ATTENZIONE: questo articolo potrebbe contenere SPOILER sulle due stagioni di Fate: The Winx Saga.
Forse molti sapevano che prima o poi questo momento sarebbe arrivato. Il momento in cui Fate: The Winx Saga avrebbe ceduto il proprio posto su Netflix ad altre serie televisive (di più valore). Dopo due stagioni andate avanti fra continui alti e bassi, il teen drama fantasy della piattaforma di streaming è stato cancellato il 1° novembre 2022, senza che ai fan venisse dato qualsiasi tipo di indizio. È stato un colpo inaspettato per chi ha seguito con curiosità la serie tratta dal cartone animato Winx Club ideato da Iginio Straffi, ma non è stata una decisione particolarmente osteggiata da chi invece la riteneva solo un banale e sostituibile intrattenimento.
Stiamo parlando quindi di una cancellazione meritata oppure avvenuta per motivi futili come quella di molti altri titoli della piattaforma? E soprattutto, sarà sufficiente la petizione nata per salvare Fate dall’oblio a raggiungere il suo scopo come è stato per altre serie tv, tra cui Lucifer e Sense8? Se si sia trattato di una decisione presa per mancanza di guadagni adeguati è molto probabile, anche perché Straffi e il resto del team che ha lavorato con frequenza su Winx sono stati informati della decisione del colosso di streaming solo a conti fatti e non hanno avuto modo di esprimersi al riguardo. Ciò che amareggia particolarmente il pubblico è – a prescindere dalla qualità del prodotto realizzato per il piccolo schermo – l’aver lasciato completamente sospese a metà le storyline dei protagonisti. Non aver dato l’opportunità al fantasy di ricollegarsi all’iconico e immortale cartone animato dal quale è stato tratto.
Per questo ci chiediamo Fate: The Winx Saga meritava davvero una cancellazione così brusca?
La sua prima stagione, composta da 6 episodi, è stata distribuita su Netflix il 22 gennaio 2021, guadagnandosi giudizi contrastanti da parte della critica. C’è stato chi, fin dall’inizio, l’ha definita una serie piatta, banale e assolutamente dimenticabile, incapace di restituire la sensazione di magia che invece aveva caratterizzato la serie animata originale, andata in onda per la prima volta nel 2004. Ma c’è stato anche chi ne ha apprezzato la messa in scena più adolescenziale, perché ciò permetteva di puntare su una fascia di pubblico diversa e più ampia rispetto a quella che per anni aveva seguito in modo accanito la cara vecchia Winx Club. L’effetto nostalgia su cui questa produzione italo-britannica ha giocato è stato, in principio, uno dei punti di forza della serie, insieme a una scrittura non impeccabile, ma neanche malvagia. Ci sono state alcune incongruenze, personaggi sviluppati troppo in fretta, debolezze nella ideazione di numerosi dialoghi.
Anche la scelta di alcuni interpreti non ha convinto poi molto. Inizialmente, Abigail Cowen sembrava essere l’attrice perfetta per vestire i panni di Bloom, la scelta migliore per dare un volto a un personaggio così amato. Ma con il passare del tempo il pubblico si è ricreduto e ha iniziato a mal sopportare le interpretazioni della maggior parte del giovane cast, quasi tutti alle prime armi. Se Fate: The Winx Saga aveva ingannato e attratto gli spettatori, che desideravano rivedere sul piccolo schermo una parte della loro infanzia, andando avanti con gli episodi ha lasciato in loro solo un grande senso di vuoto e delusione. Nel passaggio dalla prima alla seconda stagione si è rivelata fin troppo infantile. Colpi di scena decisamente prevedibili, dialoghi sempre più banali. Quell’estenuante tendenza al lieto fine tipica di una serie che non riesce a osare fino in fondo, che non riesce a liberarsi di molti cliché narrativi e che offre un vero e proprio focus quasi solo su Bloom (Abigail Cowen), dimenticandosi spesso di approfondire anche il background delle altre e degli altri protagonisti.
E l’attenzione ai dettagli, con i sette episodi della seconda stagione, è andata scemando sempre di più.
Non c’è cattiveria in queste parole, solo tanta amarezza per l’impellente necessità di Netflix di ricreare una versione live action snaturando il cartone originale, nel tentativo di dare un aspetto più oscuro e misterioso a quella che nasce come una storia per bambini. Il progetto ambizioso inizialmente sembrava essere sui binari giusti per realizzare questo obiettivo, nonostante la qualità non eccellente anche degli effetti speciali in CGI. Ma nella seconda stagione il fantasy ambientato ad Alfea si è perso per strada. Trame superficiali, tante cose interessanti da sviluppare e pochissimo tempo a disposizione per farlo con coerenza e realismo. Il ritmo rapidissimo e gli antagonisti privi di un carattere sufficientemente carismatico non hanno certo contribuito alla riuscita di quest’ultima stagione, distribuita su Netflix lo scorso 16 settembre.
Saranno queste critiche ad aver spinto la piattaforma di streaming a optare per la cancellazione della serie? Eppure, se già Fate: The Winx Saga aveva generato molti interrogativi negli spettatori senza riuscire a dare una risposta a tutti nel corso delle puntate, nel finale della seconda stagione aveva gettato molta carne al fuoco, lasciando presagire tutta l’intenzione del colosso di streaming di rinnovarla almeno per una terza. È stato davvero brutale cancellare la serie in questo modo, che sia piaciuta o meno al pubblico. Anche perché i numeri ci sono stati eccome!
La serie sulle Winx non sarà stata tra le migliori serie tv fantasy di sempre o tra le migliori serie televisive Netflix Original, però se non altro (oltre a un po’ di feelings dovuti alla nostalgia di un breve ritorno nel passato) ci ha regalato anche un’ottima dose di trash, che non guasta mai. Meritava di ricevere una conclusione migliore, o anche solo di avere la possibilità di recuperare il percorso dei suoi personaggi che aveva introdotto con una prima stagione interessante e promettente. Invece è stata inspiegabilmente privata dell’occasione di un riscatto.
Nonostante Iginio Straffi abbia rivelato in un’intervista di avere in mente molti altri progetti a tema Winx, la cosa non è bastata ad alcuni fan per compensare la mancanza di questa serie mozzata dal nulla. La petizione lanciata dai più grandi affezionati su change.org ha lo scopo di riunire più firme possibili per dare a Bloom (Abigail Cowen) , Stella (Hannah van der Westhuysen), Musa (Elisha Applebaum), Aisha (Precious Mustapha), Terra (Eliot Salt), Flora (Paulina Chávez), Sky (Danny Griffin), Riven (Freddie Thorp) e Beatrix (Sadie Soverall) un degno finale.
Fate non meritava di essere troncata senza preavviso. Sia perché, a dispetto della qualità della seconda stagione poteva ancora provare a offrire qualcosa di godibile, sia perché, se anche fosse rimasta sullo stesso livello ci avrebbe regalato un altro po’ di sano trash (e al trash non si dice mai di no), sia perché di serie peggiori Netflix ne ha già prodotte e continuerà a produrne.