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Per introdurre questo articolo potremmo cominciare con una lezione di storia: dalle origini della commedia greca fino alle web comedies dei giorni nostri. Interessante, non cโรจ dubbio, ma ci perderemmo per strada e non arriveremmo al dunque.
Siamo qui, invece, per parlarvi delle commedie italiane apparse sul grande schermo, pellicole per le quali il cinema italiano รจ stato conosciuto e amato in tutto il mondo soprattutto a partire dagli anni Cinquanta fino alla fine degli anni Settanta quando milioni di spettatori, ovunque, non vedevano lโora di godersi un capolavoro made in Italy del cinema.
La commedia รจ un genere su cui tutti, piรน o meno, hanno le idee chiare. Deve affrontare un argomento non troppo impegnativo, mostrare umorismo, strappare qualche risata e avere un lieto fine. Naturalmente, in linea generale perchรฉ esistono sempre le eccezioni.
La commedia, come genere, fa parte della storia dellโuomo ed รจ perciรฒ ovvio che faccia parte anche della storia del cinema. Dal periodo del muto alla grande stagione hollywoodiana, dalla dark comedy al genere comico-farsesco, ogni anno al cinema sono uscite una mole di commedie. che hanno allietato spettatori di tutto il mondo. Perchรฉ questo deve fare la commedia.
Ogni nazione, poi, ha la sua tipologia di commedia, che rispecchia le caratteristiche del paese e il popolo , accentuando pregi e difetti dellโuno e dellโaltro. LโItalia, come patria di un grande cinema, non รจ mai stata da meno nei confronti, per esempio, di Stati Uniti o Francia. Anzi, per un certo periodo รจ stata considerata maestra e presa come esempio. Le commedie italiane, hanno scritto pagine indelebili della storia del cinema, in particolar modo quelle cosiddette commedie allโitaliana, genere riconosciuto come un segno distintivo del nostro paese, Un poโ come il cibo e la moda.
Le commedie italiane della commedia allโitaliana, ci scuserete per il bisticcio di parole, iniziano con Divorzio allโitaliana (1961), presente nellโelenco sottostante e, per convenzione, terminano con Fantozzi contro tutti (1980) con un passaggio dal nostalgico bianco e nero, per altro riutilizzato ancora oggi, al colore.
Caratteristica principale di questo โsottogenereโ รจ la sceneggiatura che racconta con maggiore aderenza la realtร di un paese in pieno sviluppo sociale ed economico, con le sue intrinseche contraddizioni. Si potrebbe quasi dire che le commedie italiane dellโepoca sviluppano una corrente meno drammatica del neorealismo permettendosi, nel corso del tempo, una critica, anche feroce, al costume e alla societร , alla politica e alla religione.
Maestri di queste commedie italiane allโitaliana sono registi del calibro di Mario Monicelli, Nanni Loy, Dino Risi, Vittorio De Sica, Luciano Salce, Ettore Scola e davvero tantissimi altri. A grandi registi servono immensi attori tra i quali ricordiamo Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Raimondo Vianello, Totรฒ, Aldo Fabrizi, Gino Cervi, Paolo Villaggio, Gigi Proietti, Monica Vitti, Sophia Loren, Claudia Cardinale e Gina Lollobrigida.
Per non parare dellโincredibile contorno realizzato da grandissimi caratteristi come Carlo Pisacane e Tina Pica della celebre scuola napoletana.
Ne abbiamo riportati alcuni, cercando di dare rappresentanza a tutte le principali sfumature di un genere che ha reso unico il nostro cinema: una panoramica complessiva per quanto possibile completa e variegata. Citare tutti i protagonisti delle commedie italiane richiederebbe un elenco lunghissimo e sarebbe un esercizio sterile. Cosรฌ come lunghissimo, quasi infinito, รจ lโelenco delle commedie italiane che non abbiamo potuto inserire in questa ridotta scelta di venti.
Abbiamo cercato di rappresentare al meglio il genere pescando da una sorta di pozzo senza fondo con la consapevolezza che avremmo fatto un torto a qualcuno.
