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Ascesa e declino dei Cinecomics

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Cinecomic… la traduzione letterale potrebbe fuorviare dal vero significato di questo termine. Con cinecomic non si intende un prodotto cinematografico o seriale tratto da un fumetto, bensì, molto più semplicemente: un film di supereroi.

Da Wikipedia: il film di supereroi è un genere cinematografico incentrato sui supereroi, ed è caratterizzato da scene d’azione, trame a sfondo fantastico – avventuroso, con elementi fantascientifici e in alcuni casi influssi dal genere horror e fantasy.

Va da sé comunque, pur non essendo un requisito fondamentale, che la maggior parte dei film sui supereroi sia tratta da fumetti, ed è proprio su questi ultimi che oggi andremo a focalizzarci.

I cinecomic hanno origini ben lontane. A dispetto di quanto molti possano pensare bisogna addirittura tornare indietro negli Anni ’40; in quel periodo iniziarono a venire distribuiti vari serial supereroistici. Risalgono infatti a quell’epoca le prime Serie Tv ispirate ai fumetti di Batman, Superman e Captain America.

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Ma in questa sede non vogliamo ripercorrere la storia del fenomeno cinecomic dagli albori fino ai giorni nostri, bensì vogliamo analizzare quello che senza dubbio è stato il periodo d’oro del genere, quello degli incassi a nove zeri, e il suo inevitabile e recente tracollo.

Diciamo che l’inizio del millennio corrente, con la saga cinematografica basata sugli X-Men, la trilogia di Raimi incentrata su Spider-Man, il Batman di Nolan, e altri film di successo tuttavia considerati “minori”, è risultato un periodo in cui il genere ha vissuto una sorta di seconda giovinezza. I sopracitati successoni al botteghino hanno spianato la strada a quello che sarebbe venuto poi.

Il primo decennio degli Anni Duemila è stato il terreno fertile per la stratosferica ascesa del genere cinecomic.

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Risalgono al 2008 infatti i primi due tasselli di quello che è oggi il Marvel Cinematic Universe. Parliamo dei lungometraggi incentrati su Hulk, che già pochi anni prima ne ebbe un altro completamente slegato da questo, e Iron Man.

Ma cosa avevano di particolare questi 2 film? Il fatto di essere collegati.

La novità portata da Hulk e Iron Man fu proprio questa. Per la prima volta più film di supereroi erano ambientati nello stesso universo narrativo. Questo fece in modo da generare curiosità e un entusiasmo viscerale da parte del pubblico. Tanto che da lì a poco la Marvel, acquisita ora dalla Disney, scoprì le sue carte annunciando caterve di titoli e il tanto atteso, e sognato da tutti, film sugli Avengers (manco a dirlo, un successo senza precedenti).

Siamo solo all’inizio e i numeri (già clamorosi) non possono far altro che aumentare.

Non passa molto che nella mischia ci si butta pure Netflix, la quale inizia a sfornare serie su serie ambientate nell’MCU. Si parte con Daredevil, si passa per Jessica Jones e Luke Cage e si arriva fino ad Iron Fist. Seguendo poi il sentiero e la strategia già super collaudata vista al cinema si sfocia nel richiestissimo crossover Marvel’s The Defenders.

Il successo senza precedenti che sta riscuotendo la premiata ditta Disney/Marvel, però, spinge tutte le altre case di produzione a una “corsa agli armamenti”. La febbre dei supereroi è altissima, il pubblico è vastissimo e affamatissimo, tutti vogliono una fetta della torta e tutti ora vogliono il proprio universo cinematografico.

Iniziano dunque i primi problemi. E per problemi si intende: diritti di proprietà.

Negli anni antecedenti all’ascesa totale dei cinecomic alcune case di produzione avevano già acquistato i diritti di alcuni personaggi, e addirittura qualcuno lo avevano sfruttato, basti pensare ai già citati X-Men della Fox e allo Spider-Man di Sony (che nel frattempo aveva rotto con Sam Raimi per divergenze di idee), oppure ai vari Ghost Rider, Fantastici 4 e chi più ne ha più ne metta.

Ora nessuno vuole mollare l’osso. Nessuno vuole cedere i propri diritti.

Cominciano a nascere progetti paralleli e in diretta concorrenza con l’MCU. Sony pur di non perdere i diritti della sua gallina dalle uova d’oro riavvia il franchise dell’Uomo Ragno in fretta e furia: nuovo regista, nuovo attore, nuova saga (The Amazing Spider-Man), annuncia spin-off vari (poi cancellati) e pianifica un futuro Sony’s Spider-Man Universe, costellato da film di dubbia qualità incentrati sugli acerrimi nemici dell’Uomo Ragno (ma senza l’Uomo Ragno perché Peter Parker tornerà a breve a casa Marvel). La Fox sforna film su film sui Mutanti (la maggior parte abbastanza dimenticabili), ne annuncia (e poi cancella) altrettanti, rispolvera con un reboot i Fantastici 4 fallendo miseramente al botteghino e collezionando recensioni che rasentano lo 0% di gradimento.

Un caos totale.

I cinecomic spuntano come funghi e mentre la Disney si accaparra tutto, e la Marvel spopola, la DC non vuole restare a guardare.

La Warner Bros, detentrice della maggior parte dei diritti dei personaggi targati DC Comics, incarica Zack Snyder, già regista dell’acclamato Man of Steel (rilancio di Superman), di creare un universo condiviso partendo da quanto di buono già fatto da lui. Nasce così il DC Extended Universe.

