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Rue Bennett nel labirinto

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Qualche tempo fa ho deciso finalmente di recuperare Euphoria, che tutti mi hanno giurato essere un piccolo gioiellino.
Mentre la guardavo, un pensiero costante mi sfiorava la mente: “per fortuna non sono più un’adolescente”. In Euphoria infatti, che è la cugina d’oltreoceano di Skins, l’adolescenza è un buco nero dal quale sembra non esserci scampo. I sette ragazzi che ci vengono presentati e raccontati di puntata in puntata dalla voce fuori campo di Zendaya, sono solo apparentemente sereni con se stessi e con le loro vite. Ogni puntata è strutturata in modo tale che ci si addentri poco a poco nei problemi, nei segreti e nella psiche dei protagonisti. E mentre andavo avanti e scoprivo nuovi inconfessati aspetti delle loro vite, più mi sono resa conto di non riuscire a empatizzare completamente con queste storie. Non come una volta. Anni fa mi sarei sentita vicina a questi teenager e ai loro problemi, ma adesso li trovo per la maggior parte del tempo incomprensibili. Tranne Ru.

Ru si perde all’interno del suo stesso labirinto, incapace di trovare una via di uscita che finalmente possa trarla in salvo.

Euphoria

When I go disappear

Come una nave senza timone, vediamo la vita di Ru infrangersi ripetutamente contro gli scogli, senza una rotta. La ragazza si lascia trascinare dalla corrente, incapace o non desiderosa di trovare un’altra strada, di uscire finalmente da questo percorso autodistruttivo. La prima volta che incontriamo Ru, pensiamo ingenuamente che alla fine si risolverà tutto, perché è questo che succede nelle storie no? All’inizio abbiamo il protagonista nel suo momento più buio ma poi lo vediamo elevarsi e trovare finalmente la felicità. Ru stessa ci racconta la sua storia, di come sia sempre stata diversa e strana perché qualcosa nel suo cervello era “difettoso”, di come la morte di suo padre abbia definitivamente spezzato qualcosa in lei, di come le droghe siano diventate l’unico mezzo per trovare la pace, per non sentire più alcun dolore.

Con un sorriso stanco, Ru si abbandona al nulla mentre attorno a lei imperversa la vita, terribile, cattiva, difficile ma pur sempre vita.

Osservando tutto questo all’inizio, crediamo davvero che il cambiamento avverrà. Riusciamo ancora a provare empatia nei confronti di questo personaggio, in fin dei conti non è davvero colpa sua, non è lei ad avere scelto come nascere. Poi iniziamo a vedere delle crepe attraverso il muro che abbiamo costruito per proteggerci dalla verità. Ru non è un’eroina, è solo una ragazza incapace di impedirsi di fare del male a sé o alle persone che ama. Il vuoto al quale Ru si abbandona, ha effetti su tutte le persone che le stanno attorno e che la amano. Ed ecco che sorge una domanda: possiamo davvero provare empatia per un personaggio che continua reiteratamente a sbagliare? La risposta è davvero troppo complessa.

Too much in my system (Famine, famine)
Money MIA (Pockets hella empty)
Mama making ends meet (Making ends meet)
Working like a slave (Mississippi, ayy, ayy)
Daddy ain’t at home, no (Father, Father)
Gotta be a man (Michael Corleone)

troppo nel mio sistema (carestia, carestia)
soldi dispersi (tasche maledettamente vuote)
mamma tenta di sbarcare il lunario (sbarcare il lunario)
lavorando come una schiava (Mississipi, ayy, ayy)
papà non è a casa, no (padre, padre)
devi essere un uomo (Michael Corleone)

I momenti più intensi riguardanti Ru sono quelli che la vedono interagire con la propria famiglia. Vediamo come le azioni della ragazza abbiano avuto degli effetti non indifferenti su suoi cari, in special modo sulla sorella minore traumatizzata dall’averla trovata in overdose. Il rapporto con la madre è complicato, come più o meno sempre capita, fatto di urla, di porte che sbattono, di lacrime e sangue ma anche di tanto amore non detto e di attesa. Attesa silenziosa di fronte a una porta chiusa e l’amore di una madre che non ti abbandonerà mai.

Dreamers are selfish

Negli occhi di Jules, Ru pensa di aver trovare finalmente la salvezza. Ma nell’amore per Jules la ragazza non trova davvero una via di uscita, non sarà lei a portarla fuori dal labirinto. Se inizialmente infatti è per Jules che Ru promette di smettere con le droghe, è poi sempre per Jules che finisce per ricascarci nel momento in cui si sente abbandonata dalla ragazza.

A star in your eyes (Oh, oh, oh, oh)
Guilty or innocent
My love is infinite, I’m giving it
No need for prisoners

una stella nei tuoi occhi
colpevole o innocente
il mio amore è infinito, e lo sto dando via
non c’è bisogno di fare prigionieri

Gli amori adolescenziali durano un battito di ciglia. Jules si innamora di Ru in una puntata per poi innamorarsi di una ragazza di città nella successiva, non è il tempo delle promesse, dei progetti a lungo termine ma questo Ru non lo sa. Attaccata a un ideale, Ru vede in Jules ciò che vuole vedere, si convince ostinatamente che lei sia come una damigella in difficoltà che lei deve salvare a tutti i costi. Le idee, ambizioni e sogni di Jules finiscono per portare sempre Ru sull’orlo del precipizio, incapace di gestire tanta vita. Per tutto il tempo in Euphoria, i sogni di Jules rappresentano gli incubi di Ru. L’amore che esiste tra le due ragazze non è quello ideale, come potremmo pensare a una prima occhiata, è un amore tossico che non rappresenta altro se non un’altra delle dipendenze di Ru.

Dreamers are selfish
When it all comes down to it
I hope one of you come back to remind me of who I was
When I go disappear
Into that good night

i sognatori sono egoisti
alla fine dei conti
spero che uno di voi torni indietro per ricordarmi chi ero
quando scomparirò
in quella dolce notte

L’egoismo di Jules si percepisce nel finale di Euphoria quando, ignorando le paure e perplessità di Ru, vuole convincere la ragazza a venire con lei in città a abbandonare una volta per tutte la provincia. Ma questo è il sogno di Jules, non quello di Ru. Al binario la nostra protagonista capisce finalmente che per tutto quel tempo non ha fatto altro che attaccarsi a un’immagine irreale.

La Jules che aveva idealizzato, alla quale si era aggrappata così ardentemente non è mai esistita, come già qualcuno le aveva detto. Ru ha solo sostituito una dipendenza con un’altra.

L’amore di Ru non basta, Jules è una sognatrice e questo a rende egoista, incapace di contraccambiare questi sentimenti così genuini. Ru sceglie quindi di non seguire Jules, ma ancora una volta le azioni della ragazza hanno di riflesso delle ripercussioni su di lei che, incapace di sostenere tanto dolore, ricade nell’uso delle droghe. In una bellissima sequenza onirica nel finale di Euphoria, Ru balla e canta sulle note di All for us, scala una montagna di corpi umani attirata da una luce calda e luminosa per poi cadere rovinosamente nel vuoto. Di nuovo.

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