Questa, in ogni caso, non รจ una classifica. Piuttosto una selezione di autori, registi, attori e attrici che nel corso di oltre sessantโanni di cinema, partendo solo dal dopoguerra, hanno rappresentato e rappresentano un genere, quello delle commedie italiane, che ha avuto i suoi alti e bassi ma che ancora oggi รจ capace di regalarci perle importanti che fanno ridere, sorridere, piangere e, perchรฉ no, anche riflettere.
1) Amici miei

Amici miei, del 1975, รจ considerato una pietra miliare del cinema italiano. Alzi la mano chi non lโha visto. Voi, sรฌ voi, che lโavete alzata: dovreste darvi da fare per rimediare a questa mancanza, il prima possibile. Magari vedendo la versione estesa (140 minuti) rispetto a quella che normalmente viene trasmessa in televisione (114 minuti).
Amici miei, diretto dal grandissimo Mario Monicelli, รจ il primo di una trilogia conclusasi con il terzo atto nel 1985, diretto da Nanni Loy. Ha vinto due David di Donatello e tre Nastri dโArgento e nella stagione cinematografica 1975-1976 รจ risultato campione dโincassi con oltre 7 miliardi di lire (oggi, circa 40 milioni di euro). Con oltre 10 milioni di spettatori รจ al ventunesimo posto nella classifica assoluta dei film piรน visti in Italia dal 1950 al 2016.
Amici miei prende spunto dalla realtร . Le zingarate che i cinque protagonisti compiono durante il corso del film, infatti, risalgono agli anni Trenta in quel di Livorno. Lรฌ, a raccontarlo รจ lo stesso Monicelli, vissero cinque amici conosciuti per gli scherzi che facevano in giro per la cittร .
Il quintetto protagonista รจ composto da Adolfo Celi, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin e Duilio Del Prete, attori di altissimo livello.
2) Il ragazzo di campagna
Diretto dal duo Castellano e Pipolo, che del film sono anche autori del soggetto e della sceneggiatura, registi di commedie italiane ormai considerate cult come Attila flagello di Dio o Grandi Magazzini, il film uscรฌ nelle sale cinematografiche nel 1984.
Il protagonista della pellicola รจ Renato Pozzetto il quale interpreta Artemio, contadino della campagna lombarda desideroso di lasciare il paese natio per andare a Milano e cambiare vita. Accanto a lui compaiono Massimo Boldi, nei panni del poco raccomandabile cugino Severino Cicerchia, e Donna Osterbuhr, nei panni di Angela, giovane donna in carriera, indipendente e fanatica tifosa della Juventus.
Il film, perรฒ, non si limita a raccontare le disavventure assai comiche di Artemio. Pone, tra i primi, lโocchio sulla Milano degli anni Ottanta, quella Milano da bere che stava confermandosi fulcro nevralgico dellโeconomia italiana, con tutte le sue contraddizioni.
Le zone di ripresa utilizzate per raccontare la vita contadina di Artemio sono diventate meta di pellegrinaggio da parte di migliaia di amanti del film. Esiste un vero e proprio ritrovo annuale durante il quale alcune scene del film, come quella del passaggio del treno, vengono ricreate appositamente. Al ritrovo รจ stato spesso visto lo stesso Renato Pozzetto il quale deve molta della sua fama a questo indimenticabile film apparentemente leggero ma ricco di significati.
3) Smetto quando voglio

Pellicola del 2014, primo capitolo di una trilogia completata nel 2017, ottiene una quantitร di candidature ai premi italiani piรน prestigiosi vincendo un Ciak dโoro, un Nastro dโArgento, un Globo dโoro e oltre una decina di candidature ai David di Donatello.
Il film รจ diretto da Sydney Sibilia, e racconta la storia di un gruppo di ricercatori precari dellโuniversitร di Roma che, ciascuno con la sua specializzazione, decidono di creare una banda e mettersi a smerciare una droga creata appositamente.
