C’è solo una cosa che un vero cinefilo ama più del cinema, e sono le curiosità che lo riguardano. Da dov’è nato il film, cosa succedeva dietro le quinte, com’è stato scelto quell’attore, e cosa simboleggia quella tazza lasciata sul tavolo? Ogni cosa ha una spiegazione, un perché, una storia da raccontare. Dietro a delle semplici scene può essere nascosto qualcosa in grado di trasportarci per un attimo dentro la mente brillante del regista, riuscendo così a farci comprendere in modo ancora più specifico le sue intenzioni e il suo modo di creare. Che sia una curiosità superficiale o che sia una importante, la nostra mente sarà comunque felice di raccogliere quell’informazione. Siamo dei curiosoni, d’altronde: per noi ogni cosa è importante, ogni dettaglio è quello giusto. Allora tuffiamoci all’interno di questo mare e andiamo alla scoperta di ben 50 curiosità su 50 film diversi che hanno, senza dubbio, fatto la storia del cinema. Siete Pronti?
Arancia Meccanica (1971 – Stanley Kubrick): è il primo film di fantascienza candidato agli Oscar come miglior film. 20001: Odissea nello spazio, nel 1969, fu candidato per la regia e vinse il premio effetti speciali, ma non quello come miglior film. E’ vero, Arancia Meccanica alla fine non vinse, ma grazie al magistrale lavoro riuscì a portare a casa la prima candidatura come miglior film per il suo genere d’appartenenza. Insomma, qualsiasi cosa faccia Kubrick – alla fine – fa sempre la differenza.
Lost In Translation (2003 – Sofia Coppola): la pellicola porta con sé uno dei misteri più strazianti del mondo del cinema. Durante il saluto finale tra i due protagonisti, infatti, Murray sussurrò qualcosa all’orecchio della Johannsson, ma nessuno seppe mai cosa. Solo qualche anno dopo degli esperti decifrarono un “I know, I’m going to miss you, too.” (lo so, mi mancherai anche tu), altri “I have to go, but this won’t change anything” (devo andare, ma questo non cambierà niente). Quando chiesero all’attore cosa le avesse detto realmente, lui non rispose affermando che non lo sapremo mai.
In The Mood For Love (2000-Wong Kar-wai): è da sempre considerato come il film con la migliore scena d’amore, nonostante all’interno non ne contenga neanche una. I critici hanno votato questo cult orientale proprio perché, solo con l’ausilio dell’immaginazione e dell’illusione, è riuscito a costruire uno dei rapporti più importanti della storia del cinema.
L’Avvocato Del Diavolo (1997 – Taylor Hackford): è uno dei film con più incassi del 1997. Per prepararsi al meglio i due attori – Keanu Reeves e Charlize Theron – decisero di immedesimarsi nei loro personaggi. Per questo motivo il primo passò diverse settimane con degli avvocati difensori, mentre la seconda fece un percorso con una psicoanalisti con l’intento di interpretare al meglio la parte che la vedeva recitare il ruolo di una schizofrenica.
Mommy (2014 – Xavier Dolan): all’interno della pellicola dell’enfant prodige canadese viene utilizzato il formato 1:1. La scelta di questa tecnica non è casuale. Dolan voleva infatti raccontare, attraverso questa inquadratura, la condizione di prigionia interiore dei due protagonisti. Quando questa viene rotta, Dolan mostra l’interruzione temporanea di questa sensazione, dando ai personaggi la tanto agognata libertà.
Joker (2019- Todd Philips): il film presenta diversi tributi cinematografici. I più attenti ne hanno colto uno nei confronti di Jack Nicholson. Nel camerino in cui Arthur si prepara per lo show, infatti, appare la faccia stilizzata di De Niro, ma in una versione che ricorda il Joker a cui Nicholson diede vita nel 1989 nel film di Tim Burton. Alleghiamo qui la prova:
Pulp Fiction (1994 – Quentin Tarantino): Vincent Vega è in realtà il fratello di Vic Vega, personaggio presente all’interno dell’acclamata pellicola tarantiniana Le Iene. Questo perché l’attore del secondo avrebbe dovuto partecipare a Pulp Fiction ma, a causa di problemi organizzativi, la parte passò a John Travolta. Tarantino, così, decise di riscrivere la parte e rendere i due personaggi fratelli, cosa che ha ovviamente unito Pulp Fiction e Le Iene in unico universo.
Quarto Potere (1941-Orson Welles): il film che ha cambiato per sempre la storia del cinema fece infuriare William Randolph Hearst con il regista per aver ispirato a lui la pellicola. Un giorno Welles venne a sapere addirittura che Hearst aveva di sabotarlo in due modi: pagando una donna per farla gettare nuda tra le sue braccia, e un fotografo perché gli scattasse delle foto compromettenti.
