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La parodia, i supereroi, lo humor britannico: in una parola, Extraordinary

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Attenzione: L’articolo può contenere spoiler su Extraordinary

L’umorismo britannico è celebre a livello internazionale per il suo surrealismo eccentrico e freddo, quasi oscuro e decisamente adulto. Ed è proprio un linguaggio come quello comico inglese che può essere una delle chiavi migliori per prendersi gioco di uno dei generi più storicamente noti e ancora attualmente popolarissimi. Quella dei supereroi è una narrazione di culto che attraversa fan di tutte le età e dalle eterogenee caratteristiche, alle volte può persino risultare inspiegabile un successo del genere. Eppure, il formato continua a distanza di anni a confermarsi un punto di riferimento capace di sorprendere e appassionare sempre, in mille modi differenti e con storie fitte e intriganti. Ed ecco che, nel corso del tempo, si sono alternati diversi titoli che hanno ripreso e rivoltato il genere, proponendo storie inedite e originali. Basti pensare al recentissimo successo di Amazon Prime Video The Boys. Proprio per questo, in un contesto dominato dai titoli sui supereroi e all’apparenza strabordante di offerta, si inserisce la nuova serie tv originale Disney+ creata da Emma Moran.

Extraordinary è l’irriverente comedy britannica di cui non sapevamo di aver bisogno.

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Extraordinary (640×358)

Debuttando su Rotten Tomatoes con un notevole 100% Critic Rating e 91% Audience Score, la serie tv, disponibile negli Stati Uniti su Hulu e in Italia su Disney+, funziona grazie alla disimpegnata natura della sua storia. Extraordinary decide di rovesciare la situazione rimescolando le carte di ciò che è considerato ordinario e ciò che è fuori dalla norma. In un mondo in cui tutti gli esseri umani, all’età di diciotto anni, sviluppano un superpotere differente, la protagonista Jen (Máiréad Tyers) è l’anomalia nel convenzionale, essendo tra i rari adulti non ancora dotati di particolari abilità. La frustrazione della giovane venticinquenne, esclusa involontariamente dalla comunanza che unisce la popolazione e la addita a diversa, ne orienta percezioni e impulsi.

Jen è stanca di sentirsi diversa ed è spinta dal desiderio d’avere, anch’essa, un superpotere che la faccia sentire realizzata in quanto persona adulta e civilizzata. Anche se non sempre le superdoti sono incredibili come nel canonico universo dei fumetti e delle produzioni audiovisive. Infatti, in Extraordinary le irripetibili capacità speciali di ciascuno vengono depotenziate e derise con la pungente satira parodica britannica. Alcuni poteri sono quelli comunemente noti (la super-forza di Andy, la sorella di Jen; la super-velocità di Gregor, il rivale di Kash; o la capacità di volare di Luke, con cui la protagonista ha una frequentazione); altri invece sono assurdi, folli al punto tale da augurarsi tutt’altro (Randall stampa oggetti 3D dall’ano, Gordon fa raggiungere l’orgasmo a chiunque lo tocchi).

Proprio per questo, Extraordianry si diverte a prendersi gioco degli ambiti e irraggiungibili superpoteri, rendendoli banali, bizzarri, depotenziandoli e svuotandoli dell’elemento di esclusività. E impiegandoli per proporre situazioni tra le più irrazionalmente comiche.

Essere diversi non è semplice, a volte vorremmo solamente essere coccolati dalla rincuorante sensazione di essere solo una goccia nel mare. E’ lo stesso malessere e bisogno di sentirsi integrata che orienta Jen, interpretata da Máiréad Tyers. Una giovane donna che non attende altro che la rivelazione della sua peculiare abilità, qualunque essa sia. Nel suo viaggio alla scoperta della sua anormale normalità, la protagonista è affiancata dai due coinquilini con cui vive in un appartamento nell’East London: Kesh (capace di riavvolgere indietro il tempo) e Carrie (l’amica di sempre in grado di far da tramite per la comunicazione coi defunti), e dal gatto randagio adottato, rivelatosi essere un umano mutaforma incapace di governare il proprio potere, Mr. Schizzo. Nel quotidiano, Jen si imbatte in una pluralità esilarante di individui con doni tra i più disparati, che non fanno altro che farla sentire fuori posto, sviluppando invidia persino verso chi è in grado di evocare le carpe.