Smetto quando voglio ha sorpreso positivamente la critica cinematografica tanto da essere accostato a I soliti ignoti. Il film รจ stato elogiato per lโinterpretazione dei suoi attori, tra i quali spicca il compianto Libero De Rienzo; per la sceneggiatura per nulla scontata e capace di approfondire, in maniera divertente e riflessiva allo stesso tempo, il dramma del precariato; e la regia, considerata moderna e brillante capace di allotanarsi dagli stereotipi classici delle commedie italiane degli ultimi decenni.
4) I mostri
Altro capolavoro tra le commedie italiane, diretto da Dino Risi e sceneggiato da un gruppo di personaggi importanti del mondo cinematografico italiano, tra i quali Ettore Scola, I mostri รจ stato selezionato tra le cento pellicole italiane da salvare, una iniziativa realizzata in collaborazione con la Mostra del cinema di Venezia e con il sostegno del Ministero dei Beni culturali.
Si tratta di un film a episodi, venti per la precisione, i quali hanno un solo unico comune denominatore: la Roma dei primi anni Sessanta. Nellโaffascinante cittร eterna queste venti storie, di lunghezza variabile tra lo sketch e il racconto, per un totale di 118 minuti, raccontano di personaggi particolari interpretati da Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. Attorno a loro, come spalle o semplici riempitivi, compaiono altri attori importanti e persino Ricky Tognazzi, allโepoca ottenne, alla sua prima partecipazione cinematografica. Questi personaggi, i mostri del titolo, sono una rappresentazione caricaturale e simbolica del cittadino italiano dellโepoca.
Il film, nel 1977, ebbe un sequel: I nuovi mostri, altra pellicola a episodi diretti da Mario Monicelli, Dino Risi ed Ettore Scola e candidato allโOscar come miglior film straniero nel 1979 e un terzo capitolo, uscito nel 2009, intitolato I mostri oggi e diretto da Enrico Oldoini.
5) Vacanze di Natale

Molti storceranno il naso nel vedere questo titolo avvicinato a veri e propri capolavori del cinema italiano. Dovreste ricredervi, fidatevi. Forse non tanto per il genere di comicitร proposta, comunque molto edulcorata e piรน ricercata rispetto ai successivi capitoli, quanto per lโimmagine, in chiave sarcastica e agrodolce, che dร del nostro paese agli inizi degli anni Ottanta.
Vacanze di Natale (1983), considerato il capostipite dei cinepanettoni, รจ un affresco di una Italia che non era piรน quella del boom economico degli anni Sessanta ed era sopravvissuta agli di Piombo. UnโItalia che sbirciava alle mode provenienti dagli Stati Uniti e che iniziava ad applicare nel linguaggio parlato una terminologia straniera per darsi un tono.
Il film, sceneggiato dai fratelli Vanzina e diretto da Carlo, รจ ambientato in una delle localitร sciistiche piรน rinomate dโItalia e racconta, senza alcun filtro, le contraddizioni di un paese allโepoca tra le prime potenze mondiali. Da un parte le famiglie altolocate, dallโaltra una piccola borghesia che frequenta gli stessi luoghi dei ricchi pur non potendoselo permettere.
I personaggi presenti in scena sono la versione invernale di quelli che erano apparsi sullo schermo durante la stessa estate, quella del 1983, in Sapore di mare e sono interpretati praticamente dagli stessi attori: Jerry Calร , Christian De Sica e Karina Huff.
6) Febbre da cavallo
Diretto da Steno, padre dei fratelli Vanzina, Febbre da cavallo รจ uno di quei film che, nel corso degli anni, ha acquistato il giusto posto nella storia della commedia italiana.
Uscito nel 1976 venne accolto tiepidamente. La sua fama crebbe nel corso degli anni Novanta grazie alla ritrasmissione della pellicola nelle televisioni private soprattutto romane, e da film specifico, poichรฉ ambientato negli ippodromi e nelle sale scommesse, divenne una di quelle pellicole le cui battute e scene comiche influenzarono lโimmaginario collettivo.
Il film, che lanciรฒ la carriera di due grandi interpreti della commedia italiana come Enrico Montesano e lโindimenticabile Gigi Proietti, racconta la storia di due appassionati di corse di cavalli costretti a inventarsi ogni genere di trucchi e inganni per potersi procacciare i soldi necessari a sovvenzionare la loro passione fallimentare.
