Attenzione: la recensione contiene spoiler su “You Who Cannot See, Think of Those Who Can” (Euphoria 2×04)
Euphoria è sempre stata una serie che, nel suo essere rivoluzionaria e pronta a rompere gli schemi nei contenuti, si è sempre attenuta alle proprie regole quando si trattava della forma, della struttura di base dei suoi episodi. Eppure arrivati ormai alla quarta puntata della seconda stagione, quegli schemi narrativi iniziano a stare stretti alla serie di Sam Levinson, che in You Who Cannot See, Think of Those Who Can si allontana dallo schema classico delle puntate e ci trasporta con coraggio in una storia che per protagonista non ha una o più persone, bensì un tema: il peso schiacciante delle verità nascoste. Ecco allora che la puntata 2×04 di Euphoria si divide in tre filoni narrativi, ciascuno sviluppato intorno a un diverso segreto: la ricaduta di Rue nella dipendenza, la tresca tra Cassie e Nate alle spalle di Maddy e quindi la sessualità di Cal Jacobs. Tre storie che si sviluppano parallele e indipendenti e i cui finali divergono, ma tutte incentrate sulle conseguenze emotive, psicologiche e fisiche che le verità nascoste comportano per coloro loro malgrado costretti a mantenerle tali.
La prima sotto-trama, la più importante in termini di spazio e tematiche, è quella che vede protagonisti Rue, Jules ed Elliot. Se nella scorsa puntata (di cui vi abbiamo parlato qui) avevamo osservato come la dinamica tra i tre sembrasse portare un’inaspettata ventata di spensieratezza all’interno di Euphoria, eravamo anche consapevoli che questa non potesse che essere una situazione di temporanea leggerezza, destinata presto a infrangersi davanti alla consapevolezza della dipendenza di Rue e del ruolo di Elliot nel mantenerla segreta. Nell’episodio 2×04 vediamo la dinamica tra i tre andare a pezzi su un duplice fronte: da un lato la dipendenza di Rue la rende quasi del tutto disinteressata a tutto ciò che non ha a che fare con la droga, dall’altro vediamo evolversi la relazione tra Elliot e Jules, che non capisce quale sia la causa della distanza che sembra farsi sempre più presente tra lei e la sua ragazza e che cerca rifugio nel conforto del sesso tra le braccia di Elliot.
Se da una parte viene ancora affrontato il tema della presunta asessualità di Rue, in realtà la storia delle protagonista di Euphoria non segue tanto il tema dell’amore e del sesso – che pure resta centrale nella serie e in particolare nelle altre due sotto trame dell’episodio 2×04 – bensì quello della discesa nell’abisso in cui il personaggio interpretato da Zendaya si rifugia per scappare al dolore che le provoca stare al mondo, affondando sempre di più nel baratro dell’abuso di sostanze per autodistruggersi. La scoperta da parte di Jules della ricaduta della sua ragazza, che sconvolge profondamente quell’innocenza esistenziale da sempre parte di lei, potrebbe rappresentare una svolta a livello narrativo, ma difficilmente la sua reazione – qualsiasi essa sarà – potrà portare a una svolta nel viaggio di Rue, che sempre più a pezzi sembra destinata in questa stagione a toccare il fondo per non rialzarsi più.
In You Who Cannot See, Think of Those Who Can lo strano triangolo amoroso tra Cassie, Maddy e Nate, protagonista di quella che è stata forse la storyline principale – esclusa quella di Rue – durante questa seconda stagione di Euphoria, sembra quasi arrivare a una sua conclusione, sebbene quella che lo riguarda sia l’unica delle tre sotto-trame della puntata 2×04 che non si conclude con l’emergere della verità (se non quella che Nate Jacobs si contende con Nino Sarratore de L’Amica Geniale il titolo di peggior personaggio maschile della storia della televisione, ma questo lo sapevamo anche prima di guardare l’episodio). La vicinanza di Nate, così manipolatore, così propenso all’abuso fisico e verbale, è veleno tanto per Cassie quanto per Maddy ed è proprio durante la festa di compleanno di quest’ultima che osserviamo quanto siano tossiche le dinamiche tra loro, ma soprattutto la presenza del ragazzo nelle loro vite.