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Extraordinary (640×444)

L’irrefrenabile desiderio di conoscersi e trovare una propria collocazione nel normale scorrere degli eventi tartassa la protagonista, che è tutt’altro che uno stinco di santo. L’acido egoismo e il cinismo che la contraddistinguono sono dettati proprio dalla corazza che Jen ha costruito per difendersi da una società in cui persino la famiglia la etichetta come anomala. Con un ironico gioco di inversione delle strutture convenzionali, Extraordinary è estremamente demistificante, nel ricordare con situazioni eccentriche e comicamente assurde quanto non ci sia nulla di male nel essere delle persone comuni. Il tono parodico con cui vengono derisi i soliti irraggiungibili superdotati è commedia colante in una serie tv senza costumi in lattice o pericolosissime calamità e/o antagonisti da affrontare.

Nella serie tv Disney+ e Hulu, tutto è tremendamente terreno, tangibile, comune.

Extraordinary è la storia di supereroi terresti, mortali e convenzionali, quasi scorretti e controversi nel loro modo di usare le particolari doti senza una vera vocazione. Se non quella che muove Kash e la sua sgangherata banda di aiutanti a cercare di sfruttare i propri poteri per essere dei veri supereroi, più per il puro gusto verso l’azione e l’avventura, che per una propensione alla pubblica utilità. Extraordinary è quello show di cui avevamo bisogno in un mondo di eroi e cattivi inarrestabili e scintillanti. Jen, la sua famiglia, i suoi coinquilini, e tutti gli eccentrici superdotati che la circondano, rappresentano la vera natura umana. Ciò che accadrebbe realmente se da un giorno all’altro avessimo tutti un qualche superpotere distintivo, insolito o concretamente utile, qualunque esso sia. Extraordinary non cela particolari messaggi introspettivi e pretenziosi, racconta con naturale disinvoltura la realtà comune di chi non è capace di governare il proprio corpo e i propri impulsi.

Extraordinary è ruvido e umano, più di qualsiasi altro titolo sui supereroi, ora demistificati e depotenziati come non mai in una storia eccentrica e senza veli.

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Extraordinary (640×415)

Già rinnovata per una seconda stagione al momento della sua premiere britannica, Extraordinary è in grado di conquistare anche grazie a una combinazione vincente di una serie di elementi caratteristici di alcuni tra i titoli comici migliori degli ultimi anni. Emblematica è l’attribuzione dei superpoteri a un gruppo di persone comuni, che ne fanno usi non sempre straordinari o eticamente corretti, un po’ come accadeva nella demistificante Misfits che già nel 2009 proponeva una spregiudicata dark comedy britannica con un gruppo di giovani criminali misteriosamente detentori di bizzarri poteri. Il cinico modo di raccontare in maniera parodica l’universo dei supereroi è anche l’elemento chiave di The Boys, una delle serie tv più intriganti degli ultimi anni. In qualche modo, la proiezione in un contesto quotidiano e odierno delle insolite abilità rimanda al calda e avvolgente satira inglese di Derry Girls, di cui ritroviamo l’irresistibile Sorella Michael nei panni di Mary, la madre della protagonista. Nonostante i rimandi a dinamiche non necessariamente inedite nel mondo narrativo, Extraordinary si fa conoscere e apprezzare per uno stile identitario che racchiude a pieno la sua irriverente storia di cui non sapevamo di avere bisogno, sino alla visione del suo primo episodio.

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