7) Lโarmata Brancaleone

Branca Branca Branca, Leon Leon Leon! Fischio. Colpo di grancassa. E via con la marcia iniziale composta dal grandissimo Carlo Rustichelli che accompagna le animazioni di Emanuele Luttazzi per i titoli di testa di uno dei piรน importanti e iconici capolavori della commedia italiana cinematografica.
Il film, diretto da Mario Monicelli che partecipรฒ anche alla stesura della sceneggiatura, racconta le scalcagnate vicissitudini di un manipolo di uomini nellโItalia dellโXI secolo. Comandato da Brancaleone da Norcia, personaggio realmente esistito, questo gruppo scassato attraversa il paese finendo in situazioni tragicomiche fino a raggiungere lโagognata meta, in Puglia, per riscattare un feudo sotto assedio da parte dei saraceni.
Il film, uscito nel 1966, vede protagonisti Vittorio Gassman, Gian Maria Volontรฉ e Vittorio Pisacane, accompagnati da Catherine Spaak e Barbara Steele. Il film fu un successo strepitoso e il titolo divenne di uso corrente ed รจ riportato da diversi dizionari per definire un gruppo di disperati che si gettano in una impresa titanica.
La critica dellโepoca elogiรฒ il film per comโera stato ideato. Per lโoccasione, infatti, venne creato un vero e proprio idioma, un misto tra il latino maccheronica, il dialetto del centro Italia e il volgare dellโepoca.
Di questo film Vittorio Gassman ebbe a dire, in una intervista: โcโera la bellissima invenzione di quel linguaggio e di quel personaggio, una specie di samurai che ormai tutti conoscono e che รจ stato credo il personaggio che mi ha dato piรน popolaritร โ.
8) Un americano a Roma
Film del 1954, diretto da Steno su sceneggiatura curata, tra gli altri, da Ettore Scola e Lucio Fulci, Un americano a Roma รจ uno tra i piรน celebri film interpretati da Alberto Sordi. Se non lo conoscete perchรฉ troppo giovani potreste cercare su Youtube la celebre scena con lโiconica battuta del โMaccarone, mโhai provocato e io ti distruggo adesso, maccarone! Io me te magnoโฆ!โ per farvi unโidea della grande interpretazione del comico romano.
Il film racconta la storia di Ferdinando Mericoni, detto Nando, personaggio nato per un altro film di Steno, Un giorno in pretura, un giovanotto romano con la fissa degli Stati Uniti derivata probabilmente dallโaver visto lโesercito americano liberare Roma, nel 1944.
Lโ americanismo, amplificato dal modo di vestire, di muoversi e di parlare, uno slang privo di senso e divertentissimo da ascoltare, porterร un sacco di guai a Nando che vive perennemente come fosse su un set di un film hollywoodiano, di cui รจ grande fan.
9) Ricomincio da tre

Nel 1981 Massimo Troisi, scrisse, diresse e interpretรฒ questo film che ottenne un grande successo di pubblico e vinse, tra gli altri, due David di Donatello e quattro Nastri dโArgento.
Il film, una tra le piรน importanti commedie italiane degli anni Ottanta, racconta la storia di Gaetano, interpretato da Massimo Troisi, che decide di abbandonare la cittadina dove abita per esplorare il mondo. Arrivato a Firenze, dove ad attenderlo cโรจ una zia, dopo un lungo viaggio piuttosto tragicomico, Gaetano incontra Marta, infermiera presso un centro di igiene mentale, della quale si innamorerร perdutamente.
Praticamente tutto in dialetto napoletano, il film fu campione dโincassi nella stagione 1980-1981 guadagnando oltre 15 miliardi di lire (circa 30 milioni di euro attuali). Inizialmente snobbato Ricomincio da tre รจ stato uno di quei film che ha guadagnato il successo tramite il passaparola tanto da detenere ancora oggi il record di film proiettato piรน a lungo: ben quarantatre settimane.
