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10 bellissimi film che, però, è tremendamente difficile guardare una seconda volta

7) Melancholia (2011)

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Hai mai avuto una giornata storta? Bene, Melancholia è quella giornata, ma allungata su due ore e con un pianeta che si schianta sulla Terra. Diretto da Lars von Trier (sì, di nuovo lui, l’esperto in cinema da non riguardare mai), questo film è un capolavoro visivo che ti prende per la gola fin dal primo fotogramma. L’apertura, con immagini al rallentatore e la musica di Wagner, è talmente bella da sembrare un sogno. Poi inizia il film. E capisci che non sarà affatto un sogno. Protagoniste due sorelle: Justine (Kirsten Dunst, in una performance da brividi, premiata a Cannes) e Claire (Charlotte Gainsbourg, anche lei perfetta), alle prese con una depressione che si manifesta nel modo più spettacolare possibile: con la fine del mondo. Letteralmente. Ma qui l’apocalisse è solo un pretesto per raccontare il crollo interiore, il dolore che non si vede, quello che consuma dentro, mentre tutto fuori sembra continuare a scorrere – almeno fino a quando il cielo non cade.

Non è un disaster movie, non è un film di fantascienza. È un’opera lenta, elegante, disturbante, che scava nella fragilità umana con una precisione quasi chirurgica. Guardarlo è come essere avvolti da una coperta pesantissima: ti tiene fermo, ti toglie il fiato e non ti lascia scampo. Bellissimo? Assolutamente. Indimenticabile. Ma da rivedere? No grazie. Una volta basta e avanza. Perché quando sai già come finisce – spoiler: finisce malissimo – ritornarci sopra è quasi masochismo. O poesia. Ma sempre dolorosissima.

8) Hachiko – Il tuo migliore amico (2009)

Hachiko è forse tra i film più amati di sempre

Tra i film commoventi più amati da tutti

Ci sono film commoventi che fanno piangere. E poi c’è Hachiko – Il tuo migliore amico, che non ti fa solo piangere: ti svuota. Ti spezza l’anima a metà e poi la guarda, compiaciuto, mentre provi a rimetterla insieme con fazzoletti e carezze al tuo cane (o gatto, o peluche, va bene tutto). Il film, diretto da Lasse Hallström e interpretato da un Richard Gere mai così delicato, racconta una storia vera. E già qui dovremmo aver capito che le lacrime sono garantite. Hachiko è un Akita che ogni giorno accompagna il suo umano alla stazione e lo aspetta lì al ritorno. Solo che un giorno il suo umano non torna. Mai più. E Hachiko continua ad aspettare. Per giorni. Anni. Una vita intera. In Giappone è un’icona nazionale, al punto che c’è una statua dedicata a lui fuori dalla stazione di Shibuya. E dopo aver visto questo film, capisci benissimo perché.

Non c’è niente di forzato, nessun effetto speciale o colpo di scena alla Hollywood. Solo amore puro e incondizionato. Ed è proprio quello che ti distrugge. Perché mentre guardi Hachiko che aspetta, ti senti una persona orribile per tutte le volte in cui hai dato l’affetto per scontato. Sì, da vedere almeno una volta nella vita. Ma una volta sola. Perché al secondo giro già sai cosa succede. E questo lo rende insostenibile. A meno che tu non voglia passare il resto della giornata a coccolare il tuo cane con gli occhi gonfi (qui trovi 15 film che invece vanno rivisti una seconda volta).

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