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Mi chiamo Stefania, ho 29 anni e la Serie Tv che odio di più al mondo è Pretty Little Liars

pretty little liars grey's anatomy
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Decidere di scrivere questo articolo non è stato semplice, devo ammetterlo. Il pensiero che “un attacco” a una tra le Serie Tv più seguite degli ultimi anni potesse creare maretta tra coloro che ci leggono ogni giorno, mi destabilizzava. Poi, però, mi sono decisa: voi ci leggete anche per la nostra sincerità, quindi perchè no? Perchè non mostrarvi il lato oscuro della nostra redazione? Eccomi qua! Faccio outing! IO ODIO PRETTY LITTLE LIARS! La odio tanto, non ne capisco il successo e penso che non lo capirò mai.

UNA LIBERAZIONE!

Mesi e mesi di commenti positivi e occhiolini tattici quando mi capitava di parlare di questa Serie mi stavano distruggendo.

pretty little liars

I motivi di quest’odio sono molteplici e, in questo articolo, ve li racconterò sperando vivamente di non offendere nessuno. Facciamo finta di essere in una puntata della Serie Tv In Treatment: voi sarete i miei Sergio Castellitto personali e io sarò la vostra fedele paziente.

Come suggerito dal titolo, non ho esattamente 15 anni quindi la mia esperienza sui teen drama è di lunga data e decisamente consolidata. Dopo Beverly Hills 90210, Dawson’s Creek, One Tree Hill, The O.C., e Gossip Girl credevo di essere sufficientemente vaccinata e di poter superare tutto. Le mie speranze, invece, erano vane e sono riuscita a farmi deludere da Pretty Little Liars.

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L’idea che sta alla base della Serie (tratta dall’omonima serie di libri di Sara Shepard) poteva essere, in teoria, valida: un gruppo di amiche perde tragicamente un membro importante, il perno dell’intero gruppo, la persona che le teneva unite. Dal momento della scomparsa della ragazza, l’intero gruppo diventa vittima di uno/a stalker che le spia e interferisce, pesantemente, nelle loro vite. Se ci fermiamo a questo, la Serie non sembra male. Il problema è che non ci fermiamo! Nessuno si ferma, continuano tutti… per sette interminabili e disperatissime stagioni.

Le amiche sono, ovviamente, tutte bellissime, ricchissime e piene di problemi; inoltre hanno, alle spalle, famiglie facoltose che, però, perdono pezzi a ogni puntata. Da subito viene spiegato quale sarà l’andamento della Serie: tutto è una disgrazia, non ci sarà mai una gioia e ragazzine di 16 anni verranno indagate più spesso di quanto non lo sia mai stato Charles Manson, il feroce serial killer pazzo visionario.

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Una delle cose che più mi ha sconcertato, di Pretty Little Liars, è la totale mancanza di emozioni. Muoiono ragazzi giovani, avvengono rapimenti e sequestri, madri tradiscono le proprie figlie, professori intrattengono relazioni sessuali con le studentesse ma nulla riesce a scalfire l’alone di perfezione che hanno le protagoniste. Soprattutto nulla ferma la lotta allo/a stalker che sembra essere la loro unica ragione di vita. Ogni momento di fragilità viene superato in pochissimi step e, tra una puntata e l’altra, problematiche serie e importanti vengono affrontate come se fossero “acqua fresca”.

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Un tema importantissimo come quello dell’omosessualità al femminile (sempre troppo poco affrontato) viene impostato come serio ma poi superato senza particolari approfondimenti. Stessa cosa avviene per il tema dei disturbi alimentari e delle tossicodipendenze: se una tua amica è dipendente dalle pasticche tu che cosa fai? Ma chiaramente ti preoccupi dei messaggini che lo/a stalker “A” ti manda! Della probabilità che “A” possa far conoscere a tutti che “il giorno della scomparsa della tua amica tu eri con il tuo professore e non a casa”! Sono questi i veri problemi della vita.