10) Divorzio allโitaliana
Stefania Sandrelli e Marcello Mastroianni sono protagonisti di questa pellicola italiana che, tra il 1962 e il 1963 vinse un Oscar come miglior sceneggiatura originale, due Golden Globe come miglior film straniero e miglior attore maschile, un BAFTA come miglior attore straniero, tre Nastri dโArgento, un Globo dโOro e un Prix de la meilleure comรฉdie al Festival di Cannes.
Scritto e diretto da Pietro Germi, basato sul libro Delitto dโonore di Giovanni Arpino, il film racconta la storia del barone Ferdinando Cefalรน, detto Fefรจ, maritato con Rosalia (Daniela Rocca) e innamorato della sedicenne Angela, sua cugina
Divorzio allโitaliana รจ un interessante ritratto satirico di una certa mentalitร , e con essa certe pulsioni, tipica della provincia siciliana dellโepoca, la quale si fa forte di una legislazione italiana arretrata e carente sia nei confronti del divorzio che del delitto dโonore. Il risultato รจ questa commedia tagliente considerato uno dei migliori film dellโepoca che servirร da modello per molti altri.
11) Fantozzi
Fantozzi, ragionier Ugo, matricola 1001/bis dellโUfficio sinistri (secondo la sigla iniziale). Lโiconico personaggio creato dalla fulgida mente di Paolo Villaggio fece la sua apparizione nelle sale cinematografiche nel marzo del 1975. E fu un successo strepitoso. Sia per la pellicola che per il personaggio al quale il comico genovese dedicรฒ altri nove film a cominciare da Il secondo tragico Fantozzi uscito lโanno successivo.
Sia il primo che il secondo film sono tratti dai due bestseller che Villaggio pubblicรฒ nel 1971 e nel 1974, intitolati rispettivamente Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi. Gli altri, invece, hanno una sceneggiatura propria che ricalca il modello strutturale a episodi.
Fantozzi, pur essendo un successo al botteghino, non piacque alla critica. Troppo frammentario, troppo poco divertente, poco pungente. Villaggio venne deriso e paragonato a una scarsa figurina da cinema muto, con le sue facce buffe e la sua pantomima goffa, grottesca, al limite del fastidioso.
Oggi, invece, รจ considerato un film cult. Non tanto per il personaggio in sรฉ quanto per ciรฒ che raccontava nelle sue disavventure. Una specie di rivisitazione dei personaggi dellโitaliano medio, in questo caso mediocre, interpretati dieci anni prima da Alberto Sordi.
Situazioni, battute e modi di dire, come il terribile utilizzo del congiuntivo di filiniana memoria o il โcomโรจ umano, leiโ sono ancora oggi in uso nel parlato corrente, segno distintivo di un film che non ha tempo.
Fantozzi, diretto da Luciano Salce, รจ un concentrato di satira sociale e politica capace di risvegliare la coscienza dello spettatore il quale ha di fronte a sรฉ un personaggio detestabile, con i peggiori difetti di questo mondo. Un personaggio dentro il quale, in maniera catartica, sono concentrati i piรน bassi istinti. Un personaggio capace di scatenare forti emozioni che vanno al di lร della semplice risata.
In Fantozzi cโรจ altro, un qualcosa che lo spettatore non vorrebbe ma disgraziatamente riconosce di sรฉ. Di fronte alla viltร fantozziana lo spettatore ride per non piangere e autocommiserarsi. In questo sta la grandezza del primo film di Paolo Villaggio: si addossa le peggiori nostre abitudini per portarne il peso e venire crocifisso in sala mensa come capro espiatorio di tutti.
12) Non ci resta che piangere

Opera unica del duo Benigni-Troisi (e di entrambi avremmo potuto citare una decina di altri titoli dโaltissimo livello), Non ci resta che piangere uscรฌ nelle sale nella stagione cinematografica 1984-1985 divenendo campione dโincassi con oltre quindici miliardi di lire (circa venti milioni di euro, oggi).
Il film racconta la storia di due amici, un bidello e un insegnante, che si ritrovano nella Toscana del 1400, quasi 1500. Lโinsegnante, Roberto Benigni, decide che i due debbano raggiungere la Spagna per impedire a Cristoforo Colombo di scoprire lโAmerica.