8½ (1963- Federico Fellini): rappresenta uno dei film che più si è avvicinato, durante quell’epoca, all’industria di massa. Le tematiche narrate, infatti, venivano di solito destinate solo a un pubblico d’élite, ma Fellini decise di scrivere la pellicola con un linguaggio comprensibile per tutti, rendendolo così un film per il popolo a tutti gli effetti.
Interstellar (2014- Christopher Nolan): doveva inizialmente avere all’interno del proprio cast anche un importante fisico, Kip Thorne. Alla fine, a causa dell’impossibile conciliazione degli impegni, non se ne fece più nulla. Thorne, però, partecipò al lavoro riguardante la scrittura della sceneggiatura.
The Others (2001- Alejandro Amenábar): in una delle sue scene più spaventose, possiamo vedere il cameo del regista, Alejandro Amenábar, e dello sceneggiatore Mateo Gil. Infatti, i due fanno parte dell’album di fotografie dei defunti trovato nella soffitta da Anna, la bambina che avverte le presenze nella casa.
Il Padrino (1972 – Francis Ford Coppola); Ernest Borgnine, Edward G. Robinson, Anthony Quinn, Don Ameche, George C. Scott, Laurence Olivier, Frank Sinatra, Orson Welles: non è la lista della spesa, ma quella degli attori che furono scartati per questo film cult. Altrettanti, invece, rifiutarono la parte: Martin Sheen, Dean Stockwell, Rod Steiger, Alain Delon, Burt Reynolds, Robert Redford, Ryan O’Neal, Tommy Lee Jones, David Carradine, James Caan. E ancora, Warren Beatty, Jack Nicholson, Dustin Hoffman e Robert De Niro.
I Tenenbaum (2001 – Wes Anderson): è una delle pellicole più amate del regista. La storia raccontata è parzialmente ispirata al passato familiare di quest’ultimo, tanto che il personaggio di Etheline Tenenbaum è costruito a immagine e somiglianza della madre, proprietaria degli occhiali utilizzati dal suo personaggio fittizio all’interno del film.
The Master (2010 – Paul Thomas Anderson): è liberamente ispirato al documentario del 1946 di John Huston, Let There Be Light, sia dal punto di vista della storia si dal punto di vista scenografico. Perfino i costumi sono ispirati a questo.
2001: Odissea Nello Spazio (1968 – Stanley Kubrick): ha ispirato il celebre brano Space Oddity dell’indimenticabile David Bowie scritto nel 1969. Il titolo riprende al titolo inglese del film e racconta di un astronauta che vaga in solitudine nel cosmo.
The Dreamers (2003 – Bernardo Bertolucci); è una delle pellicole con più riferimenti cinematografici di sempre. Al suo interno vengono infatti citate Persona di Bargman, Viale del tramonto di Billy Wilder, Luci della città di Charles Chaplin e Freaks, di Tod Browning.
Vivre Sa Vie (1962 – Godard): vede come protagonista Anna Karina, una delle attrici più importanti della Nouvelle Vogue. Proprio durante le riprese del film quest’ultima tentò il suicidio, un drammatico gesto che ebbe conseguenze non solo sulla vita personale, ma anche lavorativa. L’attrice, tornata sul set, ebbe diverse discussioni con Godard a causa del finale della pellicola: lei ne pretendeva uno in cui il suo personaggio fosse ricco e con un giovane amante, mentre il regista invece decise di farla morire investita da una macchina. Come se non bastasse, l’attrice – durante le riprese – venne davvero investita mentre era sdraiata sull’asfalto per fingersi morta. Il colpevole di tale gesto fu Sady Rebbot. L’attore non possedeva la patente e non sapeva guidare.
La Grande Bellezza (2013 – Paolo Sorrentino): il film tornò al cinema due volte, prima della vittoria ai Golden Globe e dopo. In seguito alla vittoria degli Oscar, invece, fu trasmesso su Canale 5, totalizzando un numero di ascolti tale da renderlo il film più visto degli ultimi 10 anni sulla televisione italiana.
Todo Sombre Mi Madre (1999 – Pedro Almodóvar): “A tutte le attrici che hanno fatto le attrici, a tutte le donne che recitano, agli uomini che recitano e si trasformano in donne, a tutte le persone che vogliono essere madri. A mia madre.” Con questa citazione il regista chiude la pellicola cult spagnola. Si tratta di una vera e propria dichiarazione d’amore alle donne e alla maternità non solo in senso biologico.
Into The Wild (2007 – Sean Penn): nel film – tratto dalla storia vera di Christopher McCandless – vediamo l’autobus in cui quest’ultimo fu trovato morto. Nella realtà, lo stesso autobus è ancora lì insieme a un santuario in suo onore.
