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I 10 finali più controversi nella storia del cinema

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Ci sono piaciuti. Alcuni li abbiamo adorati. Li abbiamo visti, rivisti, discussi e analizzati. Ma come finiscono davvero? Oppure, finisce davvero così? I 10 film che abbiamo raccolto in questa lista sono molto diversi tra loro, eppure hanno una cosa in comune: un finale controverso (questi invece sono I 10 finali più sconvolgenti nella storia dei film thriller psicologici). Non importa quante volte li rivedremo, il nostro stato d’animo non cambierà. Anzi, in alcuni casi, gli interrogativi sull’esito della vicenda o il malcontento aumenteranno. Alcuni di loro sono delle pietre miliari della cinematografia internazionale, come Blade Runner o 2001: Odissea nello spazio. Altri, invece, sono forse meno conosciuti al grande pubblico, come The Mist, ma non per questo sono meno affascinanti. Altri, infine, hanno lasciato i più con l’amaro in bocca. In un modo più o meno sottolie, però, ciascuno di loro ha avuto la capacità di farci impazzire con un finale che sfugge a un’interpretazione univoca oppure con una conclusione indigesta. La storia del cinema è piena di film controversi, e di autori controversi. Primo fra tutti Mr. David Lynch, i cui film e serie tv sono per antonomasia indecifrabili ed enigmatici. Perciò, in questa lista, non troverete nessuna opera del maestro poiché ogni singolo frame dei suoi lavori ha la capacità di mandarci al manicomio (Chi ha ucciso davvero Laura Palmer?). I 10 finali che abbiamo raccolto hanno alzato un polverone. Se non ricordate la fine di queste pellicole, potete sempre ascoltare il brano-spoiler intitolato Kevin Spacey di Caparezza. Alcuni di loro hanno fatto infuriare gli spettatori, altri invece ci hanno sommerso di dubbi. Così, anche a distanza di anni, per un motivo o per un altro, continuano ad alimentare interminabili dibattiti. Che siate esperti cinefili, appassionati incalliti o frequentatori sporadici del mezzo, siamo certi che questi finali continuano a tenervi svegli la notte.

**SPOILER ALERT: trattandosi di finali, vi consigliamo di chiudere gli occhi e saltare immediatamente al paragrafo successivo se non avete ancora visto il film indicato nel titolo. Non vogliamo certo rovinarvi la sorpresa!**

Dai cult, come Blade Runner, ai più recenti blockbuster, ecco 10 tra i finali più controversi di tutti i tempi.

Blade Runner (1982)

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Blade Runner: un film controverso, dai finali controversi. Liberamente ispirata al romanzo del 1968, Do Androids Dream of Electric Sheep?, di Philip K. Dick, la celebre pellicola è diretta da Ridley Scott e interpretata da Harrison Ford. Oltre al sequel, come saprete, esistono sette versioni differenti di Blade Runner. Qui prenderemo per “definitiva” quella denominata Final Cut, uscita al cinema nel 2007, poiché è l’unica in cui il regista ha avuto piena libertà artistica, conformandosi alla visione più noir e pessimistica di Dick. Sin dall’uscita, il film polarizzò la critica e il pubblico. Dopo quarant’anni, però, possiamo affermare che ad aver ragione sono stati i più lungimiranti. Cioè coloro che hanno scommesso che l’opera avrebbe retto la prova del tempo. Ed è l’ambiguità, soprattutto del protagonista, l’essenza di Blade Runner nonché ciò che lo rende un cult. La natura incerta del finale, poi, ha contribuito ad alimentare un dibattito potenzialmente infinito. Deckard è un replicante o no? Una domanda a cui neanche il sequel, Blade Runner 2049, ha risposto. Scott non ha dubbi: il protagonista è un replicante. Ma Ford non è d’accordo. In quel finale suggestivo, onirico e piovigginoso, infatti, è impossibile confutare o dimostrare fino in fondo la natura umana del cacciatore di taglie.

