Nelle due stagioni finora prodotte, Fargo non ha mai deluso: la serie antologica di produzione dei fratelli Coen è riuscita a creare in due anni un doppio capolavoro che ha fatto entusiasmare innumerevoli telespettatori nel mondo. Proprio per questo motivo, alla terza stagione spetta un compito molto arduo: confermarsi, stupire, migliorarsi. Partiamo dal presupposto che una serie antologica come Fargo non rischia di ripetersi, perchè la propria linfa vitale è il suo cambiamento; più che altro, in una situazione simile, la terza stagione vive di grandi aspettative perchè la prima stagione con Billy Bob Thorton e Martin Freeman e la seconda con Patrick Wilson e Kirsten Dunst hanno regalato emozioni diverse, ma ugualmente uniche. Non sarà facile.
Partendo dalla scelta del cast, di certo si sta seguendo anche per la terza stagione la stessa linea delle due precedenti: attori sostanzialmente noti al pubblico cinematografico e altri più presenti nelle serie che sul grande schermo. Si spiegano così le scelte di Ewan McGregor per il primo caso e Carrie Coon per il secondo. Entrando nello specifico, la trama prevede una storia ambientata sempre nel Minnesota nel 2010, in una situazione completamente nuova e slegata dalle prime due stagioni; Ewan McGregor interpreterà due fratelli, uno ricco e carismatico e un altro esattamente all’opposto; Carrie Coon sarà invece il capo della polizia di Eden Valley. Molto interessante è la dichiarazione del creatore Hawley, che ha affermato in un’intervista: “Molti aspetti delle nostre storie criminali sono basate sulle difficoltà delle persone nell’esprimere se stessi e nel comunicare con gli altri“.
È evidente dunque che la terza stagione (che, sempre a detta di Hawley, potrebbe prevedere un ritorno) continuerà a giocare sulla linea vista nelle prime due stagioni, ovvero quella dell‘assurdità e del paradosso incarnati da alcuni personaggi; tuttavia, rispetto alla fine degli anni ’70 della seconda e al 2006 della prima, la terza stagione si appresta ad essere decisamente la più vicina a noi dal punto di vista cronologico: la società del 2010 è diversa da quella del 2006, come è diversa da quella del 2016. La “selfie-mania” dell’apparire e della condivisione social citata da Hawley è qualcosa che possiamo aspettarci, proprio in contrasto con il luterano e bigotto Minnesota.
Quello però che maggiormente ci aspettiamo è una grande storia criminale: se la certezza è che il crimine vero si incontra e incastra sempre con il crimine involontario e casuale (si pensi a Lorne Malvo e Lester Nygaard nella prima e alle famiglie mafiose e ai coniugi Blumquist della seconda stagione), i Coen sicuramente penseranno ad aggiungere particolari e caratteristiche non riscontrabili nelle stagioni precedenti. Qui, a mio parere, si gioca la grandezza della stagione: è ottimo seguire una linea tracciata dalla prima stagione che muta e si adatta a nuove storie e nuovi personaggi, ma è sempre necessario introdurre caratteristiche diverse per stuzzicare l’interesse degli spettatori.
Ad ogni modo, la terza stagione di Fargo non potremo godercela come al solito sul divano sotto le coperte durante le fredde temperature invernali: infatti, a fine 2016 termineranno le riprese e verrà distribuita nella primavera 2017. Se fossimo in Minnesota, non cambierebbe molto il discorso freddo/coperte, ma tant’è…