7) 50 e 50 – Jonathan Levine
Il modo con cui 50 e 50 affronta il tema della malattia ci lascia ancora con i brividi addosso. L’autenticità che la contraddistingue è il fiore all’occhiello di questa produzione, il motivo per cui capisci non solo la sua profondità, ma anche il suo profondo rispetto. Perché 50 e 50 è liberamente ispirata alla vita del suo sceneggiatore Will Reiser, ma è anche ispirata a tutto quel che accade fuori dalla macchina da presa. E’ ispirata a quel passante a cui hai per sbaglio toccato il bordo del maglione. Non sai chi è. Non lo conosci. Magari ti sembra anche in stato di grazia. E invece non lo sai, che sta facendo a pugni con qualcosa di molto più grande di lui.
Quel che si apprezza di 50 e 50 è che evita qualsiasi forma di retorica del dolore. Non parla di chi fa a pugni contro una malattia come un eroe che porta avanti una battaglia. Non cade nella retorica del c’è chi vince e c’è chi perde. Perché la malattia non è una partita, ed è il caso di cominciare a parlarne in un modo diverso, libero da questa retorica. E così la pellicola ci cammina fianco a fianco, diventando sosprendentemente uno dei film che fanno sia ridere che piangere. In questi casi ci si aspetta solo di piangere, eppure 50 e 50 ci sorprende servendosi della spontaneità dei suoi protagonisti, del suo essere impreparati, caotici, confusi, spaventati a tal punto da fare cose irresponsabili come guidare una macchina senza patente.
50 e 50 fa ridere. In quel momento non dimentichiamo che cosa il protagonista sia costretto ad affrontare, ma troviamo con lui una chiave per mandare giù il rospo, anche se sappiamo che di fronte a tutto questo siamo completamente impotenti. 50 e 50 non fa sconti, raccontando la paura del protagonista, il fulmine a ciel sereno che l’ha appena distrutto. Ma ci dà una strada. Ci indica una via da percorrere senza cadere nella negli stereotipi presenti in altre pellicole. Si libera da tutto questo, raccontando la storia normale di un uomo normale che deve fare i conti con la vita, e con tutte le sue salite. Tra relazioni che giungono al termine e altre che ricominciano, Adam impara a vivere nel momento più difficile della sua vita, portando con sé tutte le sensazioni che la distinguono: paura, ansia, inquietudine, amore.
8) Così è la Vita – Aldo, Giovanni e Giacomo
Il discorso di fondo è un solo: non è che tutti gli esseri umani di fronte al dolore hanno la stessa reazione. Con questa frase, Aldo, Giovanni e Giacomo hanno spiegato l’intera umanità. Lo hanno fatto a modo loro. Come hanno sempre fatto. Raccontando una storia divertente, dal sapore malinconico. Quell’atmosfera tipica che insegue ogni loro film qui ritorna in modo ancora più preponderante, aprendo le porte a uno dei film che fanno sia ridere che piangere tutto italiano. Tra le tante pellicole dei tre comici (qui ne abbiamo fatto una classifica), Così è la Vita è oramai considerato uno dei cult assoluti del cinema italiano. Una pellicola che ti dice sulla vita qualcosa che non puoi non ascoltare. A cui devi prestare per forza il tuo ascolto.
Questa volta lo facciamo attraverso la storia di tre personaggi totalmente diversi. Un falsario carcerato – detto Bancomat – un poliziotto che sogna di fare il poeta e un inventore di giocattoli. I tre in comune non hanno niente. Ma si sa quanto il caso possa essere ambiguo, e così finiscono per prendere parte a un viaggio on the road che aprirà le porte a una vera e propria consacrazione del trio. Aldo, Giovanni e Giacomo si mostrano infatti i questo film al 100%, mostrando del tutto la firma che renderà i loro film futuri e presenti un successo. Così è la Vita è infatti uni dei primissimi film più maturi del trio di comici. Una produzione che mette in campo la malinconia e l’amarezza di una vita che non ti puoi sempre scegliere. Una vita che ti capita, e che poi devi mandare avanti come meglio puoi, sopravvivendoci sopra.
Così è la Vita vuole farti ridere tanto quanto desidera farti riflettere e anche singhiozzare. Ti obbliga a scontrarti con tutte le sue parti più complicate e spaventose, come nel caso del delicatissimo tema della morte. Riuscendo a strappare sempre più di un sorriso, Così è la Vita si apre a più scenari consegnandoci anche uno dei migliori finali mai visti dei tre comici, dando vita a un ultimo atto sospeso tra ciò che è reale e ciò che non lo è. In questo caso, a parte le risate e la firma malinconica, troveremo infatti una certa dose di poeticità, proprio come piace al personaggio di Giacomo, il poliziotto amante della poesia. E adesso attenzione: perché questo non sarà l’ultimo film in lista di Aldo, Giovanni e Giacomo.