Fargo, un successo nato del 1996.
Quando nel 1996 i Fratelli Coen portarono al Festival di Cannes il loro film, Fargo, nessuno si sarebbe aspettato un tale successo per la pellicola. Forse nemmeno il duo di origine ebraica. Figurarsi se qualcuno poteva immaginare che ad anni di distanza sarebbe uscita una Serie Tv antologica liberamente ispirata al suddetto prodotto. In un nostro articolo abbiamo provato a capire come i due siano riusciti a passare dal grande al piccolo schermo (lo trovate qui). La serie è prodotta dagli stessi Coen e sceneggiata dal bravissimo Noah Hawley, molto influenzato dallo stile dei due. Il cast vede presenti stelle del calibro di Billy Bob Thornton e Martin Freeman nella prima, Kristen Dunst nella seconda e, ciliegina sulla torta, Ewan McGregor nella terza stagione.
Le 3 stagioni sul piccolo schermo
Nella prima stagione ci troviamo in una piccola cittadina del Minnesota (le vicende sono collegate al film dei fratelli), è il 2006. Un maldestro assicuratore con una moglie assillante incontra durante le sue peripezie un killer spietato (qui trovate un focus sul personaggio). Da qui nasceranno omicidi e disavventure al limite del grottesco. La giovane poliziotta Molly Solverson, dotata di un istinto comico ma efficace che la porta a impicciarsi di situazioni che non la riguardano, dovrà risolvere il caso.
L’ambientazione della seconda stagione è poco distante dai luoghi citati sopra. Vede protagonista una parrucchiera sempliciotta che investe involontariamente il figlio di un boss mafioso costretto a letto per un ictus, il tutto nel bel mezzo di una lotta tra famiglie che l’agente di polizia Lou Solverson (padre della sopra citata Molly) dovrà risolvere e placare.
Per quanto riguarda la terza stagione torniamo al passato prossimo, ovvero nel 2010. Siamo sempre in Minnesota dove Ray Stussy e la sua compagna cercano di rubare un francobollo dal gran valore custodito nella villa del fratello Emmit. Questo è indebitato fino al collo con una losca compagnia che gli manda alla porta il cupo emissario V.M. Varga.
Fargo, o per meglio dire, l’imprevedibile virtù della strampalatezza.
Lo stile delle tre stagioni ricalca in modo molto simile quello del film. Un misto di commedia e thriller che dà vita a una dark comedy fatta di paradossi e assurdità, di scene impensabili fino alla loro visione. Sono caratterizzate da un protagonista che crede di essere più astuto degli altri, dei malviventi e della legge. In realtà crede di essere di gran lunga più furbo di quanto realmente è. Il tono macabro e ironico è esaltato da scene strampalate che risultano una sorpresa per lo spettatore, incapace di immaginare situazioni così paradossali. In tutte le stagioni il protagonista si trasforma, cambia dopo un avvenimento specifico che gli cade addosso senza alcun motivo, per il solo frutto del caso.
Per Lester l’incontro con Lorne Malvo lo porta a diventare truffatore e killer. Da fallito nella vita e disadatto in famiglia si trasforma in killer freddo e opportunista. Peggy, parrucchiera svampita e tra le nuvole, dopo aver investito il giovane figlio dei Gerhardt, si trasforma in una donna disposta a fare qualsiasi cosa e a compiere qualsiasi azione per affermarsi. Emmit e Ray, invece, sono due fratelli che dovrebbero cercare di sopravvivere a loro stessi ma soprattutto all’arrivo dell’oscuro e temibile emissario M.V. Varga.
La sconfitta come marchio di fabbrica
Come si può vedere il contesto familiare rappresenta un luogo grottesco e spesso meschino che non dà apporto, anzi, spesso è la causa scatenante del dramma o della tragedia. Un aiuto a tutto questo viene anche dallo stile dei personaggi tipicamente Minnesotiani. Uomini e donne semplici e ingenui, abituati alla tranquillità, che non si aspettano mai il male dal prossimo. In questo contesto i personaggi principali hanno vita facile nel delinquere, ma essendo anche loro dei sempliciotti subiscono una degenerazione. Dallo stesso momento in cui compiono l’atto criminale iniziano a “perdere pezzi”. Niente va secondo i loro piani, subiscono intoppi e imprevisti che insieme al blando approccio che hanno alla menzogna li porta all’inevitabile fallimento. I protagonisti prendono scorciatoie ma si perdono dentro di esse. Ed è proprio questo l’elemento caratterizzante di tutte e tre le stagioni: in Fargo nessuno vince mai davvero, ma tutti, nessuno escluso, perdonano.