“Penso che tuttora Blade Runner sia uno dei migliori film mai realizzati. È come un libro: chi lo vede e lo rivede scopre sempre qualche particolare in più.” – Ridley Scott

Il laureato – The Graduate (1967)

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Diretto da Mike Nichols, basato sul romanzo omonimo di Charles Webb, interpretato da Dustin Hoffman e Katharine Ross e accompagnato dalle note indimenticabili di Simon & Garfunkel, Il Laureato è diventato un manifesto di una condizione esistenziale a cui, forse, nessuna generazione sfuggirà mai. Con delicatezza, ironia e una punta di cinismo, il film di culto ha cristallizzato l’incertezza del futuro… nel finale stesso! Alla fine, Benjamin convince Elaine a scappare insieme a lui. Corrono verso un autobus di passaggio e si siedono nel fondo, ridendo e scherzando. Poi, prima di partire, il loro volto assume un’espressione cupa, incerta, malinconica. Cosa è successo? Si sono resi conto che potrebbero aver commesso un grosso errore oppure sono giustamente preoccupati per il futuro che li attende? Quel cambio repentino di espressione, ancora oggi, divide lo spettatore, che continua a chiedersi cosa significhino davvero quei volti solenni e confusi. E adesso? Quella domanda sottintesa ha aperto una voragine di angoscia che forse non riusciremo mai a colmare.

The Blair Witch Project – Il mistero della strega di Blair (1999)

The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair (1999) e Blade Runner finali controversi

Ancor prima che la parola “hype” divenisse un termine più utilizzato della parola “ciao”, l’horror scritto e diretto da Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez aveva già fornito una definizione più che esaustiva. Il film, infatti, fu accompagnato da un’euforia indescrivibile sia perché fu spacciato come un documentario (un fatto presto smentito, come sottolinea anche Caparezza!), sia a causa di quel finale insidioso che sconvolse milioni di spettatori. E che continua ancora a far parlare di sé; sebbene in misura inferiore rispetto a quello di Blade Runner. A onor del vero, l’ultima scena è inquietante. Michael è in piedi, in un angolo, girato dall’altra parte in modo da non vedere cosa sta per accadere a Heather. Anche la ragazza viene messa fuori gioco e la telecamera cade a terra. Poi il filmato si sofferma per qualche secondo di terrore su un’immagine indefinita. Titoli di coda. Cosa è successo? Chi lo sa. Le uniche certezze sono che da quel momento si sono accavallate decine di teorie, più o meno plausibili; circa quattro finali alternativi; lodi o stroncature; diverse dichiarazioni dei creatori sulle scelte compiute a causa dello scarso budget e tanta, tanta, troppa confusione.

2001: Odissea nello spazio – 2001: A Space Odyssey (1968)

2001: Odissea nello spazio e Il Laureato finali controversi

Scritto, prodotto e diretto da Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio è una delle pietre miliari del cinema internazionale. Un cult indiscusso in cui, come tutte le opere di genio, il dibattito interminabile è una condicio sine qua non. Soprattutto quando il finale apre una voragine di dubbi, emozioni contrastanti, teorie, interpretazioni e incertezze che ancora ci attanagliano. David Bowman (Keir Dullea) viene risucchiato da un vortice di luci colorate. Arriva in una strana stanza. Invecchia. Poi rinasce come un grande feto spaziale. Una certezze è che il finale di 2001: Odissea nello spazio è un capolavoro tecnologico, avanguardistico e poetico. L’altra certezza, però, è che nessuno può essere davvero certo di cosa succeda davvero. Fiumi di inchiostro analogico e digitale sono stati versati per dare un senso a quella sequenza carica di innumerevoli interpretazioni. Solo di recente, però, è riemersa una vecchia intervista del suo creatore che potrebbe aiutare a diradare un po’ di nubi createsi intorno a uno dei finali di film più enigmatici della storia del cinema.

Ho cercato di evitare di spiegare il finale perché quando spieghi le idee, il più delle volte, suonano sciocche. Ci proverò comunque: l’idea doveva essere che Dave fosse accolto da entità simili a delle divinità, delle creature di pura energia e intelligenza. Loro lo hanno messo in quello che suppongo si possa descrivere come uno “zoo umano”, per studiarlo. Così, tutta la sua vita scorre in quella stanza. Tutto sembra accadere proprio come accade nel film. Quando hanno finito con lui, come accade nei miti, lo trasformano in una specie di super essere e lo rimandano sulla Terra. Dobbiamo solo indovinare cosa succederà quando tornerà. È lo schema di gran parte della mitologia, ed è quello che volevamo riproporre.

Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio (via IndiWire)

Ora è tutto più chiaro?

