Una pratica diffusissima, nell’ambito della serialità televisiva, è quella di concludere la parabola di una serie con uno o più film che rispondono a diversi scopi, come quello di concedere una conclusione adeguata alla storia di un personaggio o quello di spiegarne le origini. Una delle serie tv più amate della nostra era televisiva, Breaking Bad, si conclude con il film El Camino (2019), incentrato sul personaggio di Jesse Pinkman, e volendo risalire alle origini della storia delle serie tv potremmo citare Fuoco cammina con me (1992), film che racconta la storia di Laura Palmer prima della sua morte – dalla quale, si sa, prende avvio la trama di Twin Peaks. Spesso i film conclusivi sono godibili tanto quanto le serie tv dalle quali hanno origine; a volte, c’è da dirlo, sono anche più belli. Ma non mancano casi in cui l’unico obiettivo che raggiungono è lasciare l’amaro in bocca ai fan, che avrebbero preferito continuare a cullarsi nel loro sentimento nostalgico: vediamo quali sono le 5 serie tv che hanno un film conclusivo che fa schifo:
1) Sex and The City
Sex and the City, serie cult andata in onda su HBO dal 1998 al 2004, narra le vicende sentimentali e sessuali di quattro amiche di New York. La serie ha avuto un enorme successo, tanto da essere una delle più note indirettamente anche a chi non l’ha mai vista, fonte inesauribile di citazioni, vere proprie perle o aforismi, che affollano ancora oggi il web. Una tale onda di successo non poteva che essere cavalcata fino all’ultimo: dopo le sei stagioni, alla serie ideata da Darren Star è seguito un film conclusivo nel 2008 e poi ancora un sequel, diretti dal regista King. Eppure, l’accoglienza non è stata positiva da parte dei fan, come si evince anche dal giudizio di 4,8 su 10 sul sito IMDB. Il film è stato definito spesso non necessario per la conclusione della trama e anche eccessivamente lungo e smielato rispetto alla serie. Attualmente è in arrivo un revival, molto chiacchierato soprattutto per la confermata assenza del personaggio interpretato da Kim Cattrall, Samantha Jones. Inutile dire che dopo la delusione dei film, i fan sono carichi di aspettative che sperano di non veder deluse… Vedremo!
2) Sense8
Sense8, serie ideata dalle celebri sorelle Wachowski e pubblicata da Netflix dal 2015 al 2017, narra le vicende di otto sconosciuti che da diverse parti del mondo sviluppano una connessione e le cui vite da quel momento si intrecciano; è stata ideata con l’intento di provare a riprodurre nel mondo televisivo l’impatto che ebbe Matrix in quello cinematografico. Sense8 è una delle serie più amate degli ultimi anni, tuttavia, è stata cancellata da Netflix a causa degli elevati costi e al mancato rinnovo nel 2017 ha sopperito un film conclusivo della durata di due ore e mezza, reso disponibile sulla piattaforma l’8 giugno del 2018. Probabilmente frutto della rivolta dei fan alla cancellazione della serie, il film conclusivo STRANIMONDI – Amor Vincit Omnia ha rappresentato per molti una delusione, soprattutto per la marcata volontà del film di concludere frettolosamente la trama e dare agli spettatori spiegazioni meritevoli di una narrazione più distesa. Una conclusione in questo caso era d’obbligo, ma ai fan rimane l’amaro in bocca per le possibilità negate a Sense8, un progetto forse di troppo ampio respiro per il mondo televisivo odierno. L’ambizione è costata cara stavolta.
3) Boris
Passiamo a un prodotto orgogliosamente italiano con Boris, serie tv ideata da Luca Manzi per Fox International Channel Italy e andata in onda dal 2007 al 2010. Si tratta di una serie molto amata non solo per la presenza nel cast di comici noti e apprezzatissimi in Italia – come Francesco Pannofino e Caterina Guzzanti – ma anche perché capace di qualcosa di originalissimo: siamo infatti nell’ambito del meta-televisivo, in quanto la trama gira attorno alle vicende che interessano il “dietro le quinte” di un set, precisamente quello della fiction immaginaria Gli Occhi del Cuore. Il mondo della televisione, quello che non si vede, viene descritto in maniera comica, grottesca e – dicono i più – meravigliosamente accurata. Come nel caso di Sex and The City siamo in attesa di un revival, dopo un film conclusivo che non ha soddisfatto le aspettative. La trasposizione cinematografica di Boris, diretta e co-sceneggiata da Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, è uscita nelle sale nel 2011 ed è stata apprezzata dalla critica, come dimostra la vittoria di un Nastro d’argento e di un Ciak d’oro – entrambi grazie all’interpretazione di Carolina Crescentini -, ma i fan non hanno apprezzato il forte distaccamento dalla serie madre. Boris – Il film propone una vicenda volutamente diversa, rinuncia all’amata colonna sonora scritta da Elio e Le Storie Tese e sposta il focus dal mondo televisivo a quello cinematografico. Insomma, più che film conclusivo si tratta di un prodotto diverso, non pensato nella prospettiva di compiacere la fanbase della serie tv – anche se questo può essere un fattore positivo, a seconda dei punti di vista.
