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I 10 film animati più filosofici nella storia del cinema

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Ormai diamo per assodato che i film animati non siano associati per forza a un pubblico giovanissimo, escludendo a priori quello più adulto. Anzi, molto spesso è proprio il contrario: alcune opere d’animazione non possono essere comprese senza il giusto grado di consapevolezza e preparazione. Ci sono, tra i film animati, delle opere di una brillantezza narrativa da lasciare senza fiato. Titoli che hanno conquistato il pubblico grazie anche al tenore delle riflessioni suggerite. Dietro le immagini apparentemente più insignificanti, un buon film sa nascondere molteplici significati, dal più al meno profondo.

Molto spesso, la bellezza dei film animati sta proprio nella profondità delle riflessioni che sottopone al pubblico.

Bisogna andare oltre le apparenze, oltre i colori della animazioni, oltre le tecniche e lo stile. Per comprendere a fondo il senso di alcuni lungometraggi animati, è necessario scavare sotto la superficie delle cose e imbattersi nella vastità delle argomentazioni che una semplice immagine può sollevare. La storia del cinema è piena di opere filosofiche, anche sul versante dei film d’animazione. Forse soprattutto sul versante dei film d’animazione. Il ragazzo e l’airone, per esempio, è uno di quei titoli che si prestano a letture profonde e mai banali. Hayao Miyazaki è una fonte preziosissima di titoli che fanno della filosofia una componente predominante. Ma non è il solo. Collider si è occupato del tema, stilando una classifica dei film animati più filosofici di sempre.

Noi ve la riproponiamo, appoggiando appieno e allegando anche le nostre argomentazioni a riguardo.

10. Fantastic Planet

film animati - fantastic planet

Apriamo la lista con una pellicola d’animazione degli anni ’70. Fantastic Planet ha avuto un grande successo di critica in Europa, ma oltreoceano è sempre stato un lavoro poco apprezzato. Il film è frutto di una coproduzione francese e cecoslovacca e venne presentato all’inizio degli anni ’70 al festival di Cannes. La prima cosa che salta all’occhio della pellicola è lo stile di animazione. Non si tratta dei classici lungometraggi animati: l’opera presenta una serie di immagini surrealiste che nascondono significati allegorici e che sono un ottimo spunto per gli appassionati a leggervi dietro i significati più nascosti. Fantastic Planet è una storia di fantascienza che ci aiuta a capire cosa sia l’antispecismo e quanti significati collaterali ci siano dietro.

Richard Ryder è stato il primo studioso a parlare di specismo, un termine coniato per definire la convinzione che la propria specie sia superiore a tutte le altre. Si tratta di un atteggiamento discriminatorio nei confronti delle altre specie di esseri viventi, un pregiudizio dal quale si trae la giustificazione a maltrattare e ad assoggettare gli altri esseri viventi. Secondo lo psicologo, il maltrattamento degli animali da parte dell’uomo, ad esempio, troverebbe la sua giustificazione in questa convinzione di supposta superiorità. Fantastic Planet un’opera che prova a ribaltare questa prospettiva proprio per dare il senso di ciò che stiamo parlando.

A metà tra una distopia e un’opera di fantascienza pura, il film è ambientato su un pianeta di nome Ygam, abitato dai Draag e dagli Om, che sarebbero gli esseri umani maltrattati e schiavizzati.

Il protagonista della storia è Terr, un piccolo umano che ha perso i genitori ed è stato adottato da una bambina Draag. Gli Om schiavizzati diventano animali domestici nelle case dei Draag, controllati dai loro padroni attraverso dei collari. Ridotti in uno stato di soggezione da anni e anni, gli umani hanno perso le loro tradizionali facoltà cognitive. Ricordano poco delle loro origini della loro storia e non hanno forza e consapevolezza a sufficienza per ribellarsi e affrancarsi. Terr però riesce a trovare una via per rubare la conoscenza dai propri padroni e approfitta delle loro lunghe sedute di apprendimento – nelle quali staccano la testa dal resto del corpo – per scappare e radunare i suoi simili. È così che Terr si mette a capo della resistenza degli Om per liberarsi dalle catene e riconquistare la propria indipendenza.

Fantastic Planet è un film che suggerisce diversi spunti di riflessione. Specismo e antispecismo, già negli anni ’70, si legavano a tematiche molto attuali. Razzismo, intolleranza, prevaricazione e maltrattamento degli animali sono macro-temi che ritroviamo all’interno della pellicola, che nel 1973 si aggiudicò il premio della giuria a Cannes. Lo stile d’animazione particolare non lo ha reso un prodotto immediatamente appetibile per il grande pubblico, ma Fantastic Planet è un’opera che suggerisce innumerevoli occasioni di riflessione.

9. Angel’s Egg

Una decina di anni più tardi venne distribuito un film di animazione molto più elaborato e contorto di Fantastic Planet. Stiamo parlando di un’opera del regista giapponese Mamoru Oshii, forse addirittura della sua vera “opera prima“. Angel’s Egg è rimasto famoso proprio per la sua oscurità. È un’opera difficile da decifrare, talmente complessa e soggetta a molteplici letture che lo stesso regista ammise di non sapere bene di che cosa parlasse effettivamente il film. La storia ruota attorno a un uovo custodito da una bambina.

Un giorno, un soldato armato che passa per la città viene attratto dall’uovo e fa la conoscenza della bambina. Il soldato e la ragazza sono i due protagonisti di Angel’s Egg.

La curiosità del ragazzo lo porta a volersi impadronire del guscio e a romperlo, mentre la bambina tenta di custodirlo e proteggerlo come se fosse la cosa più preziosa che ci sia. Cosa rappresenti in realtà l’uovo è la vera domanda di tutti i critici e gli appassionati che hanno visto il film. Sono tantissimi i significati nascosti dietro le immagini e i simboli di Angel’s Egg. Stiamo parlando di un film criptico, oscuro sotto tanti punti di vista. I dialoghi sono pochi e molto brevi, la maggior parte dell’opera è occupata da sequenze lunghe e ricche di simbolismo. Immagini religiose si sovrappongono ad allegorie filosofiche alle quali ciascuno potrebbe dare un’interpretazione diversa.

Cosa rappresenti davvero l’uovo rimane un mistero irrisolto.

C’è chi vi ha visto dentro il significato dell’innocenza che vuole essere preservata e che poi viene sporcata dal gesto del soldato. Il guscio può rappresentare una molteplicità di elementi, non necessariamente positivi o negativi. Tante immagini che vediamo nella pellicola ci riportano anche al racconto biblico dell’arca di Noè e del diluvio universale. Mamoru Oshii ne dà forse un’interpretazione capovolta, soprattutto se si guarda l’immagine finale con cui si chiude il film. Salvezza e speranza, innocenza e redenzione sono alcune delle tematiche più sentite del film, che sembrano affondare le radici nel mito della creazione e che, attraverso uno stile d’animazione complesso e vagamente surrealista, provano a confondere lo spettatore.

Lo sguardo di chi osserva le immagini che scorrono sullo schermo si perde tra una miriade di particolari architettonici messi lì apposta per disorientare e far perdere il filo. Il campo visivo si riempie di una serie di particolari che potrebbero essere del tutto superflui, mentre il cuore vero del racconto si nasconde in simboli nascosti. Anche l’eccessiva lentezza della pellicola serve a confondere lo spettatore e a spingerlo ad interrogarsi su tutto ciò che vede. Angel’s Egg è uno dei più complessi film d’animazione che siano mai stati girati. Poco adatto a un pubblico giovane, il film può essere letto ancora oggi da diversi punti di vista, rimanendo un vero e proprio mistero.

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