Edward Mani di Forbice (1990 – Tim Burton): la colonna sonora utilizzata durante la scena in cui Edward sta tagliando i capelli delle signore del quartiere è di Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street, la stessa che in seguito Johnny Depp avrebbe interpretato in un’altra collaborazione con Tim Burton, Sweeney Todd.
Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino (1981 – Uli Edel): è uno dei film sulla droga più crudi di sempre. Per riuscire in tale intento i registi non scelsero delle comparse qualunque, ma solo veri tossicodipendenti. Per questo motivo, tutte le persone che si approcciano a Christiane in stazione sono davvero cocainomani.
Her (2003 – Spike Jonze): nel film l’attrice Scarlett Johansson recita utilizzando solo la voce, senza mai farsi vedere in scena, cosa per cui fu premiata durante il Festival di Roma. A tal proposito l’attrice ha raccontato di essersi sentita libera come non mai in questa interpretazione perché non aveva addosso la pressione dell’aspetto fisico. Per questo motivo, questa è sempre stata per lei una delle sue interpretazioni preferite.
La Migliore Offerta (2013 – Giuseppe Tornatore): la trama della pellicola è liberamente ispirata all’opera di Pirandello “Diana e la Tuda”.
Requiem For a Dream (2000 – Darren Aronofsky): durante il monologo in cui Ellen Burstyn racconta cosa significhi invecchiare, il direttore della fotografia lasciò scivolare la macchina da presa perdendo l’inquadratura. Quando il regista gli chiese cosa fosse successo, rispose che si era commosso. La scena è stata mantenuta così anche nel film.
La Finestra Sul Cortile (1954-Alfred Hitchcock): nel 1997 il film venne scelto per essere conservato nel National Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.
Fight Club (1999 – David Fincher): il regista cercò di darci diversi indizi riguardo al suo finale. Ad esempio, Brad Pitt non appare mai in nessuno specchio e quando i due protagonisti salgono su un autobus pagano un solo biglietto.
Shutter Island (2010 – Martin Scorsese): è l’ unico film in cui il duo Di Caprio – Scorsese non riceve alcun premio, al contrario – quindi -di Gangs of New York (2002), The Aviator (2004), The Departed – Il bene e il male (2006) e The Wolf of Wall Street (2013).
Nymphomaniac (2013 – Lars von Trier): la pellicola vanta diverse grandi interpretazioni tra cui quella di Shia LaBeouf. L’attore ha raccontato che, al momento dei casting, il regista gli abbia chiesto una foto del suo pene, ma lui voleva ottenere la parte a tutti i costi, così decise di stupirlo inviando una ripresa mentre faceva sesso con la propria ragazza.
Il Sacrificio Del Cervo Sacro (2017 – Yorgos Lanthimos): Il titolo e la trama della pellicola si ispirano al mito del sacrificio di Ifigenia, figlia di Agamennone e Clitennestra.
The Truman Show (1998 – Peter Weir): Il nome del film viene utilizzato anche per descrivere una sindrome psichiatrica teorizzata nel 2008. Questa condizione consiste nel credere di essere ripresi e che che tutto ciò che accada sia frutto di un copione. Andrew Maratz, sul New Yorker, descrive il caso di Nick Lotz, convinto di essere il protagonista di un reality show.
Girl, Interrupted (1999 – James Mangold): Angelina Jolie evitò qualsiasi tipo di interazione con Winona Ryder durante le riprese del film per paura di scorgere qualcosa di troppo umano. Se questo fosse accaduto, infatti, avrebbe avuto difficoltà a immedesimarsi e a interpretare il personaggio di Lisa Rowe.
Il Giardino delle Vergini Suicide (1999 – Sofia Coppola): il film, come sappiamo, è tratto dall’omonimo libro che ispirò la regista. Per un attimo, però, la Coppola stava per vedere soffiata la possibilità di fare un suo riadattamento. Infatti, una nota compagnia stava già scrivendo la propria sceneggiatura, ma alla fine non la soddisfò e quindi il lavoro passò nelle mani della regista.
American Beauty (1999 – Sam Mendes): a Kevin Spacey fu chiesto di agire nella vita reale nello stesso modo del suo personaggio Lemmon. L’obiettivo era quello di rendere reale l’interpretazione di un uomo speciale inserito all’interno di un contesto noioso e monotono.
Il Pianista (2002 – Roman Polański): Per interpretare il ruolo di Wladyslaw Szpilman, Brody perse quattordici chili seguendo per sei settimane una dieta ferrea che prevedeva, per la cena, un solo pezzo di pesce o pollo, arrivando così a pesare 59 chili.
