A community is born – quella di Reddit – che ha decretato, tra gli altri, che l’ultimo remake del 2018 di A Star is Born da film acclamato alla sua uscita ha perso interesse nel corso degli anni, almeno all’interno della loro comunità social. Pur non amando questo tipo di classifiche, per alcuni film ci potrebbero essere dei motivi validi come ne possiamo trovare per recuperare dei film sottovalutati.
Reddit e i suoi utenti hanno espresso dei pareri personali ed è un po’ una sfida vedere se ci troviamo d’accordo e a noi le sfide ci piacciono.
1 – Crash (2004)
3 Oscar come miglior film, sceneggiatura e montaggio. D’accordo, gli Oscar non sono sempre assegnati secondo il merito artistico, ci sono fin troppe ingerenze di produzione o di quote rosa, nere, politically correct e dintorni. Per lo scrittore Ta-Nehisi Coates (giornalista, saggista, autore di libri e di fumetti come The Black Panther , intellettuale afroamericano discusso e amato in America) Crash è addirittura il peggior film del decennio (anni 2000). In un articolo apparso sulla rivista online The Atlantic lo bolla come un’apoteosi di multiculturalismo senza il giusto approfondimento per capire le dinamiche del razzismo, un film che può piacere ai bianchi che hanno votato Obama solo perché era nero oppure ai neri che credono al dialogo sulla razza che evidentemente Coates reputa impossibile. Tutti quelli che difenderanno il film non potranno ambire al rispetto di Coates. Eppure, a quasi vent’anni dalla sua uscita, Crash fa ancora pensare. Un motivo ci sarà.
2 – A Star is Born (2018)
Una storia che ha visto 3 remake dalla prima produzione del 1937. Il titolo è diventato iconico e super citato, A Star is Born e anche nella traduzione italiana. La favola rivisitata del mito di Pigmalione di Ovidio esercita sempre una certa attrazione per scrittori, registi, attori. Il successo dell’ultima rivisitazione di A Star is Born dovuto alla canzone originale ma anche al carisma di Bradley Cooper e Lady Gaga che si è appannato però nel giro di soli cinque anni. Per Reddit, film e canzone originale sono stati sopravvalutati. Da un punto di vista più razionale, la pandemia ha moltiplicato la distanza, cinque anni che pesano come fossero dieci, la storia caposaldo viene percepita come anacronistica, Shallow viene macinata troppo e risente del passaggio continuo in radio e televisione e non regge sul lungo periodo. I remake di A Star is Born potrebbero finire qui.
3 – The Greatest Show on Earth (1952)
Oscar come miglior film e soggetto, regia di Cecil B. De Mille, uno dei padri fondatori dell’Academy of Motion Picture Arts and Science che ha poi dato vita al premio Oscar ma di certo non l’ha vinto per questo motivo (conquistato dopo ben 24 anni dalla sua creazione e l’unico Oscar della sua carriera. L’ambientazione nel micro cosmo Circo è specchio di trame di vita e risente pesantemente degli anni che ci separano dalla sua realizzazione. Alla sua uscita nelle sale, trama e messa in scena hanno affascinato il pubblico. Tra di loro un ragazzino americano di origine ebraiche ha scoperto la magia del cinema dopo averlo visto. Il ragazzino era Steven Spielberg e consegna a The Greatest Show on Earth la responsabilità del suo amore per il cinema nel suo ultimo film The Fabelmans . Come per i fratelli Lumière e l’arrivo del treno nella stazione di Ciotat, il treno del film di De Mille, la sequenza dello scontro con la macchina, sarà il polo di attrazione, la scintilla che porterà Spielberg a diventare Spielberg. Il rispetto perso è ampiamente riguadagnato.
4 – Star Wars: The Force Awakens (2015)
Il tanto atteso primo film della trilogia dei sequel, un trionfo al botteghino tra i primi cinque film con maggiori incassi di sempre. Per i suoi appassionati seguaci il film risente del fatto che è praticamente un remake del primo Star Wars: A New Hope del 1977 piuttosto che un sequel come era stato pubblicizzato. Il massimo dell’autoreferenzialità, con tutti gli attori originali con rughe e capelli bianchi in più. I cultori più accaniti della saga, nel corso del tempo e nonostante l’indiscusso successo, non hanno totalmente perdonato l’occasione mancata di portare la storia più in là.