Shutter Island (2010)

Shutter Island e Blade Runner finali controversi

Per tirare in ballo Caparezza ancora una volta, “In Shutter Island DiCaprio è un malato / Mentale capace di architettare trame assurde” . Insomma, alla fine di un lunghissimo viaggio, il thriller psicologico rivela che Edward Daniels / Andrew Laeddis è in realtà un paziente che è stato imprigionato nella struttura dopo aver ucciso sua moglie. Diretta da Martin Scorsese e tratta dal romanzo del 2003, L’isola della paura (Shutter Island), di Dennis Lehane, la pellicola è stata un successo al botteghino ed è stata accolta con giudizi complessivamente positivi. Il finale, che rappresenta uno dei migliori colpi di scena cinematografici, sembra arrivare a una conclusione certa. Invece, appena dopo i titoli di coda, i dubbi ci assalgono. Prima di sottoporsi alla lobotomia, infatti, Andrew aveva chiesto un parere, cioè se fosse peggio vivere come un mostro o morire da brav’uomo. Quindi, cosa significa? Era davvero paranoico? Oppure l’intera trama era solo un gioco per mascherare la sua colpa? Questa è una ricaduta? Si sta sottoponendo consapevolmente alla lobotomia, simulando la ricomparsa della psicosi, per non dover più avere a che fare con i rimorsi? Se Andrew è sano di mente perché sottoporsi alla lobotomia? E via, avanti e avanti all’infinito, intrappolati in una tragedia inquietante. Così, mesi prima di arrovellarci il cervello con Inception, DiCaprio aveva già iniziato a turbarci con il finale insidioso di Shutter Island.

American Psycho (2000)

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Sulla stessa linea sorda e inquietante di Shutter Island e Blade Runner troviamo il finale di American Psycho, il disturbante horror psicologico diretto da Mary Harron e ispirato all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis. Il finale di un classico intramontabile ha una doppia via d’uscita che ci sta facendo ancora discutere. Chi è davvero il personaggio di Christian Bale? Si tratta di un uomo delirante con fantasie violente che non ha ricevuto l’aiuto di cui ha bisogno oppure è un serial killer che resterà impunito perché le persone intorno a lui sono troppo assorbite da loro stesse? Il finale di American Psycho sembra implicare dunque che tutti quegli omicidi brutali che abbiamo visto commettere da Patrick siano immaginari. Ma ne siamo davvero certi? Cosa significa, quindi? L’unica certezza è che il finale si mantiene vago lanciando volutamente la palla all’immaginazione dello spettatore. Forse per amplificare quel senso di ansia sociale e smarrimento. Le cose infatti sono più complicate di quanto sembrino, tanto nel film quanto nella realtà. Ad ogni modo, la sua vita, e la nostra, riprenderà a scorrere proprio come prima. Non demordete! La chiave di lettura per comprendere il senso del cult, infatti, potrebbe essere nascosta nella sequenza temporale degli eventi e, nella fattispecie, nel dialogo finale con i suoi colleghi: a voi il verdetto!

The Mist (2007)

The Mist e Il Laureato

Arriviamo alla fine dell’horror sci-fi. Il protagonista, David, suo figlio Billy e altre persone individuano una macchina e scappano via, verso la salvezza. Ironia della sorte, l’auto rimane ben presto senza benzina. Non ha senso continuare a lottare quindi David decide di sparare agli altri, incluso suo figlio, per risparmiare tutti loro dai mostri. Quando arriva il suo turno, però, rimane a corto di pallottole. Improvvisamente la nebbia (appunto, The Mist) intorno a lui si dissolve. Arriva l’esercito e David realizza sconvolto che se solo avesse aspettato qualche minuto in più tutti sarebbero ancora vivi. Basato sul romanzo di Stephen King, il problema di The Mist non è certo un finale aperto, tantomeno incerto. La mela della discordia è la sua conclusione scioccante, che non era prevista nel romanzo. Il finale è sconvolgente, difficile da accettare, e ha diviso il pubblico. Ancora oggi, infatti, gli utenti continuano a twittare il loro disappunto. Molti lo considerano l’epilogo di una tragedia sardonica fine a sé stessa. Un finale che l’autore, invece, aveva lasciato molto più sospeso; sebbene abbia dichiarato di aver apprezzato molto la versione di Frank Darabont. Si tratta infatti di un bellissimo film. Claustrofobico, spaventoso e audace, purtroppo The Mist è stato duramente punito per un finale giudicato dai più illogico e crudele, che ancora fa discutere.

