Gli ultimi trailer di Fallout hanno portato un ottimismo insperato. Quando si parla di serie tratte da videogiochi, a causa di tanti orrori visti in passato, c’è sempre una certa diffidenza da parte del pubblico. Recenti successi, tra cui l’incredibile The Last of Us, stanno cambiando gradualmente le cose. È evidente infatti che, oltre a grandi investimenti e alla scelta di attori e tecnici di grande livello, c’è molta attenzione al coinvolgimento dei creatori della controparte videoludica. Questo dà vita a storie molto rispettose del materiale originale. Purtroppo ancora non è sempre così: il caso di The Witcher è la prova che sia ancora possibile rovinare serie amatissime con scelte scellerate.
Fallout deve ancora uscire, al momento non possiamo che incrociare le dita e sperare che tutto andrà per il meglio, ma i trailer lasciano davvero ben sperare. La casa di produzione della serie videoludica di Fallout, Bethesda Softworks, ha però a catalogo anche un’altra grandissima serie. Si tratta di The Elder Scrolls, giunta alla massima fama con il quinto capitolo, ovvero il celebre Skyrim. Si tratta di una delle serie videoludiche di maggior successo di sempre, una delle più amate e celebrate, in attesa dell’uscita del sesto capitolo da quasi 13 anni (ahimè!). Quello che però occorre sottolineare è che, al netto delle opportune differenze, Skyrim e Fallout presentano notevoli somiglianze.
Oltre alle somiglianze di carattere maggiormente tecnico, di cui in questo caso non ci importa parlare, ad accomunarle è anche un approccio narrativo simile. Entrambe sono serie vastissime, nelle quali l’esplorazione è il cuore delle vicende. Sono caratterizzate da un’ottima storia principale ma, alla luce dell’enorme quantità di secondarie e della loro bellezza, spesso l’esperienza di gioco si focalizza su tutto il resto. Tanti videogiocatori hanno trascorso ore e ore su Skyrim senza mai completarne la trama, concentrandosi su tutto il resto.
Da questo punto di vista, The Elder Scrolls e Fallout sono molto simili. D’altronde sono sviluppate dalla stessa azienda e condividono molte delle menti che ci sono dietro
Per questa ragione abbiamo deciso di avanzare una suggestione: se Fallout riuscisse a ottenere un grande successo, non sarebbe forse ora di realizzare una serie su The Elder Scrolls? Magari basandosi principalmente proprio su Skyrim? D’altronde qualche anno fa si era già vociferato in merito a questa possibilità.
Certo, il quinto capitolo non è affatto l’unico della serie, né necessariamente il più bello. I primi due capitoli, Arena e Daggerfall, presentavano un mondo di Tamriel già molto interessante, con due GdR tecnicamente problematici (Daggerfall è ricordato come uno dei giochi col maggior numero di bug di sempre) ma di buon successo. L’ispirazione a Ultima, la serie fantasy per antonomasia del tempo, era evidente.
A partire dal terzo capitolo subentrò Todd Howard, diminuendo la vastità del mondo di gioco in favore di una maggiore cura, grazie alle nuove possibilità tecniche che poteva permettersi. Il gioco, che ha il nome di Morrowind, è ancora amatissimo e ritenuto da molti il miglior capitolo della saga. Anche il quarto, Oblivion, ha molti videogiocatori a sostenerlo e, anche se si tratta di una minoranza, c’è chi l’ha preferito a Skyrim. Il materiale narrativo all’interno di questa serie non manca affatto e, anche soltanto concentrandosi su questi 3 capitoli, gli spunti narrativi sarebbero così tanti che sarebbe difficile scegliere.
Parliamoci chiaro però: se amate la saga, non vorreste vedere sullo schermo una trasposizione, per esempio, dello scontro tra gli imperiali e Ulfric manto della tempesta? Noi decisamente sì!
Ciò che è davvero necessario però, resta il successo di Fallout, perché solo questo potrebbe dissipare ogni dubbio sulla potenzialità di queste due serie videoludiche. Come dicevamo prima infatti, le due serie presentano notevoli somiglianze nell’approccio narrativo. Il maggior dubbio in merito al successo di Fallout, dubbio che manterremo finché non vedremo la serie, è rappresentato proprio dalla scelta in merito a cosa raccontare, quali aspetti del mondo e della trama mantenere, quali riuscire a non tagliare. Oltre a ciò, occorre anche delineare il protagonista, il quale va sostanzialmente inventato di sana pianta. Dietro a Fallout però ci sono nomi di grande spicco, come Jonathan Nolan e Lisa Joy, che hanno rassicurato i fan preoccupati. A fianco a loro, la notizia del coinvolgimento del creatore Tim Cain ha portato grande ottimismo tra gli appassionati.
Se dunque la scommessa Fallout funzionasse, allora si potrebbe davvero replicare un’operazione simile, molto simile, anche per la serie di The Elder Scrolls. Il pubblico continua sempre a dimostrare di attendere con ansia nuove serie fantasy, anche se il livello medio purtroppo non è così alto. Per quanto riguarda il fantasy più classico, a parte House of the Dragon c’è ben poco altro in corso che sia riuscito a conquistare tutto il pubblico.
Gli Anelli del Potere e La Ruota del Tempo, tanto per fare i due nomi più importanti e costosi, non hanno affatto ricevuto un’accoglienza entusiasta
Ci auguriamo davvero di vedere un giorno una serie su The Elder Scrolls con il coinvolgimento di Todd Howard, le musiche di Jeremy Soule e alla scrittura nomi di tutto rispetto. Ciò che conta davvero è che la lezione di The Last of Us e (speriamo) di Fallout venga appresa. Per realizzare queste trasposizioni occorrono amore e cura nei confronti dell’opera originale. Il potenziale c’è, poiché si tratta di storie già amate da tanti, tantissimi appassionati. È importante non sprecare questo enorme potenziale. E nella saga di The Elder Scrolls, in Skyrim e Morrowind in particolare, c’è tanto da raccontare.
Incrociamo le dita e speriamo che un giorno verremo accontentati. Ribadiamo il nostro appello: se Fallout dovesse essere un successo, perché non valutare una bella serie su The Elder Scrolls? Fateci questo regalo, per favore. Vogliamo vedere Whiterun, vogliamo vedere i draghi… e il Dovahkiin tornare, accompagnato dalle magnifiche musiche della serie.