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Don’t Be Afraid, il corto animato che racconta come la paura del nostro tempo ci abbia cambiati

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Don’t Be Afraid: un titolo semplice, eppure capace di comunicare sin dal principio il messaggio di questo corto animato. Pochi fotogrammi, nessun colore capace di catturare l’attenzione eppure sin dal titolo iniziale non possiamo che empatizzare con la voce della narratrice: una madre spaventata dalla presenza di un nemico esterno rinchiude i suoi figli in casa per paura che questa oscura presenza possa attaccarli. L’unica presenza ad avere un colore vivido durante tutta la narrazione è questa creatura, sempre più ingombrante, che rappresenta una paura che diventa asfissiante e insopportabile. Il nostro periodo storico ci ha messi di fronte ad un nemico invisibile, una costante minaccia per la nostra salute a cui ognuno da una forma e una sembianza differente, proprio perché non ne esiste una dichiarata, che sia uguale per tutti. Il Covid-19 aggredisce, a distanza di due anni ormai dall’inizio di tutto, in modi inattesi. Si nasconde, non sempre si manifesta ma, come tutti sappiamo, ha stroncato le vite di grandi e piccoli.

Da quando per la prima volta ci siamo chiusi nelle nostre case tutto è cambiato. Noi, forse, siamo cambiati. A volte lo percepiamo con maggiore vividezza, altre volte meno. Eppure quel tempo lo abbiamo affrontato e come ogni grande svolta, personale o collettiva che sia, comporta delle conseguenze. Le nostre paure si sono amplificate e imparare a riavvicinarci agli altri ha comportato, in molti casi, uno sforzo non indifferente, nonostante fosse tutto ciò che più desideravamo quando ce ne stavamo reclusi nelle nostre stanze, patendo la solitudine. Riprendere a varcare le soglie dei portoni delle nostre case è stato un miscuglio di sensazioni intense e contrastanti, al tempo stesso.
Da una parte, la voglia di riprendere a vivere, a respirare fuori dalle mura di casa, dall’altra il terrore di poter pagare cara quell’agognata libertà con un l’esito positivo di un tampone.

La domanda più forte che ha mosso Nicola Gastaldi, in arte Gasta, designer cremonese da un decennio a Londra dove lavora per Google, e il suo team è: come trova una madre la forza di proteggere i propri figli da un male invisibile ma comunque distruttivo? Dove possiamo cercare il coraggio di dare speranza alle persone che amiamo senza chiuderle in una gabbia peggiore di quella a cui il virus continua a condannarci?

I bambini, più di tutti, sono state vittime silenziose. Prima inconsapevoli, poi costrette a portare un peso più grande di loro e, le cui voci spesso sono rimaste inascoltate. Vediamo una madre preoccupata, al punto da non riuscire più a dormire la notte. La sua vita è ormai un ostaggio del grande omone che circonda la sua casa e niente può distoglierla da quel pensiero fatto di angoscia. Neanche gli sguardi dei suoi figli riescono a richiamarla alla realtà, a ciò che di bello c’è, nonostante tutto il mondo sia sull’orlo di una crisi di panico. La vera soluzione, però, sarà proprio quella di sconfiggere il costante sottofondo della paura con i gesti d’Amore, con il conforto e il coraggio che scaturisce dall’unione e dalla vicinanza. Sottovalutare la capacità dei più piccoli di rispondere con una smisurata empatia è stato uno degli errori che molti genitori hanno compiuto in questi mesi di pandemia.


Non volevamo che il film respingesse o sminuisse i pericoli della pandemia o dell’ansia, mentre allo stesso tempo volevamo trovare una soluzione al suo interno. Speranza anche. Da adulti trascorriamo molto tempo a voler proteggere i nostri figli, ma per natura i bambini nascono con menti meravigliosamente adattive e aperte. In questa storia sono i bambini stessi a offrire la soluzione più saggia: alla fine l’amore stesso è l’emozione più potente e duratura di tutte

Soltanto nel momento in cui la madre accetta di essere pervasa dall’aura (anch’essa colorata) dell’amore dei suoi figli, il gigante nemico si fa piccolo. Certo, non scompare ma spaventa di meno e non ha più una morsa così stretta. Perde il suo potere catalizzante, smette di essere il fulcro unico di tutti i pensieri e lascia spazio anche alle bellezze della natura che ricominciano a fiorire, al vento che soffia di cui si avverte nuovamente la dolce carezza e ai sentimenti che sono in grado di scaldarci il cuore. Perché più di qualsiasi altro periodo, abbiamo capito quanto sia importante circondarci delle persone che amiamo. Proprio quando ci è stato impedito di trascorrere quel prezioso tempo con loro, ne abbiamo sentito l’enorme mancanza.

Don't Be Afraid

Don’t Be Afraid è delicato e potente al tempo stesso: ci mette davanti alla realtà dei fatti e ci ricorda di tenere a mente ciò che ancora abbiamo e che mai nessuna tragedia potrà toglierci. È la dura verità: siamo chiusi nelle nostre abitazioni, ancora non possiamo divorare il mondo con tutte le sue infinite possibilità perché abbiamo dovuto rinunciare a tante cose che prima davamo per scontate. Se c’è qualcosa che mai potrà abbandonarci è l’Amore di chi ci sta accanto. Non saremmo arrivati fin qui se non fosse per la condivisione che abbiamo sperimentato e che, giorno dopo giorno, è diventata sempre più potente, profonda e intima.

Il peso che un dolore porta con sè può essere asfissiante e rischiare di schiacciare chi è costretto a sopportarlo ma, imparando a tendere la mano in alcune circostanze e ad afferrare quella di chi ci ama in altre, il carico si fa più sopportabile. Si impara a non avere la presunzione di farcela da soli e ci si arricchisce, aprendosi al confronto e al dialogo. Questo il messaggio più forte di Don’t Be Afraid: un piccola attenzione piena d’Amore, se reiterata ogni giorno, può scaldare il cuore e infondere quel pizzico di speranza che permette di credere in un futuro migliore.

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