Fargo è una di quelle opere straordinarie che riescono a farti apprezzare il genere seriale come poche cose. Gli insegnamenti filosofico\esistenziali di Lorne Malvo, la lucida follia che accompagna l’istantaneità di un raptus, la violenza domestica che stravolge un’esistenza per sempre, il fatalismo, la controversa ricerca di se stessi. Fargo si colloca tra quelle opere televisive che ti fanno sembrare una serie tv un vero e proprio prodotto cinematografico, addirittura più profondo ed intenso. Fargo è un capolavoro di regia, di scrittura e di trama, e non a caso nel 2014 si è imposto come una delle migliori novità seriali (2 golden globe, 3 emmy) o meglio “miniseriali” (10 episodi), firmata dai fratelli Cohen e da Noah Hawley.
Le vite dell’assicuratore Lester Nyygard (Martin Freeman) e del killer Lorne Malvo (Billy bob Thornton, golden globe 2015) si incrociano per volere del fato in ospedale, Lester aveva da poco subito una ferita arrecatagli da un suo ex compagno di scuola, ora ricco e volgare imprenditore. L’incontro con Lorne è un momento di imbarazzo per il Lester timoroso e impacciato, la volontà recondita di vendicarsi della derisione subita, trova concretezza in Lorne, lo strumento per attuare la sua vendetta senza sporcarsi le mani.
Lorne è la voce della persuasione che riesce a spostare il punto di vista di Lester , riesce addirittura a plasmarne la natura : d’ora in poi Lester non rifletterà senza poi fare nulla, ma sarà anche in parte simile al suo occasionale maestro di vita, Lester diventerà più freddo e calcolatore. La dinamica del “pensiero e azione” di mazziniana memoria avrà un risvolto deciso, crudo e soprattutto insospettabile per chiunque abbia mai conosciuto il solito pacifico e timido Lester. L’uomo arriva a negare, o meglio ancora a scoprire se stesso, diventando cinico ed efficace quasi come il suo nuovo mentore.
Il rapporto infelice e frustrante con la moglie porteranno l’assicuratore Nyygard a subire un calo drastico della propria autostima. Basti pensare alle innumerevoli provocazioni della moglie, le continue lamentele sulla bustapaga sempre ugualmente insoddisfacente, il continuo rinfacciare la superiorità del fratello (“Avrò sposato il Nyygard sbagliato“). Come i personaggi pirandelliani e sveviani, Nyygard è intrappolato, insoddisfatto e avverte un’impossibilità in una svolta esistenziale. Tutto ciò, prima di aver incontrato l’enigmatico e sicuro Lorne Malvo.
Nell’animo di Lester avviene una contro catarsi, l’uomo ora è impuro, l’essersi confidato con Lorne Malvo e il raptus omicida, sono stati due avvenimenti che lo hanno cambiato per sempre; ora il riscatto dell’orgoglio maschile ferito e l’appagamento della sua ferinità primitiva sono in parte soddisfatte. L’uxoricidio renderà Lester una nuova persona, più sicura e felice ed incredibilmente, senza neanche tantissimi rimorsi.
Fargo è la storia di come la più pura quotidianità possa essere stravolta e violentata da un folle, insano e goffo gesto, o da un raptus di follia inteso come attimo di estrema e violenta lucidità. La storia incredibile di un uomo ferito e deriso che conosce la freddezza omicida di un altro uomo, ora suo complice.
Nella serie c’è una costante che si mantiene nell’arco narrativo : l’imprevedibile, il casuale e il maldestro. La meticolosità dell’agente Molly Solverson si scontra con l’inefficacia e l’approssimazione del suo superiore Bill Oswalt (interpretato dal famoso Bob Odenkirk, alias Saul Goodman); le indagini di Molly ricche di interrogativi irrisolti e di piccole, ma decisive verità, finiscono col dare un nome e un volto all’assassino misterioso che ha scosso la quotidianeità delle cittadine di Bemidji e Duluth in Minnesota. Lorne Malvo sarà individuato in una circostanza casuale dall’ormai ex poliziotto impacciato ed ora postino Gus (interpretato da Colin Hanks, figlio di Tom, già visto nella serie Dexter) ora marito di Molly. La logica della casualità è la regina governante sempre decisiva in Fargo, la stessa casualità che ha fatto incontrare Lorne e Lester, che ha fatto sì che fosse individuato il rifugio dell’assassino e che quindi, in seguito, ha permesso di scoprire il responsabile dell’uxoricidio .
Questi e mille altri motivi collocano Fargo nella categoria “serie imperdibili“, è veramente un’operazione ardua parlare in un solo articolo di tutte le tematiche e sviluppi della trama presenti in questo piccolo capolavoro.
La visione di Fargo crea domande irrisolvibili e riflessioni incredibilmente importanti. E se quell’insano gesto di violenza domestica commesso da Lester, sia stato invece il suo vero, primo e unico momento di estrema lucidità ? Perchè l’occhio umano riesce a percepire più tonalità di verde che di qualsiasi altro colore ? Si sa che l’uomo è un animale pensante e sociale (Aristotele), regolato da convenzioni sociali, controllato dalla propria coscienza e spesso soggetto acculturato. Si sa anche che la violenza è un atto brutale e da condannare, e forse vediamo più tonalità di verde, semplicemente perchè siamo sempre stati dei primordiali predatori naturali (come Lorne spiega a Lester, la natura pratica dei primati che semplicemente lottavano e ottenevano, l’antica legge della sopravvivenza del più forte)
Ma in realtà l’unica cosa che si può immaginare o provare a prevedere, è che ogni storia, come quella del caro Lester, terminerà quasi sempre con un’ultima, lunga, disperata e poeticamente inutile corsa, verso la fine.
Davide Settembrini