4) The X-Files
The X-Files è una serie cult ideata da Chris Carter e andata in onda su Fox dal 1993 al 2002 – disponibile su Amazon Prime Video – e ha contribuito al lancio della grandissima attrice Gillian Anderson, oggi tornata alla ribalta per i ruoli ricoperti in Sex Education e The Crown. La serie ha come protagonisti due agenti dell’FBI che si occupano di casi legati a eventi paranormali, in un sapiente mix tra poliziesco, horror e fantascientifico. Episodi autoconclusivi e una trama che fa da filo conduttore, tutte le caratteristiche adatte a creare attorno alla serie un vero e proprio franchise in una prospettiva transmediale. Infatti, le potenzialità narrative di The X-Files sono state spremute fino all’ultima goccia. Sono due le pellicole cinematografiche calate nello stesso mondo narrativo della serie: X-Files, diretto dal regista Rob S. Bowman, è un film del 1998 che fa da ponte tra una stagione e l’altra, criticato dai fan per la mancanza di elementi che lo distinguessero dalla serie, rendendolo di fatto un episodio un po’ più lungo. Il secondo, diretto da Chris Carter – X-Files – Voglio crederci ospita il grande tema del connubio tra scienza e fede, due poli rappresentati rispettivamente dai personaggi di Dana Scully e Fox Mulder. Il film, poi seguito dalle ultime due stagioni, è stato nel complesso apprezzato, ma rappresenta uno di quei casi in cui una conclusione non era davvero necessaria. Bisogna considerare anche l’anno d’uscita del film X-Files – Voglio crederci, film del 2008: la prima parte della serie si era conclusa dopo quasi un decennio nel 2002 e sei anni dopo il suo ideatore è di fronte a un’era televisiva diversa e a un pubblico abituato a un altro modo di fare televisione. Quando si cavalca l’onda del successo è importante sapere come farlo, ma soprattutto capire dove fermarsi.
5) Skins
Infine, una serie che è diventata cult tra gli adolescenti ormai quasi dieci anni fa: Skins, vincitrice del premio BAFTA nella celebre versione britannica trasmessa dal 2007 al 2013 – in Italia su MTV dal 2008 – racconta le vicende di alcuni gruppi di adolescenti di Bristol alle prese con abusi di droghe, alcol, sesso e malattie mentali. La caratteristica di Skins è che ogni due stagioni i personaggi cambiano totalmente: rimane l’ambientazione e rimangono i temi, ma appena i personaggi crescono si passa alla “generazione successiva”. Naturale è che i fan siano allora rimasti sospesi a chiedersi quale sarebbe potuto essere il futuro di alcuni dei personaggi più amati e per questo è stata ideata una settima stagione, composta da tre film conclusivi divisi in due parti, per un totale di sei episodi un po’ più lunghi, incentrati sui personaggi di Cassie, Cook ed Effy. I film Skins Pure, Skins Rise e Skins Fire (2013) sono stati poco apprezzati dal pubblico per vari motivi: in primo luogo perché molte delle questioni lasciate in sospeso nella serie non vengono riprese, in secondo luogo perché, pur pensati per concludere l’iter di alcuni personaggi, si chiudono quasi beffandosi del fanbase con finali altrettanto aperti, e in ogni caso mai con un lieto fine. Il mood di Skins rimane intatto, ma c’è da dire che in quei tre adulti a cui i fan sono posti davanti nei film conclusivi è difficile vedere i personaggi a cui si era legati. Insomma, con Skins non si può mai parlare di una vera conclusione.