Dall’inimitabile She cantata da Elvis Costello in Notting Hill alla memorabile scena del “Mi avevi già convinto al ciao” di Jerry Maguire, le commedie romantiche ci sanno fare quando si tratta di provocare un’emozione negli spettatori. Che siano risate intrattenibili davanti a quei film che si guardano accompagnati dagli amici sul divano in mezzo ai pop-corn o fiumi di lacrime versati stretti alla propria dolce metà di fronte ad una storia d’amore che strazia il cuore, è inevitabile: i film romantici ci scatenano qualcosa. Alla fine, che cosa c’è di più forte dell’amore? Anche quando è un po’ trash, un tantino stereotipato o fin troppo idealizzato, qualcosa sentiamo. E’ quando non sentiamo proprio niente che sorge il problema. Da Holidate a Il sole a mezzanotte, vediamo 10 commedie romantiche che, purtroppo, non fanno nè ridere nè piangere.
1) Appuntamento con l’@amore
Qua non si parla di una delle più celebri commedie romantiche, l’opera del 2010 con protagonista Anne Hathaway, ma del film del 2014 con protagonisti Miles Teller (quel genio di Whiplash) e Lio Tipton. Appuntamento con l’amore (reso graficamente come APPuntamento con l’@amore, per giocare sul fatto che i due protagonisti si conoscano tramite un’app di incontri) racconta la storia di Alec e Megan, due ragazzi che, dopo l’avventura di una notte, si ritrovano bloccati nell’appartamento di lui a causa di una tempesta di neve che rende New York inagibile. Cinica e disillusa lei, tipico golden retriever boy lui, i due sembrano non avere nulla in comune; eppure, questa convivenza forzata potrebbe portare a delle svolte inimmaginabili. Il film, purtroppo, è uno di quei prodotti che tenta di essere romantico in modo moderno e purtroppo fallisce: pur partendo da un pretesto di trama quantomeno interessante (l’unione forzata di due personaggi all’interno di uno spazio che rimane sempre uguale) il film non fa ridere, e non commuove, soprattutto a causa di una scarsa analisi introspettiva dei personaggi. Ce ne vuole, per togliere il fascino a Miles Teller.
2) Amici di letto
Amici di letto, un po’ come Holidate, sembra essere uno di quei film che vengono visti e rivisti più per l’avvenenza degli attori protagonisti che per un’effettiva qualità della pellicola. Questo, e perché parla di sesso. Jamie e Dylan, interpretati rispettivamente da Mila Kunis e Justin Timberlake, si conoscono sul lavoro e costruiscono subito un’amicizia solida. Amicizia che, ben presto, sfocia in un rapporto fisico che però, come sottolineato più volte da entrambi, deve rimanere tale. Nessun sentimento, nessun legame. Solo sesso. E vuoi non rispettare il grande cliché delle commedie romantiche per cui si sa che i sentimenti arrivano soprattutto quando non dovrebbero? Amici di letto ci prova e ci riprova a far ridere, e ogni tanto ci riesce pure, ma sempre in modo tirato. Soprattutto, non suscita e non lascia niente agli spettatori, che si ritrovano al termine della visione con la sensazione di aver buttato via due ore della propria vita. Mila e Justin però sono molto belli, questo bisogna dirlo.
3) ll sole a mezzanotte
Il sole a mezzanotte è uno di quei film che non solo non fanno nè ridere nè piangere ma provocano una grande, grandissima rabbia. Remake dell’omonimo film giapponese del 2006, Il sole a mezzanotte dovrebbe essere uno di quei prodotti dove la lacrima è assicurata e i fazzoletti fioccano (anche perché non è proprio una commedia). Sulla scia di pellicole come Colpa delle stelle e Ad un metro da te, Il sole di mezzanotte si tuffa ad occhi chiusi nel filone dei film adolescenziali che affrontano il tema di una qualche malattia; e atterra di pancia, con un grande splash. E dispiace molto perché poteva farcela, soprattutto grazie a Bella Thorne, che si sta sempre di più dimostrando una delle migliori attrici uscite da Disney Channel. Al contrario, Il sole a mezzanotte non solo è un ritratto inaccurato di una malattia pesante e che affligge migliaia di persone, ma sebbene si ponga come profondo finisce per essere percepito come superficiale. Ancora una volta, la coppia protagonista è molto bella. E finisce lì.
