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Film da maneggiare con cura – Dal tramonto all’alba: il guilty pleasure che non è solo splatter

Dal tramonto all'alba
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L’altra faccia del cinema e delle serie tv, quella più “oscura”: in questa rubrica vogliamo proporvi perle (nere), titoli seriali e cinematografici controversi, con tematiche e ambientazioni conturbanti. Piccoli gioielli di serie B solo di nome: il genere di film e serie tv da non vedere con i genitori.

Oggi parliamo di un vero cult del cinema splatter, che tocca anche altri generi passando per la commedia, il road movie e il film d’azione: Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez, con un cast incredibile composto da George Clooney, Quentin Tarantino, Harvey Keitel e Juliette Lewis. Un vero classico dal sapore di anni Novanta, quando il cinema di serie B ha conosciuto una nuova Golden Age dopo i fasti degli anni Settanta, anche grazie ad autori come Quentin Tarantino (che aveva già firmato i cult Le Iene e Pulp Fiction) e Robert Rodriguez (già alla regia del dittico El Mariachi e Desperado).

Quella che doveva essere una banale gita in camper per un predicatore che ha perso la fede e i suoi due figli si trasforma in puro terrore quando i tre vengono sequestrati da una coppia di rapinatori in fuga, disposti a tutto pur di sfuggire alla polizia e raggiungere il Messico. La situazione precipita rapidamente quando i cinque si ritrovano a passare la notte prima di varcare il confine in un locale sperduto nel deserto, che si rivela un covo di vampiri assetati di sangue.

Dal tramonto all’alba è un’orgia di sangue e orrore ma anche un film profondamente ironico e capace di ritagliarsi un posto nell’immaginario collettivo per alcune scene cult.

Dal tramonto all’alba

Parleremo dell’iconica scena di ballo di Salma Hayek, ma prima non si può non nominare una delle coppie più improbabili eppure meglio riuscite del cinema, George Clooney e Quentin Tarantino, nei panni dei fratelli rapinatori Gecko. Clooney, al massimo del suo splendore nel ruolo di Seth, il fratello razionale, metodico, che non perde mai la calma e che ha sempre una soluzione per tutto; Tarantino perfettamente a suo agio nel ruolo di Richard, allucinato e irrazionale, preda di problemi psichici e ossessioni che mandano all’aria i piani perfetti del fratello.

Nonostante sia difficile immaginare un’accoppiata più strana di questa, Tarantino e Clooney costruiscono una chimica incredibile in scena proprio giocando sulle differenze tra i loro personaggi e le loro personalità. Entrambi incarnano facce differenti del genere gangster movie: il rapinatore lucido, gelido e posato e il folle capace di assassinare un ostaggio perché le voci gli hanno detto di farlo. Un’accoppiata che è pura dinamite se la trasferiamo nel contesto in cui è ambientato Dal tramonto all’alba, un locale infestato dai vampiri in cui i due devono allearsi con una famigliola in gita per sopravvivere.

Abituati a vederlo nei panni del Signor Wolf in Pulp Fiction e di Mister White in Le Iene, inizialmente stupisce trovare Harvey Keitel nei panni di Jacob, un ex pastore e padre di due figli adolescenti, che intraprende un viaggio in camper per tenere unita la famiglia dopo la morte della madre e si ritrova invischiato in un sequestro prima e in un’epica e scanzonata battaglia contro creature della notte assatanate poi. Eppure i lineamenti duri di Keitel e i suoi modi sbrigativi sono stranamente rassicuranti in questo film, in cui incarna l’ultimo baluardo contro l’oscurità: un prete disilluso che dovrà ritrovare la fede, e in fretta, se vuole salvare la sua famiglia.