La La Land (2016)

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Se The Mist ha scioccato il pubblico con un finale spietato, sanguinario e senza scrupoli, La La Land ha fatto lo stesso, ma in maniera totalmente opposta. Il musical con Emma Stone e Ryan Gosling è riuscito a scioccarci con il lieto fine. Sebbene il giudizio complessivo sia molto positivo, soprattutto quello dei critici e degli addetti ai lavori, buona parte del pubblico è uscita dalla sala affranta, accusando Damien Chazelle di aver giocato con i loro sentimenti. Alla fine, Sebastian e Mia hanno realizzato i loro rispettivi sogni, ma le loro strade si sono separate. Un incontro casuale da “Seb’s”, un lungo what if, uno sguardo commosso di assenso, e poi fine. Un happy ending inconsueto, è vero. Molto lontano dall’idea di “…e vissero tutti felici e contenti” a cui siamo stati abituati e che ha lasciato il pubblico in un fiume di lacrime amare. La loro decisione di separarsi dopo il presunto successo di Mia, infatti, è parsa a molti spettatori una forzatura illogica. Eppure la trama e il finale un senso ce l’hanno eccome. Certo, la conclusione è ben lontana dal concetto di coronamento dell’amore in stile fiabesco e hollywoodiano. Ma è proprio questo il suo tratto distintivo, la sua forza, che ha permesso alla pellicola di ottenere 14 candidature ai Premi Oscar 2017. Purtroppo, però, buona parte del pubblico è rimasta scottata. Come accade alla fine di una grande storia d’amore.

Interstellar (2014)

Interstellar (2014) Blade Runner finali controversi

A Christopher Nolan piace farla difficile. Per questo lo abbiamo lasciato per ultimo, per terminare il pasto con un doppio tiramisù affogato con fiumi di incertezza. Non potendo includere nella stessa lista tutti i suoi finali, essendo tutti più o meno controversi, ne abbiamo scelti due: Inception e Interstellar. Il primo, Inception, ha probabilmente il finale più ambiguo mentre l’altro, Interstellar, è sicuramente il più divisivo. Scommettiamo però che con la seconda visione avete intuito che forse la fine non significava quello che pensavate. C’è molto di cui discutere, ma soprattutto ci sono molte ragioni per cui non essere d’accordo. Una buona parte degli spettatori, infatti, l’ha trovato troppo “sdolcinato”, e per questo deludente, o fuori tono rispetto al resto del film. Qualcun altro invece l’ha addirittura odiato! Per molti, il finale comprometterebbe la qualità stessa del film mentre per altri rappresenta una chiosa geniale, in perfetto stile Nolan. Infatti, dopo una seconda rilettura, le cose iniziano ad avere senso perché capiamo che bisogna prestare attenzione a ciò che non viene detto. La risposta potrebbe risiedere dunque nel trauma di Cooper, nei titoli dei libri negli scaffali, nella simbologia religiosa, nell’amore (nella sua accezione più pura) e nel potenziale umano illimitato.

Inception (2010)

Inception e Blade Runner finali controversi

Non potevamo non concludere questa lista dei 10 finali più controversi nella storia del cinema con un cliffhanger. Lo sappiamo che ancora state pensando a quella trottola che gira e rigira in Inception. E probabilmente ci starà pensando anche Leonardo Di Caprio che, con quest’ultimo film della lista, fa il bis. Dopo un appassionante gioco di scatole cinesi, invece di una conclusione inequivocabile, restiamo con un finale che ci lascia appesi. L’ultima inquadratura, però, ha permesso al film di conquistarsi il titolo mondiale come uno dei migliori finali più ambigui nella storia del cinema. Christopher Nolan, inguaribile burlone, lascia girare il totem di Dominick Cobb, evitando così di chiarire se il protagonista stia ancora sognando o meno. A una cerimonia di apertura all’Università di Princeton, nel 2015, il regista ha affermato che il finale ha sollevato più domande dei fan rispetto a qualsiasi altro suo film. Per questo ha deciso di darci un aiutino e, a suo dire, la tanto discussa “scena della trottola” riguarderebbe la natura soggettiva della realtà:

A Cobb non importava più saperlo: forse, tutti i livelli di realtà sono validi. Sento che, nel tempo, abbiamo iniziato a vedere la realtà come la cugina povera dei nostri sogni. Voglio farvi notare che i nostri sogni, le nostre realtà virtuali, queste astrazioni che ci divertono e ci circondano sono sottoinsiemi della realtà. Nella grande tradizione di questi discorsi [detto a degli studenti universitari], generalmente qualcuno dice qualcosa sulla falsariga di ‘insegui i tuoi sogni’. Ma io non voglio dirvelo perché non ci credo. Invece voglio invitarvi a inseguire la vostra realtà.

Christopher Nolan

Ecco dunque come una innocua trottola sia riuscita a mandarci in tilt per 10 anni. Che ne dite? Non è venuta anche a voi quella angosciante necessità di urlare perplessi: e quindi!?

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