4) Tutte le volte che ho scritto ti amo (una di quelle commedie romantiche che di commedia ha ben poco)
Nel mondo del cinema esiste il trash. Andando ancora un po’ in là, circondato da un’atmosfera pastello, c’è Tutte le volte che ho scritto ti amo, il fenomeno di Netflix che ha dato vita a ben due film successivi. Lara Jean è un’adolescente come tante altre, timida e riservata, che scrive lettere da quando è piccola ai ragazzi che le piacciono, per poi chiuderle al sicuro in una scatola. Una notte, sua sorella minore Kitty scopre il segreto e decide di inviare le missive a tutti i destinatari, un po’ per costringere la sorella ad uscire dal guscio e un po’ perché “non è divertentissimo”?. Questo non si sa, ma l’impiccio di Kitty dà vita a più di un’incomprensione e Lara Jean si ritrova coinvolta in un pasticcio creato da lei stessa, dal quale però potrebbe uscire cambiata. O peggio, innamorata. Tutte le volte che ho scritto ti amo non è un brutto film, ma è scialbo e sempre in bilico su quella linea che separa un prodotto adolescenziale dal trash sempre in agguato. Almeno Last Christmas ci è riuscito, ad essere profondo.
5) Tuo, Simon
Se si pensa alle commedie romantiche non viene proprio in mente Tuo Simon; nonostante, almeno in apparenza, sembri proprio essere il tipico film romantico adolescenziale senza troppe pretese. Ed è proprio questo il problema: Tuo Simon, uscito nel 2018, parte molto bene e, con il proseguire della visione, si perde completamente. E spreca un’occasione che poteva essere davvero interessante. Interpretato da Nick Robinson, Katherine Langford e Alessandra Shipp (prima dell’enorme successo in Tick, tick…Boom!) il film racconta la storia di Simon, adolescente alle prese con la scoperta della propria omosessualità. Il film affronta diverse tematiche care ai giovani: il bullismo, le relazioni online, il rapporto tormentato che si ha con i familiari e gli amici e, soprattutto, la scoperta di se stessi. Eppure, ancora una volta, è l’incapacità di mantenersi su una linea costante che penalizza Tuo, Simon: un film che ha sicuramente dei lati positivi, ma dimenticabile.
6) Holidate
Ed eccoci arrivati a Holidate, un film che aveva diviso il pubblico ancora prima della sua uscita su Netflix. Da una parte c’era chi l’aveva etichettato come l’ennesima commedia natalizia ancora prima di averlo visto, dall’altra chi sperava che riuscisse a distinguersi e a regalare, finalmente, una storia diversa. Il grande punto interrogativo di Holidate sta proprio qui: come molti altri film in questa lista, non sta ne da una parte ne dall’altra. Emma Roberts interpreta Sloane, una ragazza frizzante e senza peli sulla lingua che, stufa di essere single durante le feste e ispirandosi all’eccentrica zia Susan, decide di mettersi alla ricerca di un holidate, letteralmente un appuntamento per le feste, utile solo a trascorrere i festeggiamenti il più serena possibile. Un pretesto di trama anche abbastanza originale e che poteva trasformarsi in un’ora e mezza di risate senza pretese. Holidate, purtroppo, rimane sempre troppo stereotipato e non basta la buona recitazione di Emma Roberts a salvare un film di natale che, un po’ come Last Christmas, più che celebrarlo lo distrugge. E tanti saluti a Babbo Natale.