E non si può non elogiare l’innocenza e la risolutezza di Juliette Lewis nel ruolo di Katie, la figlia del pastore che mette da parte presto le espressioni terrorizzate della prima parte del film per diventare il perno della lotta contro i vampiri nella seconda parte. Un ruolo che risulta ancora più apprezzabile se pensiamo che, solo due anni prima, l’attrice era stata protagonista, a fianco di Woody Harrelson, di Natural Born Killers, altro road movie con al centro una coppia di assassini in cui era lei a seminare terrore e morte insieme al compagno.

Dal tramonto all’alba non è affatto un film dallo scarso valore, nonostante venga generalmente ascritto al genere B movie.

dal tramonto all'alba

Uno dei tratti distintivi della poetica di Quentin Tarantino, autore della sceneggiatura di Dal tramonto all’alba, sono le inquadrature dall’interno della macchina.

Diversamente da molti titoli che si trovano oggigiorno al cinema e sulle piattaforme streaming, è una pellicola pensata e ragionata in tutti gli aspetti, dal cast alla sceneggiatura alle ambientazioni. Un film che ha fatto parlare di sé per la capacità di mescolare generi, linguaggi e livelli di lettura diversi e che ha la sola ambizione di intrattenere il pubblico senza altre pretese che non siano raccontare un’avventura assurda, intrisa di sangue tanto quanto di ironia.

Questa commistione tra violenza e ironia la dobbiamo principalmente alla sceneggiatura scritta da Tarantino che, come nei suoi film, abbonda in citazionismo e ama spiazzare il pubblico con battute sferzanti e trovate irriverenti. Pensiamo alle croci improvvisate realizzate con qualunque materiale a disposizione dai sopravvissuti all’interno del locale, ai preservativi riempiti d’acqua santa e scagliati contro i vampiri, o alla chitarra elettrica costruita con un torso umano suonata da uno dei musicisti-vampiri.

Il divertimento contro l’orrore della morte, la battuta spiazzante nel momento più carico di dramma: la ricetta di Rodriguez e Tarantino per intrattenere un pubblico assetato di sangue tanto quanto i vampiri del Titty Twister, il locale maledetto disperso in mezzo al deserto. La sola idea di una lotta contro vampiri sexy condotta da un’improbabile alleanza di un pastore e due ganster è blasfema eppure, proprio per questo, dannatamente divertente. Dal tramonto all’alba è un irresistibile pastiche di generi e linguaggi diversi, che danno come risultato un miscuglio sanguinolento dal quale spuntano due gambe da far girare la testa: quelle di Salma Hayek.

Irrefrenabile dea sexy, Salma Hayek è protagonista di una delle scene più iconiche del film, quella della sensuale danza sulle note di After Dark di Tito & Tarantula, in cui fa bere il rum dal suo piede a Quentin Tarantino.

dal tramonto all'alba

Dal tramonto all’alba

Uno dei momenti in cui, in fase di scrittura della sceneggiatura, il vecchio Quentin deve aver pensato “fanc*lo tutti, ora scrivo una scena solo per me”.

Un momento carico di erotismo e sensualità, che vira però subito nello splatter quando proprio il personaggio di Santanico Pandemonium, interpretato da Salma Hayek, si rivela essere la regina dei vampiri che infestano il Titty Twister e dà inizio all’orgia di sangue che ci accompagnerà fino alla fine del film.

Proprio il continuo alternarsi, a volte brusco, di generi e linguaggi cinematografici diversi fa di Dal tramonto all’alba un piccolo gioiello del cinema di serie B: lo spettatore è tenuto costantemente sulle spine, in attesa del prossimo risvolto di trama che sprofonderà ancora di più i protagonisti nel caos. Questo film è un piacere proibito che conquista sia i cultori del genere b-movie, che si divertiranno a trovare tutte le citazioni disseminate da Tarantino e Rodriguez, che chi vuole solo abbandonarsi alla visione dell’equivalente cinematografico di una scorpacciata di cibo spazzatura, che però si rivela appetitoso e soddisfacente come un hamburger gourmet.

Giulia Vanda Zennaro