5 – The Bourne Identity (2002)
Primo della fortunata serie dei cinque costruiti intorno alla figura di Jason Bourne (Matt Damon), film che ha rivitalizzato il genere action movie , quasi imploso alla fine degli anni 90. Gli attori Stallone, Schwarzenegger, Willis non avevano più l’età giusta. Gli eroi ed antieroi che avevano interpretato erano troppo iconici e non potevano essere interpretati da altri, fino ad arrivare all’attore meno percorribile sulla carta, il ragazzo tutto dramma col viso da contabile. Un film che ha quindi fatto da spartiacque eppure viene negletto, perde contro i film della stessa saga. La memoria del pubblico gioca spesso brutti scherzi, come a Jason Bourne d’altronde.
6 – The Artist (2011)
Cinque premi Oscar tra i quali miglior film, regia (Michel Hazanavicius) e attore (Jean Dujardin). Una scommessa vinta per un profondo e sincero omaggio alla Hollywood degli albori che ha accolto e visto crescere i pionieri del cinema. Forse è proprio questo che ha fatto sì che il film fosse velocemente dimenticato come il collega piacevole e simpatico al quale non pensi più dopo il suo pensionamento. I film omaggio hanno respiro corto. Cambiando prospettiva, il film può essere un atto di coraggio, far parlare solo le didascalie e proporre il silenzio come necessità ritrovata. Fin troppe parole spesso dette come semplice riempitivo perché il silenzio impone la riflessione, meglio parlarci addosso e passare oltre. Da rivalutare, in silenzio,
7 – Green Book (2018)
Tre Oscar, di quelli importanti, miglior film, attore protagonista, sceneggiatura originale. Una storia che meritava di essere raccontata perché anche gli stereotipi possono affrancarsi dalla banalità raccontando come si crea e cresce la stima tra persone di mondi ed educazione opposti. Questo è in fondo Green Book, non un film politico, sociale, di denuncia ma un film che nella sua piacevolezza raggiunge comunque l’obiettivo. Probabilmente adesso non basta più e l’aspettativa è rivolta a prese di posizione forti piuttosto che raccontare per il gusto di farlo.
8 – JFK (1991)
Coi film di Oliver Stone si mischia sempre il valore artistico e quanto racconta. Le polemiche, le critiche sono spesso incentrate sull’aver scelto una teoria piuttosto che un’altra come per JFK . Il film è investigativo e procedurale, tutto incentrato sulle indagini del procuratore Garrison (Kevin Costner) che non era affatto convinto di quanto prodotto dalla Commissione Warren. Un film sicuramente impegnativo che non sollecita una visione successiva. L’argomento sovrasta qualsiasi qualità artistica. Poco più di 30 anni dal film, 60 dalla morte di Kennedy. Il pubblico ha preferito voltare pagina.
9 – Die Another Day (2002)
James Bond, nella sua lunga e infinita vita di personaggio non può immaginare quanta importanza abbia nell’immaginario cinematografico, quante discussioni fa nascere. Die Another Day è l’ultimo 007 di Pierce Brosnan ed il primo della serie dedicata all’agente segreto più famoso del mondo distribuito dopo l’undici settembre. La storia originale prevedeva un finale esplosivo a New York che è stato opportunamente cambiato. Il film segna anche il passaggio ad una diversa fisicità del personaggio. Dai raffinati Roger Moore e Pierce Brosnan al palestrato ed ombroso Daniel Craig. Die Another Day probabilmente soffre dei James Bond passati così come di quelli futuri, raccontati con ambientazioni, sfumature cupe ed effetti speciali sempre più eclatanti.
10 – Rain Man (1988)
Anche per Rain Man i 4 più importanti Oscar vinti (film, attore principale, regia, sceneggiatura). Adesso vedere il personaggio di Raymond (Dustin Hoffman), caratterizzato con il massimo degli stereotipi dell’autismo ci lascia perplessi. Il salto del secolo si sente. Negli ultimi dieci anni trascorsi c’è poi stata un’accelerazione nell’inclusione, nella percezione di questi disturbi neurologici che rende il film ancorato al suo tempo e poco esportabile. Aggiungiamo che Tom Cruise (Charlie) non aveva ancora imparato a recitare. Resta un buon film d’iniziazione, uno Stand By Me tra un fratello immaturo che nasce come figura forte per passare il testimone al mite Raymond che lo farà diventare adulto a sua insaputa.