E quando tu e le tue amiche venite rapite e tenute rinchiuse in una casa in cui siete costrette a partecipare a un gioco in stile “Saw” come reagiscono le famiglie? Cosa fa la polizia? Beh… non è che potete essere al centro del mondo eh! Se vostra madre ha tempo, tra un amante e l’altro, forse può avere un principio di preoccupazione, con moderazione e senza esagerare, mi raccomando!

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Come se tutto questo non bastasse, bisogna sottolineare che i personaggi sono tantissimi e cambiano ruolo in continuazione: quello che nella prima stagione era un disadattato, probabile assassino, diventa, più avanti, il tutore numero uno della Legge nonchè fidanzato di una delle protagoniste; chi è “A” nella prima stagione non lo è più nelle successive.

Insomma, in una realtà in cui nulla è come sembra, stare al passo con la storia è complicatissimo, peggio di quello che succede quando si guarda “Beautiful”. Se la cara, e sempreverde, Brooke Logan si trovasse, per sbaglio, a Rosewood, si sentirebbe spaurita e non capirebbe cosa le sta succedendo… lei, proprio lei che, nella sua vita, ne ha passate di ogni, lei che si è sposata quasi venti volte e sempre con le stesse persone.

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E vogliamo parlare della recitazione delle protagoniste?

Sicuramente giovanissime, sicuramente non stavano recitando ne “Il Gattopardo” di Luchino Visconti però a tutto c’è un limite! In un mondo in cui attori bambini fanno impallidire grandi Premi Oscar e proprio questi ultimi partecipano alle Serie Tv, si può veramente tollerare in Pretty Little Liars una così grande mancanza di espressività e, in alcuni momenti, di talento? Se non fosse per le espressioni, e le scene senza trucco, di Troian Bellisario, la recitazione, in questa Serie, sarebbe un totale disastro, ci saremmo sentiti in una vera valle di lacrime.

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Ultimo importante aspetto, che ha fatto rabbrividire la povera donna che vi scrive, è quello amoroso. Anni di teen drama ci hanno insegnato che il tormento adolescenziale non è semplice da descrivere, si rischia sempre di risultare banale e di non rappresentare appieno quello che l’amore è per dei ragazzini di 16 anni.

Vengono, così, inseriti stereotipi che aiutano gli sceneggiatori a uscire da questo empasse: la teenager “più esperta” che genera passione nei ragazzi e invidia nelle ragazze, il giovane omosessuale che non sa come affrontare i pregiudizi della società, il nerd che si rifugia nei videogiochi ma che, alla fine, riesce a conquistare la ragazza dei suoi sogni, il ribelle che affascina anche le ragazze di “buona famiglia”, la cheerleader e il quarterback che formano la coppia più popolare della scuola.

In questo modo, tra alti e bassi, ogni teen drama del passato è riuscito a descriverci un mondo comunque vicino a quello reale. Pretty Little Liars, invece, NO. Gli amori sono confusi, poco romantici e mettono al centro sempre la ricerca dell’identità di “A”, sta benedetta “A” che tutto fa e tutto disfa. Ma dove sono le farfalle nello stomaco? Dove sono le notti insonni trascorse a pensare a quella telefonata serale? Non ci sono. Non c’è nulla.

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Il successo strepitoso di questa Serie Tv mi ha convinto a guardarla e mi ha fatto credere che fosse nato un nuovo concetto di teen drama che, però, conservava la magia dei classici: come il canto delle Sirene ha ingannato Ulisse, così “Pretty Little Liars” ha ingannato e deluso me.

Ora io non posso far altro che ringraziarvi per aver accolto questa mia confessione e chiedere scusa a coloro che, invece, amano questa Serie Tv.

Proprio a voi dico: ragazzi, vi voglio bene comunque e spero che voi facciate lo stesso con me.

Con amore.

Stefania

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