Il film, scritto e diretto dalla coppia, fu un successo di pubblico ma la critica non risparmiรฒ critiche ai due protagonisti, soprattutto in qualitร di registi e sceneggiatori. La pellicola, comunque, resta un cult della commedia italiana, ricca di spassose gag, alcune delle quali, come il celebre dialogo alla dogana, sono diventata intercalare di tutti i giorni.
13) Bianco, rosso e verdone
Scritto e diretto da Carlo Verdone e prodotto da Sergio Leone, questo road movie racconta le storie di tre personaggi macchiettistici cari al comico romano i quali, dalle cittร dove vivono si dirigono, in auto, verso le rispettive sedi di voto: Furio, il pedante e logorroico impiegato statale, che parte da Torino, con moglie e figli, alla volta di Roma; Mimmo, che raggiunge Verona per prendere la nonna (la grandissima Elena Fabrizi) e accompagnarla a Roma; e Pasquale, emigrato, che da Monaco di Baviera parte alla volta di Matera.
I personaggi di Verdone, tra i piรน divertenti presenti nelle commedie italiane, sono scritti e interpretati divinamente, ciascuno caratterizzato alla perfezione con le sue manie e nevrosi. La figura di Furio, impagabile nel farsi mandare a quel paese dal servizio telefonico autostradale, verrร poi ripresa in Viaggi di nozze mentre quella di Mimmo non รจ altro che la continuazione del personaggio creato per Un sacco bello.
Quando, dopo mille peripezie, Pasquale esce dalla cabina elettorale dopo aver votato si lascia andare a uno sfogo, in un linguaggio incomprensibile, che venne improvvisato dallo stesso Verdone, in difficoltร con le battute del copione.
14) Don Camillo

Unโaltra pellicola che appartiene alla lista dei cento film italiani da salvare, Don Camillo รจ un piccolo gioiello della commedia italiana cinematografica. Tratto dai racconti di Giovannino Guareschi, il film uscรฌ nelle sale nel 1952 e fu campione dโincassi fruttando oltre un miliardo e mezzo di lire (circa trenta milioni di euro, oggi). Nella classifica di sempre dei film piรน visti in Italia รจ al settimo posto mentre si trova al dodicesimo in quella francese. Fu distribuito in altri diciotto paesi del mondo, tra cui Giappone, Brasile e Stati Uniti, ottenendo consensi di pubblico e il plauso della critica.
Don Camillo, interpretato da Fernadel, racconta la storia di un prete di campagna del secondo dopoguerra, alle prese con un sindaco, Peppone, interpretato da Gino Cervi, comunista. I due personaggi, politicamente parlando, non scorre buon sangue ma sotto sotto si vogliono bene e, soprattutto, nutrono un profondo rispetto reciproco. Li accomuna esser parte dei Ragazzi del โ99, i giovani che nel 1917 presero parte alla Prima Guerra Mondiale, e lโaver fatto la Resistenza, seppure in schieramenti diversi, contro i nazisti e i fascisti in Italia.
Don Camillo รจ uno di quei rari casi in cui lโadattamento cinematografico รจ migliore del libro. Il film, al quale seguirono altre quattro pellicole con gli stessi protagonisti, in Italia venne accolto piuttosto tiepidamente da una critica schierata troppo politicamente.
In realtร il film, girato a Brescello, รจ davvero ben fatto grazie a un adattamento che, a differenza dei racconti, non parteggia per nessuna delle due parti. E Don Camillo, che spesso risulta vincitore rispetto a Peppone nella loro continua faida, viene sempre messo al posto suo dalla voce di un Crocifisso che continua indicargli la via che si confร a un sacerdote.
15) I soliti ignoti
Mario Monicelli, su una sceneggiatura del grandissimo duo Age & Scarpelli, dirige un cast straordinario composto, tra gli altri, da Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Totรฒ, Claudia Cardinale, Tiberio Murgia e Carlo Pisacane.
