8. American Pop
Più o meno negli stessi anni in cui era in lavorazione Angel’s Egg, faceva la sua comparsa sul grande schermo American Pop, uno spettacolare film d’animazione diretto da Ralph Bakshi, regista che ha lavorato tantissimo sui film animati e che ha diretto la prima trasposizione cinematografica (quella meno nota) de Il signore degli anelli. American Pop è un lungometraggio che suscita diverse sensazioni. È nostalgico, drammatico, motivante. Parlava alla generazione degli adulti degli anni ’80 che si erano lasciati alle spalle i sogni di speranza della loro gioventù. Il film parla di musica e legami familiari. Attraversa praticamente tutta la scena musicale americana dalla prima metà del Novecento fino agli anni ’80. Ma la musica è solo l’occasione per raccontare una società in continua evoluzione.
American Pop è uno di quei film animati molto potenti, capaci di toccare corde profonde e di suscitare in chi guarda emozioni contrastanti.
La storia segue le vicende di una famiglia attraverso quattro generazioni. Zalmie è il figlio di una famiglia di ebrei russi scappata negli Stati Uniti dopo l’uccisione del padre in un pogrom. Potendo contare solo sui pochissimi risparmi della madre e catapultato in una società completamente diversa da quella d’origine, Zalmie tenta di farsi largo nel nuovo mondo provando a coltivare la sua passione per la musica. Gli Stati Uniti rappresentano l’oasi felice dalle mille opportunità nella quale chiunque, persino un emigrato ebreo, può realizzare i propri sogni. Zalmie riesce a coronare il suo piccolo progetto di diventare un cantante. Si imbarca per l’Europa durante la Prima Guerra mondiale e canta per le truppe al fronte.
Solo che il suo sogno si sgretola quando rimane ferito alla gola e perde le corde vocali.
Tornato negli Stati Uniti con il suo piccolo sogno distrutto, Zalmie finisce invischiato nel mondo della criminalità organizzata. Lavora per un boss della mafia al quale si lega combinando un matrimonio e obbedendo alle leggi del mondo malavitoso. Dalla sua storia d’amore con una ragazza che finirà uccisa in una ritorsione mafiosa, viene al mondo Benny, un bambino del quale il padre dovrà occuparsi da solo. Benny appartiene ad una nuova generazione, quella che attraversa gli anni ’30 e ’40 e che viene arruolata per salvare l’Europa dal nazismo. Il ragazzo, come il padre, ha una passione per la musica che lo porta a dedicarsi al piano.
Ottima musicista, Benny non riesce però a coronare il suo sogno perché, spedito al fronte durante la Seconda Guerra mondiale, resta ucciso e non fa più ritorno a casa.
Mentre lui combatteva in Europa però, la sua dolce metà metteva al mondo Tony, il terzo protagonista di American Pop. Con il racconto della storia di Tony, si apre un altro capitolo del film, ambientato stavolta negli anni ’60, un’epoca straordinaria e piena di contraddizioni. Il nipote di Zelmie vagabonda per le strade degli Stati Uniti, finendo invischiato in situazioni losche e dandosi alla droga. Anche lui talento precoce in campo musicale, Tony dilapida le sue potenzialità in una vita dissoluta e vissuta al limite. Tra le tante cose fatte sotto l’effetto di stupefacenti, Tony diventa padre di un bambino che per molto tempo non sa neppure della sua esistenza. Pete è l’ultimo tassello della storia, quello che riporta gli spettatori al presente offrendo loro punti di riferimento più chiari.
Il ragazzo è l’unico che riuscirà a coronare il sogno musicale della famiglia. American Pop ha tracciato un quadro generazionale molto potente e ricco di simbolismo. Attraverso un racconto drammatico e nostalgico, ha ripercorso mezzo secolo di storia, concentrandosi sul sogno musicale della famiglia protagonista, ma esplorando una società in preda a continui cambiamenti e continue metamorfosi. È un film che attraverso le immagini ha saputo parlare veramente ad una generazione di giovani che negli anni ’80 si portavano addosso il peso delle scelte dei loro padri. American Pop spinge molto sulle responsabilità che ogni generazione ha su quelle che verranno. Le azioni che compiamo oggi avranno delle ripercussioni su quelle future, in una catena senza fine di cause ed effetti.
Forse non è tra i film animati più famosi degli anni ’80, ma American Pop ha scritto una bella pagina di storia dell’animazione.
7. WALL-E
Tra i film animati più recenti invece, una menzione va fatta sicuramente per WALL-E, la pellicola che Andrew Stanton ha realizzato per la Pixar in collaborazione con Disney. La storia tratta di tematiche molto attuali e cerca di smuovere le coscienze proponendo un’animazione accattivante, in grado di catturare subito l’attenzione di un pubblico ampio e variegato. WALL-E è ambientata nel futuro, quando il pianeta è andato ormai irrimediabilmente incontro al proprio collasso. Le tematiche ambientali sono quelle preponderanti.
Gli esseri umani hanno riempito la terra di rifiuti al punto da essere costretti ad abbandonarla.
Una grossa multinazionale si attiva per far ripulire il pianeta a delle macchine robot che assumono la funzione di spazzini. La missione fallisce e l’ambientazione si sposta a 700 anni dopo, quando sulla Terra non è rimasto più nessuno. L’unico “spazzino” ad essere sopravvissuto alla missione fallimentare è WALL-E, che ha sviluppato emozioni umane e che ha conservato gli oggetti più curiosi che gli sia capitato di raccogliere nelle sue lunghe spedizioni in giro per la Terra. la noiosa routine di WALL-E viene stravolta quando dal cielo piove un altro robot, EVE, inviato sul pianeta per verificare se vi siano forme di vegetazione. Dopo secoli di solitudine, WALL-E trova conforto nella compagnia di EVE, della quale si innamora alla quale finisce per legarsi in maniera irreversibile.
La favola Pixar è una delle più creative che siano state scritte per la casa di produzione. Il film ha avuto un grosso successo di critica e pubblico grazie alle animazioni moderne e accattivanti e per la sua trama che spinge a riflettere su argomenti attualissimi. I temi principali porta avanti da questa pellicola sono due: la questione ambientale è il rapporto dell’essere umano con la tecnologia. Entrambe vengono portate all’estremo, prefigurando una situazione nella quale l’uomo non riesce più avere il controllo su nessuna delle due. Quindici anni dopo l’uscita del film, WALL-E resta un’opera molto attuale, forse ancor più oggi che nel 2008.
Il modo di raccontare lo sfruttamento del pianeta e le pratiche dell’inquinamento interroga le coscienze di chi guarda sul rapporto che l’individuo ha con l’ambiente circostante.
Una scarsa sensibilità per tematiche delicate come la salvaguardia del pianeta può condurre alle conseguenze più estreme, alle quali si legano ovviamente una serie di effetti collaterali di cui prima o poi l’uomo perde il controllo. Ma WALL-E è uno di quei film animati che sa parlare molto di emozioni umane. La solitudine e l’empatia sono sensazioni che si sviluppano a seconda di ciò che offre l’ambiente circostante. Vivere in un pianeta sano migliora anche la qualità della vita degli individui. Il rapporto tra l’essere umano e la società nella quale vive influenza il modo di essere di ciascuno di noi. WALL-E si è aggiudicato un Oscar e un Golden Globe per il miglior film d’animazione proprio per l’attualità delle tematiche trattate e per la delicatezza con la quale è riuscita a parlarne.