Cassie perde completamente il controllo di sé, non è più nulla se non un satellite di Nate, eppure lotta, distrutta dai sensi di colpa, cerca una via di fuga e infine esplode – quasi letteralmente – quando deve sopportare ancora una volta il dolore di vedere ferita la sua migliore amica, di non essere in grado di salvare né lei né se stessa. Sidney Sweeney continua a dimostrarsi un’attrice straordinaria e in ogni episodio riesce a portare in scena in maniera magistrale il conflitto interiore di Cassie, rendendo amabile perché complesso un personaggio che invece non ha fatto che prendere scelte sbagliate fin dall’inizio di questa seconda stagione di Euphoria. Altrettanto riuscita è l’interpretazione di Alexa Demie nei panni di Maddy, soprattutto nella scena della vasca idromassaggio in cui riesce a rappresentare perfettamente la dicotomia tra l’amore della ragazza per Nate e la consapevolezza che il loro rapporto sia per lei solo fonte di dolore. Se è vero che speravamo che il triangolo tra Cassie, Maddy e Nate finisse il prima possibile e che la sua presenza nella seconda stagione di Euphoria sembra in qualche modo fuori posto, sicuramente lo sviluppo che questo ha avuto nella puntata 2×04 apre a nuove interessanti dinamiche, sebbene il rischio di cadere nella trappola del cliché sia sempre presente.
La terza storyline dell’episodio è quella che vede protagonista Cal Jacobs e che segna probabilmente l’ultima apparizione del personaggio interpretato da Eric Dane nella serie. Avevamo lasciato il patriarca dei Jacobs alle prese con la doppia consapevolezza di aver soffocato se stesso e la sua sessualità da una parte e di aver cresciuto un mostro dall’altra. Messo di fronte alla sequenza di errori compiuti nella sua vita, ma soprattutto messo davanti a Nate (a cui confessa “Tu sei una parte di me che non capirò mai, ma di cui mi prendo la responsabilità”), Cal perde il controllo e spezza per sempre le catene che lo tengono prigioniero. Il suo viaggio nell’episodio lo porta ad affrontare l’immensa solitudine che lo ha portato a compiere azioni imperdonabili, che lo ha condotto sulla strada della perdizione e della sofferenza, ma che adesso non può e non vuole più sopportare. Se Cassie e Maddy rimangono ancora prigioniere delle manipolazioni di Nate, Cal Jacobs non si lascia più confondere, a costo di perdere tutto scappa verso una nuova vita, che forse lo porterà per la prima volta a vivere la sua verità. La sua storia giunge a una conclusione che è coerente con il suo percorso e allo stesso tempo, in linea con i toni dirompenti di Euphoria, in grado di sconvolgere il pubblico, lasciarlo interdetto davanti a un’inaspettata presa di posizione da parte di un personaggio che avevamo sempre visto come prigioniero e carnefice del proprio destino.
You Who Cannot See, Think of Those Who Can è un episodio spartiacque, che segna la fine di un capitolo e quello che sembra l’inizio di una nuova parentesi narrativa. Abbiamo visto tre bolle scoppiare, ma di nessuna delle tre abbiamo ancora potuto osservare la devastazione che si sono lasciate alle spalle, di nessuna abbiamo potuto esplorare le conseguenza ora che gli equilibri si sono spezzati. La speranza è che i prossimi episodi della seconda stagione di Euphoria non si focalizzino soltanto sui frammenti di dolore che l’emergere delle verità nascoste ha portato con sé, ma anche sull’evoluzione dei personaggi che finora sono rimasti inspiegabilmente in disparte come Kat, Lexi e Fezco, piuttosto che continuare a concentrarsi su dinamiche già viste come segreti e triangoli amorosi.