La terza stagione di Fargo è (finalmente) iniziata. La sera americana del 19 aprile scorso, infatti, la produzione FX ha distribuito l’episodio pilota, chiamato “The Law of Vacant Places”, ed è stato proprio quello che ci aspettavamo. Commedia, dramma, assurdità e paradosso sono tornati come marchio di fabbrica dei fratelli Coen, sprigionando il caos; tuttavia, il caso da cui sono dipesi alcuni eventi rappresentati in questo pilot ci ricorda che niente in Fargo è prevedibile, ed è questa relazione fra la casualità e i personaggi principali che analizzeremo in questo articolo. SPOILER ALERT.
Come anticipato, questa prima puntata di Fargo sembra mantenere lo stesso tono narrativo delle due stagioni precedenti: scappa qualche sorriso vedendo determinate scene, ci si inquieta notevolmente invece osservandone altre, si rimane sconvolti davanti ad altre ancora. Quello che rimane, e che si conferma la costante tra le 3 stagioni, è il modo attraverso cui queste scene, dalle più comuni alle più assurde, vengono trasmesse allo spettatore.
Eppure, se parliamo del pilot nello specifico, c’è una forte dissonanza strutturale; infatti, sia nella prima che nella seconda stagione, l’omicidio che scatenava una serie di eventi e reazioni a catena si verificava circa a metà puntata. In questo episodio, invece, gli eventi di sangue si concentrano alla fine, prima con la morte del padre della detective Gloria Burgle e poi con quella del suo assassino Maurice, ad opera di Ray e Nikki. A quest’ultimo proposito, vanno fatte delle precisazioni.
Analizziamo innanzitutto la manifestazione del caos: i tre personaggi a cui siamo istintivamente portati ad associare questo concetto sono senza dubbio Ray, Nikki e Maurice. In particolare quest’ultimo, un uomo dipendente dalla droga e sottoposto a libertà vigilata, incarna alla perfezione l’idea di imprevedibilità che, unita alla sua inettitudine, crea il caos: morirà, per mano sua, il padre di un personaggio assolutamente slegato dagli affari tra Maurice e Ray, la detective Gloria.
Ma torniamo all’imprevedibilità. Ray, fratello minore del più ricco e fortunato Emmit, chiede a Maurice, del quale controlla la libertà vigilata, di rubare un francobollo molto caro dalla casa del fratello. Tutto andrà storto e quando Ray lo scopre, ecco che emerge l’altra scheggia impazzita: la fidanzata, Nikki. Con un calcolo letteralmente al secondo, fa precipitare il condizionatore sul corpo di Maurice, che era ormai fuori dal palazzo, uccidendolo brutalmente.
Al caos si lega, indissolubilmente, il caso. Esso è sostenuto da un altro vero e proprio marchio di fabbrica di Fargo: l’equivoco. La morte del padre di Gloria avviene esclusivamente per un equivoco; Maurice, infatti perde il biglietto con l’indirizzo che gli era stato indicato da Ray e si affida alla memoria, ovviamente sbagliando. Questo evento, dettato dal caso, scatena il caos e includerà un gran numero di persone, nelle prossime puntate, che non avevano neanche lontanamente idea di trovarsi implicate in un crimine simile o in quelli che sicuramente seguiranno.
Da ultimo, un appunto che va tenuto a mente come se fosse un memorandum: in Fargo nessuno è chi dice di essere. Il paradosso diventa abitudine, la violenza diventa consuetudine. La terza stagione è iniziata, e noi abbiamo già capito che saremo nuovamente stupiti.