Batman v Superman: Dawn of Justice è il primo progetto corale della nuova combriccola Snyder/WB, in cui si intravedono molte cose buone, molti personaggi e storyline interessanti, ma anche le prime avvisaglie del disastro in cui questo progetta sfocerà. Il film esce pesantemente tagliato (oltretutto il trailer aveva praticamente spoilerato tutto), la critica e il pubblico sono spaccati, alla fine si palesa l’obbligo di rilasciare la Director’s Cut pur di salvare il salvabile. Gli stand alone su Wonder Woman e Aquaman spaccano al botteghino, Suicide Squad floppa clamorosamente, la lavorazione della punta di diamante di tutto il progetto, ovvero Justice League, è travagliata: Snyder è costretto a mollare per una terribile tragedia familiare, subentra Joss Whedon (regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron), ma il risultato è tremendo. Il DCEU inizia a perdere colpi. Usciranno negli anni vari sequel per niente apprezzati dagli spettatori, come Wonder Woman 1984 e Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn. Si prova a lanciare nuovi film, anche interessanti, come Shazam! ma ormai il pubblico non si fida più. Sale in cattedra addirittura Dwayne The Rock Johnson per provare col suo Black Adam a salvare la situazione, facendo comparire persino il Superman di Henry Cavill (di cui da anni non si avevano notizie) in una scena post credit, con tanto di annuncio in pompa magna social (salvo poi rimangiarsi tutto qualche settimana dopo)… ma ormai la nave sta affondando. Flashpoint e il sequel di Aquaman fanno un tonfo assurdo al box office. Il canto del cigno del DCEU è rappresentato dall’apprezzatissimo e geniale The Suicide Squad – Missione suicida di James Gunn, ex pupillo di casa Marvel ora a capo del necessario reboot di tutto l’universo DC.

Nel tentativo di accontentare tutti, Warner Bros. non ha accontentato nessuno…

Tuttavia, il destino avverso toccato al DC Extended Universe sembra toccare in parte anche l’acerrima rivale.

Mentre Superman & Co. sparivano pian piano dai calendari di programmazione, anche in casa Marvel cominciano ad arrivare i primi pesanti flop. Il cambio di direzione drastico voluto a tutti i costi per non far scemare l’interesse del pubblico, con conseguente addii trionfali dei vari personaggi principali che da soli avevano trainato la carrozza finora, diventa paradossalmente il punto di svolta negativo di quella che era stata una marcia trionfale. La fine della Saga dell’Infinito, accompagnata dalla morte eroica del protagonista Tony Stark, dalla pensione di Captain America, dalla sconfitta del terribile Thanos, e dalla dipartita di altri eroi principali, segna l’inizio del progressivo e inevitabile declino a cui siamo giunti oggi. La Saga del Multiverso, fatta eccezione per Doctor Strange nel Multiverso della follia e Spider-Man: No Way Home, non ha per niente replicato i successi commerciali visti fino allo schiocco di dita di Iron Man. Qualitativamente si salva poco e niente, le varie Serie Tv (lanciate non più da Netflix ma da Disney+) sono per la maggior parte deludenti e considerate alla stregua di una parodia di quelle che erano le prime produzioni del brand Marvel. Il tono serio intrapreso dai primi film sui supereroi del nuovo millennio, e che ne ha fatto la fortuna, è scemato totalmente per far posto a un eccessivo abuso dell’umorismo e del politically correct.

Più che cinecomic ora sembrano cinepanettoni!

Villain che diventano improbabili eroi pur di fare fanservice becero e controproducente, personaggi dapprima potentissimi diventati macchiette imbarazzanti, disastri con le linee temporali, sequel senza idee, nuovi eroi senza mordente e tutta un’altra serie di scelte molto discutibili stanno pian piano affossando l’MCU.

La Marvel butta dentro “cose” pur di fare numero, mescola i film con le Serie Tv, creando confusione in un pubblico che non riesce più a “stare al passo”.

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Di quella che era una fucina di idee capaci di far emozionare milioni di fan incalliti ora non resta che una catapecchia in cui si pensa solo a spremere un limone che ormai non ha più succo.

I recenti annunci per nuovi film e serial non hanno generato chissà quale hype (anche perché ogni 2 giorni stravolgono tutto). Il pubblico si è stancato e si reca al cinema per inerzia, per “completezza”, ma l’interesse è scemato.

La guerra per i diritti, la rottura con Netflix e la conseguente confusione derivata coi suoi Defenders, le brusche cancellazioni, i retromarcia repentini su molti titoli già annunciati, sono solo alcuni dei sintomi di una malattia che nasce dalla voglia di sfruttare fino all’esasperazione la propria creatura.

Dei fasti di un tempo non resta niente, i supereroi ne sono usciti sconfitti, e in un panorama di flop annunciati con largo preavviso (vedi il recente Madame Web, l’imminente Kraven, ma in generale tutti i live action del Sony Universe) o di film scritti senza idee nati per essere commedie che non fanno ridere e che scimmiottano il passato (vedi The Marvels), si può tranquillamente affermare che i cinecomic, per come li abbiamo intesi nell’ultimo ventennio, sono sull’orlo del fallimento.

Il futuro del genere, tuttavia, può essere ancora roseo, un’era sta per finire ma un’altra sta per cominciare. Progetti come il Batman di Robert Pattinson, il Joker di Joaquin Phoenix, Deadpool, l’innovativo Miles Morales animato protagonista della splendida saga incentrata sullo Spiderverse, sono la testimonianza che i cinecomic non sono morti e che se gestiti in un certo modo hanno ancora moltissimo da dire.

Gli amanti del genere non devono far altro che stare alla finestra ad aspettare che i tempi cambino e che la nuova generazione giunga presto per salvarli.

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