I soliti ignoti รจ un capolavoro, tra le commedie italiane, senza tempo. Monicelli creรฒ quello che diede lโimpronta per un genere che si unรฌ al neorealismo, allo spaghetti-western e il peplum (i film in costume ambientati nellโantichitร ) i quali resero il cinema italiano mondialmente conosciuto e apprezzato.
La storia racconta di un gruppo di ladruncoli di poco conto nella Roma del dopoguerra decisi a compiere il furto della loro vita. Il furto richiede accortezza e il gruppo comincia a pianificare tutto in maniera molto dettagliata prendendo persino lezioni di scasso da Dante (Totรฒ), impossibilitato a partecipare al furto in quanto sorvegliato dalla polizia.
Ciรฒ che colpรฌ la critica dellโepoca fu il fatto che gli attori, generalmente tutti commedianti, non si limitarono a interpretare una maschera comica comโerano solitamente abituati. Nel film, infatti, รจ presente una drammaticitร molto forte che viene alleggerita da unโironia fine e pungente e non piรน da giochi di parole e gag improvvisate. I momenti comici non mancano ma sono bilanciati da una realtร concreta ben definita. Si potrebbe dire che la commedia classica, in I soliti ignoti, incontri il neorealismo per farne un nuovo genere.
16) Totรฒ, Peppino eโฆ la malafemmina

โUna farsa grossolana urlata in dialetto napoletano dalla prima allโultima scena (โฆ). Eโ avanspettacolo e fumetto della peggior qualitร , nรฉ la presenza di bravi attori come Totรฒ e Peppino De Filippo si fa avvertire, almeno sul piano della buona recitazioneโ. Cosรฌ la critica nel 1956, quando il film uscรฌ nelle sale cinematografiche. Una vera e propria stroncatura.
Fortunatamente per noi, nel corso dei decenni, questa pellicola รจ riuscita a ritagliarsi il giusto spazio nellโOlimpo delle commedie italiane diventando unโicona del genere.
Totรฒ e Peppino, un duo incredibile capace di improvvisare intere scene su un semplice canovaccio, sono, in questo film, probabilmente allโapice della loro carriera in coppia. Lo dimostrano nelle scene piรน famose come quella della dettatura della lettera (scene che viene omaggiata in Non ci resta che piangere, tra gli altri film) o quella del loro arrivo alla stazione di Milano con colbacchi e pellicce. Per non parlare di quella, utilizzata anche per alcune pubblicitร , del dialogo con il vigile meneghino, che utilizza il celeberrimo โnojo volevan savuarโ entrato nel linguaggio comune.
17) Miseria e nobiltร
Due anni prima di Totรฒ, Peppino eโฆ la malafemmina, il celeberrimo comico napoletano รจ protagonista di Miseria e nobiltร , una pellicola tratta dallโomonima piรจce teatrale di Edoardo Scarpetta.
Il film del 1954 รจ diretto da Mario Mattoli e racconta la storia di don Felice Sciosciammocca (Totรฒ) un popolano squattrinato che di mestiere fa lo scrivano e don Pasquale (Enzo Turco) che invece fa il fotografo ambulante, anche lui poverissimo. Entrambi lavorano vicino al Teatro San Carlo ma i loro guadagni non consentono loro di sopravvivere; per questo i due convivono insieme con le rispettive famiglie in un appartamento in affitto (che non pagano da mesi). Da questa convivenza, soprattutto grazie alle rispettive compagne, nascono una serie di baruffe tipiche della commedia teatrale.
Anche questo film venne stroncato dalla critica al suo esordio. E come quello precedente, nel corso dei decenni รจ stato rivalutato soprattutto per la bravura di Totรฒ, qui fenomenale nel tenere in piedi, praticamente da solo, lโintera sceneggiatura.
Celeberrima รจ diventata la scena durante la quale le famiglie di Totรฒ e di Enzo Turco, riunite davanti a un tavolo finemente apparecchiato, si gettano a capocollo verso una zuppiera colma di spaghetti.