Call Me By Your Name (2017 – Luca Guadagnino): il libro da cui è tratto l’omonimo film si conclude con un finale che vede i due protagonisti vent’anni dopo il loro incontro. Entrambi hanno fatto le loro esperienze, ma dentro di loro non è passato un singolo giorno da quell’estate. Per questo motivo il libro si conclude con un finale aperto in cui Elio sente di nuovo l’esigenza di venire chiamato da Oliver con il proprio nome.
Closer (2004 – Mike Nichols): la pellicola è la trasposizione cinematografica di un’opera teatrale in cui il destino dei personaggi cambia totalmente: Alice muore, mentre Larry e Anna si separano.
Donnie Darko (2001 – Richard Kelly): La produzione non era d’accordo sulla scelta di far cadere un motore su una casa in città in quanto risultava poco credibile. Eppure dovettero ricredersi poche ore dopo da quella discussione: il 27 agosto 2000, infatti, un Boeing 747 fece un atterraggio di emergenza a Los Angeles dopo che uno dei motori si staccò e cadde su una spiaggia.
Scarface (1983 – Brian De Palma): Brian De Palma e Spielberg sono amici fin dalla metà degli anni Settanta. Insieme condividono l’amore per il cinema, cosa che li portò spesso a visitare il set dell’altro durante le riprese. Proprio per questo motivo, quando si stava girando l’attacco iniziale dei Colombiani alla casa di Tony Montana, Spielberg si presentò sul set e De Palma decise di lasciargli dirigere l’inquadratura ripresa dal basso nella quale vediamo gli aggressori entrare nella casa.
La Haine (1995 – Mathieu Kassovitz): una delle ragazze della galleria – Julie – a un certo punto chiede a a Hubert Koundé, “Ci siamo già incontrati?” Questo è in realtà un riferimento al primo film di Mathieu Kassovitz, Métisse (1993), in cui entrambi gli attori erano presenti.
Trainspotting (1996 – Danny Boyle): per simulare al meglio le iniezioni di eroina fu architettata una protesi del braccio con finte sacche di sangue appena sotto la cute.
Mulholland Drive (2001 – David Lynch): il magistrale Lynch si rifiutò totalmente di dare una spiegazione al film, rispondendo alle varie domande così: “Parte uno: lei si ritrova all’interno del mistero perfetto. Parte due: una triste illusione. Parte tre: amore”.
Parasite (2019 – Bong Joon-ho): il regista prese ispirazione per il film dalla propria vita. In passato aveva infatti lavorato per una famiglia ricca. Quando era con loro aveva la sensazione di spiarli.
Taxi Driver (1976 – Martin Scorsese): la celebre scena allo specchio fu totalmente improvvisata. La sceneggiatura diceva soltanto «Travis guarda nello specchio». La frase «Dici a me?» fu un’improvvisazione tratta da Bruce Springsteen quando, durante un suo concerto, rispose «You talkin’ to me?» al pubblico che gridava il suo nome.
Eyes Wide Shut ( 1999 – Stanley Kubrick): Nicole Kidman e Tom Cruise acquisirono l’accento britannico a causa delle lunghe riprese del film. Infatti stiamo parlando di ben 400 giorni di lavoro, cosa che portò la pellicola a entrare nel nel Guinnes Dei Primati come film con i tempi di produzione più lunghi.
Elephant Man (1980 – David Lynch): Lynch scelse di girare il film in bianco e nero con l’obiettivo di ricordare la Rivoluzione Industriale con il suo fumo, sporcizia e miseria.
I Soliti Sospetti (1995 – Bryan Singer): la sigaretta lanciata da Redfoot in faccia a McManus era destinata a colpire il suo petto secondo la sceneggiatura, motivo per il quale la reazione di McManus è in realtà una reazione autentica. Bryan Singer decise di mantenerla nel film.
E.T. L’extra-terrestre (1982 – Steven Spielberg): Henry Thomas riuscì a ottenere il ruolo avendo la meglio su oltre trecento ragazzini. Durante il provino, infatti, riuscì a improvvisare un vero e proprio pianto (inerente alla scena strappalacrime del film). Come? Pensò al suo cane morto qualche tempo prima.
Il Laureato (1976 – Mike Nichols): Robert Redford sostenne un’audizione per il ruolo di Benjamin. Il regista Mike Nichols lo bocciò spiegando così le sue ragioni: «Bob, guardati allo specchio. Pensi davvero di poterti immaginare nei panni di qualcuno che ha difficoltà a sedurre una donna?»
Il Talento Di Mr. Ripley (1999 – Antony Minghella): Il protagonista ha paura dell’acqua. Questo lo si comprende bene dal suo stesso comportamento nel corso film. Quando incontra per la prima volta Dickie in mare non si allontana dalla riva. Rifiuta anche di unirsi a Freddie e Dickie mentre questi sono in acqua ed è anche palesemente terrorizzato durante la scena in cui Dickie inizia a far oscillare la barca.