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Ciao, Fez 

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Facciamo un passo indietro, riavvolgiamo il nastro e torniamo all’ultima puntata della seconda stagione di Euphoria. Fezco è disteso a terra, mentre le sirene della polizia squassano gli alberi e le voci dei protagonisti. Il suo sguardo, come sempre fino a quell’istante maledetto, cerca una via di fuga – un ultimo briciolo di sopravvivenza. La polizia ha sparato, suo fratello Ash sta per lasciare questa vita, e l’idea di restare ancora una volta da solo è logorante. L’ultima puntata di Euphoria si chiude con l’ennesimo momento difficile per il suo protagonista, un’altra prova da superare per restare a galla. Fez avrebbe dovuto superare la prova più difficile e tendere una mano a Angus Cloud, l’attore che lo interpretava, e aiutarlo a vincere la sua stessa morte. La sua stessa fine. Oggi abbiamo perso entrambi, e probabilmente abbiamo capito che erano molto di più di una semplice identificazione di palcoscenico. 

Fezco è stato forgiato dalle brutte esperienze e queste ultime lo hanno aiutato a capire che cosa doveva fare davvero nel mondo. Il difficile, lo sa bene Fez, è non lasciarsi abbattere dai momenti brutti, e considerarli un dono – un dono crudele,  ma pur sempre un dono. Il personaggio di Euphoria è cresciuto con la nonna perché suo padre aveva deciso che l’unico modo per legittimare il fatto di essere genitore era massacrarlo di botte. Angus Cloud, invece, amava suo padre più di ogni altra cosa, e ha visto spegnere gli occhi stanchi del suo babbo una settimana prima della sua stessa dipartita, come un brutto scherzo del destino. All’interno di Euphoria, a dieci anni ha imparato a vendere sostanze stupefacenti come se fossero caramelle da barattare con i suoi migliori amici, e a quindici si è impegnato a diventare il miglior cecchino della zona. Entrambi, Angus nella vita di tutti i giorni e Fez in una serie tv, hanno combattuto contro la dipendenza da droghe pesanti, cadendo più volte in un vortice che risucchia l’anima a poco a poco, per poi rialzarsi nell’attimo che precede il buio più totale. Lo stesso Angus ha più volte dichiarato che interpretare Fezco lo ha aiutato a lottare con più veemenza contro quel demone spiegato, e che l’energia di Fez era uno spunto per la sua stessa quotidianità.

Ma c’è qualcosa che ha reso Fezco uno dei personaggi più belli di Euphoria, e quel qualcosa si chiama forza di sopravvivenza: c’erano muri da abbattere e Fez li ha disintegrati.

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La redenzione di Fez passa attraverso i momenti peggiori, e la scelta di amare Lexi diventa un pretesto per amare anche un po’ se stesso, perché nel riflesso degli occhi chiari della sua amata vedeva anche un briciolo della sua felicità. Fin da bambino ha conosciuto soltanto violenza, e anche se la vita continuava a dargli schiaffi di continuo, Fez nel frattempo ha amato come nessun altro, protetto gli altri come nessun altro, aiutato gli altri come nessun altro in Euphoria. Fez c’era per Rue quando quest’ultima vagava come uno zombie per le vie della città – c’era per suo fratello adottivo dal momento in cui è diventato parte della sua stessa anima e c’era persino per tutti quelli che lo giudicavano senza badare a spese. C’è e ci sarà ancora per Lexi quando entrambi scelgono di diventare mosche bianche in mezzo al nero, concedendosi una una spalla a vicenda su cui piangere nei momenti peggiori. In conclusione, L’umanità del personaggio non è stata risucchiata dalle dinamiche sporche in cui era coinvolto, altresì è stata offerta a tutti come luce da preservare.

Fezco è già stato il protagonista della sua recita

Provate un po’ a pensare all’ultima puntata di Euphoria – alla recita imbastita da Lexi sul palco della scuola, e provate a capire chi manca come spettatore. La risposta è Fezco. Fezco non è uno spettatore ma è sempre stato l’outsider della serie HBO, e la sua assenza sembra l’ennesimo punto di contatto tra attore e personaggio. Sembra quasi che Angus abbia chiesto a Fezco un po’ di compagnia, che gli abbia offerto di sedersi accanto a lui per scambiare qualche battuta su una vita che sembra una partita di tennis, dove la sopravvivenza si misura sulla forza con cui colpisci la pallina, anche se sei al limite estremo delle forze. Angus e Fez hanno probabilmente trovato un avversario più forte dall’altra parte della rete, ma hanno di certo lottano fino all’ultimo match point. Fino all’ultimo brandello di vita. 

Facciamo un passo indietro, riavvolgiamo il nastro e torniamo alla prima presentazione di Fez: L’adolescente Rue Bennett, affetta da disturbo d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo da deficit di attenzione/iperattività e un possibile disturbo bipolare, torna a casa dalla riabilitazione dopo essere andata in overdose e acquista immediatamente nuove droghe dal suo amico e spacciatore di fiducia Fezco. Ripartiamo da qui. Come se non fosse successo nulla. Come se Fez sia ancora qui con Angus e viceversa, e facciamo finta che la recita sia solo tra loro due, in un posto nel cielo dove la sirena della polizia non possa arrivare. Dove si senta solo Stand By Me, la canzone preferita di Fezco.

When the night has come And the land is dark And the moon is the only light we’ll see. No, I won’t be afraid Oh, I won’t be afraid Just as long as you stand Stand by me so darlin’, darlin’, stand by me Oh, stand by me Oh, stand Stand by me stand by me

If the sky that we look upon Should tumble and fall or the mountain should crumble to the sea I won’t cry, I won’t cry. No, I won’t shed a tear Just as long as you stand Stand by me

Addio, Fez