2. La città incantata
E veniamo a La città incantata, forse l’opera più famosa di Hayao Miyazaki. Il film è considerato un po’ ovunque un capolavoro dell’animazione giapponese. L’opera ha diversi piani di lettura e ogni personaggio, dal più semplice al più complesso, è la rappresentazione di concetti molto più profondi e complessi. La storia ha per protagonista Chihiro, una bambina di 10 anni che sta traslocando insieme ai suoi genitori in un’altra città. Durante il tragitto, i genitori si fermano ad esplorare uno spazio apparentemente incontaminato e si imbattono in un tunnel che li conduce in una sorta di parco dei divertimenti nascosto. La città ha qualcosa di spettrale e inquietante e infatti Chihiro non è così entusiasta della sosta non programmata.
Mentre si allontana ad esplorare la zona, i suoi genitori si fermano a un banchetto a ingozzarsi. Tornata nel locale dove li aveva lasciati, la ragazzina ritrova i suoi genitori trasformati in maiali. In preda al panico, Chihiro cerca una via di uscita e si imbatte in un giovane che prova a darle qualche dritta e la spinge a non mollare e non perdere la speranza. La città nella quale si ritrova catapultata Chihiro è una città incantata, tenuta da una sorta di incantesimo che trasforma le persone in animali. La protagonista si imbatte in una serie di personaggi irreali, a volte con sembianze umane, a volte con sembianze animali, più spesso come una sintesi delle due cose. La permanenza di Chihiro nella città incantata sarà lunga e travagliata. La ragazzina dovrà adattarsi a vivere in un mondo sconosciuto, provando a obbedire a regole alle quali non era abituata.
La città incantata è uno dei migliori film animati di sempre, tant’è che la pellicola si è aggiudicata un premio Oscar nel 2003 e diversi riconoscimenti, oltre al plauso del pubblico e della critica.
Ci sono pochi dubbi sul fatto che il film sia complesso e difficilmente interpretabile da un pubblico più giovane. I film di Miyazaki possono essere capiti meglio quando si è raggiunto un livello di consapevolezza sufficiente da poter interpretare tutti i significati nascosti dell’opera. Pur essendo un film di animazione, è ad un pubblico adulto che si rivolge la pellicola. L’ansia e la paura di crescere sono stati d’animo che un bambino non ha ancora compreso appieno, mentre lo spettatore più adulto può cogliere immediatamente. I riferimenti nel film sono sempre sfumati e vanno letti tra le righe. Niente è messo a caso nei lavori di Miyazaki. Ogni immagine, ogni personaggio, ogni dialogo ha un suo preciso significato (o molteplici significati).
1. Waking Life
Ma se vi sentite davvero pronti per affrontare un viaggio filosofico senza precedenti, Waking Life è il titolo che fa per voi. Il film è del 2001 ed è diretto da Richard Linklater. Girato totalmente in rotoscope, il film trasporta anche visivamente in una dimensione onirica distante da quella della realtà. La trama del film si concentra attorno alla storia di un ragazzo che non riesce a risvegliarsi dallo stato di sogno e continua a dormire, passando da un sogno all’altro, intrappolato in una dimensione onirica dalla quale non riesce più a fuggire. Perché si tratta di uno dei film animati più filosofici di sempre? Perché in pratica ogni sogno nel quale il protagonista si ritrova catapultato è un trattato di filosofia su un argomento preciso.
Nel primo sogno nel quale finisce, il protagonista sale su un taxi a forma di barca e si imbatte in un autista che gli spiega che ciascuno di noi ha una scatola di colori per colorare la propria vita e che bisogna utilizzarli sul foglio e fuori dai bordi. Nel secondo sogno, ascolta la lezione di un professore universitario sull’esistenzialismo. Poi parla con una donna della creazione e dell’origine del linguaggio, con uno scienziato dell’evoluzione biologica, con un’autolesionista del fato, delle tragedie e dell’impatto che le notizie negative hanno sulla collettività e sul bisogno di drammatizzare dell’uomo. Si parla ancora di libero arbitrio e di Dio, dell’origine di tutte le cose e della predeterminazione. Ogni sogno diventa uno spunto di riflessione per discutere di tematiche filosofiche di un certo spessore.
Waking Life è forse, tra i film animati, quello con la componente filosofica più massiccia.
Non è un’opera adatta a un pubblico giovane, a meno che non abbia già frequentato qualche corso di filosofia. È però un film molto intenso e pieno di spunti di riflessione. Guardare Waking Life ti lascia davvero qualcosa. Una sola visione è riduttiva e forse neppure sufficiente a cogliere la portata delle riflessioni suggerite. Nel campo delle serie tv, Undone è un titolo che ricorda Waking Life. Entrambi i prodotti appartengono ad una fase sperimentale dell’animazione, che con l’utilizzo del rotoscope cerca di rendere visibile e tangibile quella dimensione onirica nella quale la storia prende vita. Che non sia un modo per spaventare i più riottosi alle discussioni filosofiche: Waking Life è un’esperienza visiva che ti lascia veramente qualcosa addosso e la cui portata non si esaurisce nei minuti di visione.