7) Good luck, Chuck
E’ vero che il riconoscimento non fa il film. Eppure non è un caso che Good Luck Chuck, commedia romantica uscita nel 2007 interpretata da Dane Cook e Jessica Alba, sia stata candidata a ben due Razzie Awards dello stesso anno. Il film prende come pretesto di trama una serie di elementi che faticano a stare insieme e li unisce creando una minestra di cui non si capisce bene il sapore: una maledizione, il sesso, i pinguini, le bamboline voodoo e molto altro. Good Luck Chuck sarebbe potuto migliorare se avesse puntato tutto sulle risate, o sulle lacrime, ma non fa nessuna delle due cose e anzi, rimane lì in mezzo un po’ traballante. Aggiungiamo scene di nudo e di sesso decisamente esplicite e totalmente inutili per il procedimento della trama, e ci siamo. Consigliato se si vuole staccare il cervello.
8) Ti odio, anzi no ti amo
Sappiamo bene che la fantastica Lucy Hale ha tante qualità, tra le quali una smisurata passione per il trash (stiamo parlando della stella di Pretty Little Liars, la serie trash per eccellenza). Ed è proprio con questa rinnovata passione che interpreta il ruolo di protagonista in una delle commedie romantiche più recenti di Prime Video, Ti odio, anzi no ti amo. Il film, uscito nel 2021 sulla piattaforma, racconta la tipica storia tra due personaggi che un po’ si amano, un po’ si detestano. Lucy e Joshua sono in corsa per ottenere una promozione nella casa editrice per la quale entrambi lavorano, e vivono di una feroce competizione che li consuma. O sarà piuttosto la fiamma della passione? Ti odio, anzi no ti amo non solo ha un pessimo titolo italiano, ma anche l’incapacità totale di sviluppare un concept (la storia d’amore nata tra le mura di un ufficio) che poteva essere interessante. Non si ride, non si piange e ci si accontenta di guardare il volto scultoreo dell’attore Austin Stowell. Se volete un bel film del genere, consigliamo Set it Up.
9) Last Christmas
Last Christmas è forse il titolo più doloroso di questa lista, soprattutto perché è un grandissimo rimpianto. Che poteva dare molto, molto di più. Il problema principale di Last Christmas è proprio il fatto di non essere un brutto film, tutt’altro: eppure, forse proprio per la fatica di gestire la portata di ciò che racconta, non riesce ad emergere. Mascherandosi da commedia romantica natalizia, Last Christmas è un film duro, pesante e per certi versi senza pietà, con una grandissima Emilia Clarke come attrice protagonista che difficilmente può deludere. Kate lavora come elfo in un negozio di Natale nel centro di Londra, è una senzatetto di origine jugoslava e ha subìto, tempo prima, un importante intervento al cuore. E’ difficile parlare di Last Christmas senza fare spoiler di alcun genere: basti sapere che il film di Paul Feig fa piangere, ma poteva farlo molto di più. E’ come se fosse rimasto bloccato, indeciso tra ciò che voleva raccontare e quello che alla fine è uscito sulla scena. Una grandissima occasione, in parte, sprecata.
10) Down to you
Quante volte vi sarà capitato di ritrovare un attore, che avevate amato profondamente in un film, recitare in un’altra pellicola e domandarvi “che cosa sta succedendo”? Questa è forse la sensazione che si prova guardando Down to you, una delle tante commedie romantiche uscite tra gli anni novanta e i duemila, con protagonista Julia Stiles ancora fresca di 10 cose che odio di te. Ed è proprio questo film con cui è davvero difficile non fare un paragone, perché durante la visione di Down to you pare di star assistendo alla stessa storia. Dinamiche simili, personaggi che sembrano più macchiette e una storia d’amore piena di alti e bassi con un prevedibile lieto fine. Down to you non è da buttare via, ma nemmeno da esaltare.
Può essere sicuramente tirato fuori per fare un salto indietro nel tempo e tornare a quel periodo che manca a tanti di noi: quando i film romantici non avevano bisogno di stupire, per piacere.