenza del senso di colpa, delle abitudini, di un destino che sembra già segnato. Guardare la puntata di Euphoria 2×01 vuol dire riconoscere il dolore e l’umanità dei suoi protagonisti, una sofferenza che riguarda la ricerca di un cambiamento ostacolato da responsabilità che affiorano costanti e non richieste, mentre i legami che li uniscono vacillano sotto il peso delle parole che a volte si sussurrano, altre volte nascondono, altre ancora si urlano in faccia disperatamente.
L’episodio si apre raccontando la storia di Fezco, che nella prima stagione avevamo visto quasi esclusivamente attraverso gli occhi di Rue, lontano da molti degli altri personaggi. Quella dello spacciatore è una vicenda di amore incondizionato eppure non convenzionale, quello che l’ha legato da sempre a sua nonna, colei che lo prende in casa salvandolo da un padre violento e amandolo profondamente, ma che allo stesso tempo lo introduce alla spaccio di sostanze stupefacenti, considerandolo fin da quando era un bambino il suo socio. L’infanzia di Fezco è segnata anche dall’arrivo di Ash, un bambino che entrato nella sua vita per caso diventa per lui un fratello minore, qualcuno da accudire nell’unico modo che conosce: amandolo e rendendolo parte attiva dell’attività che ha ereditato dalla nonna. Vediamo anche il momento in cui Fez è costretto a subentrare alla nonna quando questa è colpita da un malore che la lascia incosciente, lo osserviamo mentre accetta un destino difficile e pericoloso perché non conosce un’altra via e quindi trascinare con sé suo fratello Ash e quella che considera sua sorella, la fragile Rue.
Rue, ricaduta nella sua dipendenza nonostante la conversazione senza filtri intrattenuta con Alì nella puntata speciale a lei dedicata, non accenna all’intenzione di volersi disintossicare. La ragazza, precipitata in una crisi profonda innescata dall’abbandono di Jules nel finale della prima stagione di Euphoria, rimane coinvolta negli affari di Fezco, che tenta sempre di proteggerla ma che allo stesso tempo non riesce a negarle un’altra volta la droga, che cerca di tenerla vicino a sé ma allo stesso tempo è consapevole che la sua presenza è per lei tossica, non importa quali siano le sue intenzioni. Fezco considera Rue parte della sua famiglia, è pronto a mettere la sua vita nelle sue mani, eppure sa di essere una presenza negativa nella sua vita, di essere colui che più di chiunque altro contribuisce a rendere reale il desiderio di autodistruzione della ragazza. La relazione di Rue e Fezco, quell’amicizia che è talmente profonda da diventare un surrogato di famiglia, è condannata fin dal principio, è controversa e dolorosa, pura eppure inevitabilmente malsana. Rue ha una dipendenza, Fez è il suo spacciatore. Questo non passa mai in secondo piano, nonostante il bene sincero che i due si vogliono.
La spirale autodistruttiva di Rue continua per tutto l’episodio, il dolore per l’abbandono e la ricomparsa di Jules la spingono ad andare oltre, a provare l’eroina, a nascondersi. È così che incontra un nuovo arrivato – che speriamo vivamente venga presentato nelle puntate successive e possa diventare un personaggio fisso – un ragazzo che come lei si nasconde, che come lei ha una dipendenza. È lui che le resta accanto quando qualcosa non va, sebbene il suo starle accanto significhi in parte andare a fondo con lei.
Jules intanto resta sullo sfondo per buona parte dell’episodio, alla ricerca una libertà e una spensieratezza che forse non troverà mai e quando se ne rende conto istintivamente ricomincia a cercare Rue, forse perché è preoccupata, forse perché quel filo che le unisce non smette mai di farsi sentire. Quando finalmente la trova, Rue è lontana, anestetizzata dalla droga, persa nel suo dolore. Le due parlano per la prima volta della ricaduta di Rue, discutono di quell’abbandono di cui Jules si sente responsabile pur essendo stato per lei una necessità vitale. La dipendenza di Rue per la droga sostituisce quella che aveva per la sua ex ragazza, una dipendenza differente che temporaneamente l’aveva allontanata dalle sostanze stupefacenti eppure era malsana, prematura, basata su fondamenta instabili.
Jules è la luce di Rue, ma la luce da sola non basta, anzi, abbaglia, diventa troppo intensa. Il dolore di entrambe è talmente crudo, talmente palpabile da toccare il cuore dello spettatore, da sembrare reale. Allo stesso modo il loro amore è altrettanto potente, tanto che le due non riescono a stare lontane l’una dall’altra, quasi il loro rapporto fosse l’unica cosa a fuoco in un mondo che fatica a mostrarsi per com’è davvero.
L’altra storyline importante della 2×01 di Euphoria riguarda Cassie, la quale da quando è finita la prima stagione ha litigato con Lexi e ha chiuso la sua relazione con McKay. La ragazza viene avvicinata in un momento di debolezza da Nate, che la convince a seguirlo nonostante la necessità che questa gli professa di stare da sola, di conoscersi e cercare di non fare errori. Cassie si rivela allora incapace di sfuggire alla ricerca costante dell’approvazione altrui, soprattutto quella maschile, ancora di più nel momento in cui si ritrova ubriaca e facilmente manipolabile, le sue difese abbassate. La sua necessità di approvazione si scontra con il senso di colpa dilagante per aver ceduto alle lusinghe di Nate, mentre quest’ultimo continua a mostrarsi un villain vero e proprio all’interno di una serie dove i confini della moralità sono sfumati e i tabù aboliti. Quella di Cassie è un’angoscia che viviamo con lei, mentre la vediamo bloccata in bagno, terrorizzata di essere scoperta da Maddy, sempre più sconvolta da un senso di colpa che la mangia viva. Il percorso di Cassie durante la puntata la porta a una rivelazione finale, a quel “Non so se sono una brava persona” che racchiude tutti i suoi dubbi, che la lascia sola e a pezzi e con lei lo spettatore.
Una parentesi finale non si può che dedicare a Lexi e Fezco, i quali sembrano poter formare una nuova ship destinata a scalare la classifica delle migliori coppie di Euphoria. I due angeli custodi di Rue si ritrovano soli l’uno accanto all’altro per la prima volta durante la puntata e se fino a ora non li avevamo mai immaginati insieme non possiamo negare che questa potenziale coppia possa fornire linfa vitale a “Euphoria”, nonché regalare una storia d’amore meravigliosa alle due persone più affidabili della serie, che per una volta potrebbero apparire liberi di lasciarsi andare, liberi di sfidarsi. Rimane tuttavia il dubbio dell’impatto che avrà sul rapporto tra i due e sugli sviluppi della trama della seconda stagione di Euphoria l’aggressione di Fezco ai danni di Nate, così plateale, così improvvisa e pubblica (e, lasciatecelo dire, assolutamente meritata) da lasciare presagire imminenti problemi per lo spacciatore.
La puntata iniziale di questa seconda stagione getta le basi per un nuovo straordinario capitolo di Euphoria, riprendendo le fila di quanto accaduto in precedenza senza però focalizzarsi soltanto su queste, mostrando ancora con grande sincerità il disagio di questa generazioni di adolescenti, soffocata dal desiderio di essere amati che si scontra con una solitudine profonda, che tuttavia lascia spazio alla nascita di legami veri, necessari, imprevedibili eppure vitali. Questo episodio ci ricorda come oggi più che mai abbiamo bisogno di “Euphoria“ e siamo grati sia tornata suoi nostri schermi, pronta a sconvolgerci ancora,