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I 10 film animati più filosofici nella storia del cinema

4. Il ragazzo e l’Airone

il ragazzo e l'airone

Il maestro Miyazaki ha firmato tanti capolavori del cinema di animazione (ecco i migliori 5). E infatti Il ragazzo e l’airone non è l’unico titolo della lista del regista giapponese. Uscito nelle sale nel 2023, il film è un’opera complessa, come la maggior parte dei lavori di Miyazaki. Il racconto parte da un lutto: Mahito perde sua madre durante la Seconda Guerra mondiale e due anni dopo la sua scomparsa, si trasferisce in campagna con il padre, che intanto ha iniziato una relazione con la zia. Per il giovane è difficile riadattarsi alla nuova vita, sia perché è stato trapiantato lontano da casa, sia perché non è facile digerire la nuova relazione del padre dopo la morte della madre. Mahito si imbatte un giorno in un airone, che decide di seguire. L’animale lo accompagna alle porte di un mondo nuovo, che ricorda in parte quello de La città incantata, altra meravigliosa opera dell’autore giapponese.

Sono tanti i punti di contatto con il capolavoro di Miyazaki e anche la profondità delle riflessioni che il film suggerisce è più o meno la stessa. Il ragazzo e l’airone è uno dei film animati più filosofici che ci siano.

Sicuramente è tra i titoli recenti che hanno avuto un impatto maggiore sul pubblico. I temi del lutto e della morte sono il punto di partenza. Poi il racconto diventa una sorta di viaggio onirico che il protagonista compie in compagnia dell’airone. Per certi versi, il film ricorda il viaggio di Dante dall’Inferno al Purgatorio. Traghettato come il poeta fiorentino dal mondo dei vivi a quello dei morti, anche il ragazzo protagonista di questa storia si immerge in un mondo soprannaturale, nel quale però i riferimenti al mondo reale e alla propria esistenza sono tanti e nascondono tutti dei significati allegorici.

Il ragazzo e l’airone è un film che va visto non solo per la resa stilistica dell’opera, ma proprio per gli stimoli di riflessione che suggerisce. D’altronde, Hayao Miyazaki e ci ha abituati ad un certo tipo di narrazione. L’autore, vincitore di diversi Oscar, sprigiona il meglio della sua creatività proprio lavorando sotto la superficie delle cose. Il suo stile è particolare e di non facile lettura, soprattutto per noi occidentali, abituati a leggere il mondo con diverse chiavi interpretative. È per questo che i film animati di Hayao Miyazaki diventano una vera e propria esperienza filosofica e psicologica da vivere appieno attraverso le immagini proposte sullo schermo.

3. Princess Mononoke

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E restiamo sempre nel perimetro della filmografia di Hayao Miyazaki per un altro titolo che fa della riflessione filosofica uno dei suoi punti cardine. I suoi film nascondono verità e magia. Princess Mononoke è un’opera di straordinario impatto visivo. La qualità dell’animazione è alta, ogni fotogramma è curato nei dettagli e si riconosce perfettamente il tratto del maestro giapponese. Il film attira quindi l’attenzione di un vasto pubblico grazie alla godibilità delle sue immagini. Ma l’aspetto più interessante delle opere di Hayao Miyazaki resta sempre l’interpretazione dei significati nascosti tra le righe. Princess Mononoke parla del rapporto dell’uomo con la natura.

È un tema questo che, come abbiamo visto, si ritrova spesso all’interno delle pellicole d’animazione, forse le più adatte a dare immediatezza al messaggio di fondo che si vuole trasmettere.

Questa pellicola è ambientata nel medioevo del Giappone, un’epoca storica nella quale il Paese si apre al progresso e all’esterno, con tutte le conseguenze buone e negative del caso. La vicenda affonda le radici nel mito e nel folklore. Un principe ferito si imbarca in un viaggio che lo porterà ai confini di una foresta incontaminata minacciata però dall’espansionismo dell’uomo. Il rischio del progresso industriale (o tecnologico) è proprio quello della sua degenerazione. Spinto a cercare sempre di più e a sfruttare le risorse naturali per progredire e arricchirsi, l’uomo dimentica il proprio patto originario con la natura e tenta di sopraffarla, sfruttandola per i suoi scopi personali.

La lotta tra uomo e natura è stata fonte d’ispirazione per artisti e poeti nel corso dei secoli. Questa tematica è ancor più sentita oggi, al cospetto di un ambiente messo ogni volta sempre più a rischio dall’azione scriteriata dell’uomo. Nel film, la principessa Mononoke è una figura mitica che si erge a paladina del mondo naturale, nella guerra contro l’egoismo e la voglia di prevaricare dell’uomo. Come in ogni guerra, anche in questa non mancano violenza e contraddizioni.

Princess Mononoke è forse uno dei film animati più tetri del maestro Hayao Miyazaki.

Più cupo e violento degli altri, il film tenta di mostrare senza fronzoli la contrapposizione tra l’uomo e la natura. Princess Mononoke parla però anche del rapporto tra bene e male e di quanto sia labile il confine tra una cosa e l’altra. In ogni elemento, in ogni individuo, è presente una componente dell’una e dell’altra cosa. Sta a ciascuno di noi scegliere quale delle due parti far prevalere. La natura tenta di estromettere l’uomo in conseguenza al suo atteggiamento sconsiderato. L’uomo talvolta si accanisce contro la natura per tentare di avere il controllo anche di ciò che più sfugge al suo potere. Così come Il ragazzo e l’airone e La città incantata, anche Princess Mononoke è un’opera molto complessa e articolata che presenta vari piani di lettura.

Il film, uscito nelle sale nel 1997, è balzato di nuovo sulla scena grazie a Netflix, che lo ha riproposto insieme ad altre opere dell’autore. Per gli amanti del genere e per i fan del maestro, è uno di quei film animati da non perdersi assolutamente.

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