18) Fracchia la belva umana

Forse non tutti sanno che Giandomenico Fracchia รจ il primo personaggio creato da Paolo Villaggio. Ideato alla fine degli anni Sessanta per la televisione, la maschera di Fracchia ottenne un grande successo di pubblico. I due personaggi, Fantozzi e Fracchia, erano inizialmente molto diversi tra loro, con le loro precise peculiaritร . Nel corso del tempo perรฒ, si sono fuse insieme e la figura di Fracchia รจ praticamente sparita dalla circolazione.
A lui sono dedicate due commedie italiane: Fracchia la belva umana (1981) e Fracchia contro Dracula (1985), entrambe dirette da Neri Parenti.
In Fracchia la belva umana ritroviamo alcuni attori cari a Villaggio: Gigi Reder, nei panni della madre siciliana della belva umana; e Anna Mazzamauro, nei panni della signorina Corvino, amore segreto dello sfortunato Fracchia.
Al di lร delle gag di Villaggio che ormai cominciano a esser piuttosto scontate visti i tre precedenti film su Fantozzi quello che rende interessante questa commedia รจ la presenza di Lino Banfi. I due, entrambi allโapice delle rispettive carriere, si incontrano per la prima volta e ne nasce un duo davvero spassoso. Alla sofferenza di Fracchia replica lโarroganza sciocca del commissario di Polizia Auricchio. I due, insieme, creano alcune tra le piรน spassose scene comiche della cinematografia degli anni Ottanta.
19) Ieri, oggi e domani
Vincitore di un Oscar e di un Golden Globe come miglior film straniero e di tre Nastri dโArgento, Ieri, oggi e domani รจ un film diretto da Vittorio De Sica e interpretato da Marcello Mastroianni (vincitore di un BAFTA per la sua interpretazione) e Sophia Loren.
Si tratta di un film a episodi, tre, ambientati in tre grandi cittร italiane: Roma, Milano e Napoli.
La peculiaritร di questa pellicola sta nel fatto che i soggetti sono stati tratti da tre grandi autori della letteratura italiana dellโepoca: Eduardo De Filippo, Alberto Moravia e Cesare Zavattini.
Il film racconta tre spaccati della vita italiana del dopoguerra con ambientazioni temporanee ben riconoscibili nei personaggi interpretati dal duo di attori. Un passato fatto di rovine e di espedienti per vivere; un presente che unisce attraverso una relazione clandestina la ricca borghesia di Milano al ceto medio; e un futuro basato sulla resistenza alle tentazioni carnali. Tutti e tre gli episodi portano come titolo il nome del personaggio femminile interpretato da Sophia Loren la quale conclude il terzo episodio con uno spogliarello molto casto che, trentโanni dopo, riproporrร , sempre a Marcello Mastroianni, nel film di Robert Altman Prรชt-ร -Porter.
20) Tre uomini e una gamba

E concludiamo questa lunga carrellata di commedie italiane con un altro film di grandissimo quanto inaspettato successo.
Dice Giovanni: โandammo al cinema per vedere la reazione della gente, travestiti perchรฉ temevamo che gli spettatori ci chiedessero indietro il prezzo del biglietto. E invece ridevano. Ridevano prima, durante e dopo le battute. Cosรฌ forte che molti dialoghi erano impossibili da ascoltareโ.
Tre uomini e una gamba, scritto da Aldo, Giovanni e Giacomo e diretto da Massimo Venier uscรฌ in quaranta sale, nel pieno del periodo natalizio insieme ad altri film ben piรน importanti come La vita รจ bella, Hercules della Disney, Fuochi dโartificio di Pieraccioni e Sette anni in Tibet. Senza pretese, in sordina, la commedia del trio comico che spopolava in televisione, ospite fisso della Gialappaโs Band, come spesso accade esplose diventando un caso nazionale. Il film incassรฒ oltre quaranta miliardi di lire (circa 30 milioni di euro, attuali) e restรฒ nei cinema per diversi mesi.
Anche in questo caso diverse battute sono diventate parte integrante del comune parlare di oggi, chiaro segnale di quanto presa abbia fatto questo film sul pubblico.
La storia, che racconta di un viaggio da Milano in Puglia, รจ farcita di gag e personaggi del celebre trio. Proprio grazie a questa commistione Aldo, Giovanni e Giacomo vinsero un Nastro dโArgento