La prima stagione di Fargo è pienamente composta da tutte le caratteristiche di ciò che chiameremmo “assurdità”; infatti, i fratelli Coen giocano moltissimo sull’idea dei contrari, rendendo pericolose persone innocue, completamente incapaci una massa di poliziotti, apparentemente imbattibile un semplice killer. Ed ecco, dunque, il punto: Lorne Malvo è un semplice killer?
La domanda non si porrebbe se costui si limitasse ad eseguire, sotto pagamento, omicidi per conto di un preciso mandante; il problema, invece, si crea nel momento in cui sovvengono 3 elementi su cui dobbiamo soffermarci: la sua apparente goduria nel togliere la vita al prossimo; il suo registrare e conservare i momenti in cui le sue vittime/clienti compiono azioni spregevoli; l’intento di creare discordia tra la gente.
Cerchiamo di fare luce e dare interpretazioni a queste tre caratteristiche di Lorne Malvo.
Lorne Malvo è senza alcun dubbio un killer spietato: senza alcuna difficoltà o esitazione porta a termine, per soldi, omicidi che gli vengono commissionati. Tuttavia, nel corso della stagione, ben presto ci accorgeremo che gli è facile fare delle deviazioni dal suo mestiere: definisce “personale” l’omicidio di Sam Hess dopo aver conosciuto Lester in ospedale; anche se non la definisce tale, è senza dubbio personale anche la strage che compie a Fargo contro la mafia locale che aveva tentato di ucciderlo inviando due uomini a Duluth; diventano personali i tre proiettili sparati in testa nell’ascensore a gente che “si stava lavorando da mesi”, sotto gli occhi di Lester. Il fatto che egli non provi assolutamente nulla nel togliere la vita è di per sè agghiacciante, ma molti di questi aspetti sono confermati da quella che si intuisce possa essere la sua filosofia di vita:
“Tu vivi nella convinzione che esistano delle regole: non è così. Un tempo eravamo gorilla”;
o ancora, quando fa riferimento ai lupi come animali da seguire come esempio nel modo di vivere. Tutti questi discorsi gli conferiscono qualcosa di animalesco, di bestiale: il suo contatto con l’agente Grimly, infine, esprime completamente (sia nel caso della minaccia durante la fuga da casa di Lester, con l’allusione ai percorsi oscuri pieni di draghi, sia quando gli chiede perchè l’uomo è l’animale che riesce a vedere più tonalità di verde) questa caratteristica di cattiveria insita nel suo essere, che ci farebbe propendere per la considerazione di Lorne Malvo come l’incarnazione del diavolo.
Passiamo adesso ad un aspetto molto meno chiaro e che si presta a varie interpretazioni: le registrazioni delle telefonate.
Dunque, sembrerebbe che Lorne Malvo, dopo aver provocato in alcune persone (che potremmo definire sue vittime) sentimenti di rancore, odio e rivalsa, attende che queste sensazioni diventino mature al punto da implicare azioni spregevoli e malvagie. Queste persone poi cercano di contattarlo, confessando di fatto i loro crimini, chiedendogli aiuto e lui registra queste conversazioni. La domanda sorge dunque spontanea: perchè? È una specie di assicurazione che, se mai venisse arrestato o ucciso, la polizia troverebbe le registrazioni e le individuerebbe come prove della colpevolezza di queste persone? Oppure si tratta di una maniacale ossessione per il male, una goduria nel riascoltare il momento in cui ha trasformato brave persone in cattive?
A sostegno della prima tesi, ci sarebbe il finale della serie: Molly trova le cassette nella casa di Malvo, tutte con i nomi dei soggetti a cui conversazioni appartengono, e riesce grazie ad esse ad arrestare (o almeno a provare ad arrestare) Lester. A sostegno della seconda tesi, invece, c’è l’inquietante aspetto che Malvo ascolta (più volte nella serie) le registrazioni di diverse persone, senza alcun motivo che non sia il piacere personale. Così si fomenterebbe l’idea che quest’uomo sia una specie di personificazione del male.
Ultimo, ma non per importanza, è il divertente ma al tempo stesso turbante aspetto dell’atteggiamento di Lorne Malvo verso il prossimo: sembrerebbe che egli viva per creare discordia, odio, incomprensioni e paura tra la gente.
Non solo i già citati tentativi di far commettere omicidi a gente apparentemente innocua e perdente, ma anche piccoli “dispetti” come convincere il ragazzo del motel a urinare nel serbatoio della sua responsabile, oppure l’organizzazione delle piaghe d’Egitto nei confronti del signor Milos.
C’è, dunque, una risposta? Sicuramente, ma non definitiva. Chi ha creato questo personaggio di certo aveva in mente una figura quasi demoniaca, non umana sicuramente, ma che può potenzialmente esistere, visto che è effettivamente un uomo.
È proprio questo, in fondo, il bello di Fargo: guardarsi attorno con più attenzione perchè tutti i personaggi possono essere una caricatura di ogni persona realmente esistente.