6. Ghost in the Shell
Il tema del rapporto dell’essere umano con la tecnologia è al centro di tante pellicole di animazione, molte anche piuttosto recenti. Uno dei film animati che però ha colto maggiormente nel segno su questo fronte, è Ghost in the Shell, il film di Mamoru Oshii tratto dall’omonimo manga giapponese. La pellicola è considerata una delle migliori nel panorama dell’animazione giapponese e sicuramente una di quelle che ha saputo affrontare il tema con più incisività. Ghost in the Shell apparve nelle sale negli anni ’90 ed è ambientata nel 2029, quindi a guardarlo oggi, a trent’anni di distanza, ha un effetto ancora più impattante. Il film traccia i contorni di un mondo nel quale gli esseri umani possono sviluppare i loro corpi come fossero dei cyborg. Conservano il cervello umano impiantato all’interno di un marchingegno robot.
Quel che ovviamente il film va a scomodare sono le conseguenze più drammatiche che questo squilibrio tra uomo e tecnologia può scatenare.
Ghost in the Shell approfondisce il tema filosofico del rapporto dell’io con la tecnologia. Le domande che la visione suscita riguardano tutte la coscienza umana posta dinanzi a tutto ciò di cui non ha il controllo. Qual è il limite oltre il quale non si può sconfinare quando si parla dello sviluppo tecnologico? Dove finisce il controllo dell’uomo e inizia invece quello della macchina? Che cos’è che rende veramente un individuo umano? Sono tutte questioni esistenziali che il film affronta in maniera efficace, attraverso lo sviluppo di una storia avvincente e per mezzo di animazioni coinvolgenti. Il film ha avuto una influenza incredibile sui lavori successivi. Matrix cita in più punti Ghost in the Shell e la stessa cosa fanno altri film più recenti sullo stesso argomento. Più di recente, è stato realizzato un riadattamento cinematografico del film d’animazione, con Scarlett Johansson come protagonista.
La pellicola resta una delle pietre miliari dell’animazione giapponese manga e spesso si sottovaluta la portata che ha avuto nel saper esplorare con efficacia una tematica che oggi è divenuta estremamente attuale.
5. Il Gatto con gli stivali 2: l’ultimo desiderio
Tra i film animati più recenti che troveremo in questa lista, c’è il secondo capitolo della saga de Il Gatto con gli stivali. Il film è del 2022 ed è stato distribuito nelle sale 11 anni dopo il primo sequel di Shrek. L’opera è una pellicola molto più matura e coraggiosa della precedente. Il grande salto qualitativo lo ha fatto fare l’impianto estetico del film: moderno, accattivante, sperimentale. L’alta qualità delle immagini e delle animazioni ha reso questa pellicola godibile per il pubblico più variegato.
Ma non è solo la cura stilistica a fare de Il Gatto con gli stivali uno tra i migliori film di animazione usciti negli ultimi anni.
Anche sul piano della sceneggiatura c’è stato un importante balzo qualitativo. Il protagonista della fiaba è un gatto un po’ vanesio e prepotente, che vive la vita con l’assoluta certezza di essere immortale, di poter sconfiggere persino la morte. Dopo aver dilapidato anche la sua penultima vita però, Gatto si ritrova a fare i conti con una nuova situazione che lo vede molto più vulnerabile e a rischio. Quella che gli resta è infatti la sua ultima vita: sciupata anche quella, non c’è più possibilità di tornare indietro. Si apre quindi tutta una riflessione sul significato da dare alla propria esistenza. Il Gatto con gli stivali 2 è una fiaba intrisa di significati filosofici e psicologici.
Ciascun individuo, posto dinnanzi alla sua ultima occasione di vivere appieno la propria vita, dovrebbe interrogarsi su quale sia il modo più giusto di stare al mondo. La maggior parte dei sentimenti terreni, spesso dettati da volubilità, istintività e superbia, perde di significato dinnanzi alla possibilità del sonno eterno e della fine di ogni cosa. Malgrado uno stile d’animazione che si rivolge a tutti e il racconto di un’avventura fiabesca con un ritmo piuttosto sostenuto, Il Gatto con gli stivali 2 è un’opera molto riflessiva, che lascia in chi la guarda una marea di spunti di riflessione.
Lo scopo degli sceneggiatori è quello di suggerire all’essere umano di vivere la propria vita dando importanza agli affetti più cari e ai valori che davvero contano.
La vanagloria rende egoisti e superbi, ma soprattutto soli. Il modo migliore di affrontare la vita, specie se si è giunti al rush finale, è farlo insieme a qualcuno con cui valga la pena condividere la propria esistenza. Il Gatto con gli stivali impara a proprie spese una lezione importante, lezione che gli autori del film vorrebbero poter tramandare il pubblico attraverso una narrazione ben ritmata ed estremamente coinvolgente. I temi classici delle vecchie fiabe si incontrano qui con una riflessione esistenzialista molto più moderna e trovano un punto di contatto in un racconto avvincente e visivamente spettacolare.