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Avete davvero visto questi famosissimi film cult degli anni ’50?

Film cult
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Mentre il secondo conflitto mondiale era ormai alle spalle e la Guerra Fredda stava avanzando, il cinema degli anni ’50 dovette fronteggiare l’ascesa della televisione, creando storie sempre più accattivanti (e costose) e personaggi complessi e multidimensionali. È un periodo caratterizzato da stili diversi, con film cult che andavano dai classici ante-guerra ai più sperimentali, e generi di ogni tipologia: kolossal, noir, commedie, melodrammi, thriller, western, musical e molti altri. Nel Bel Paese il Neorealismo declina in favore della commedia all’italiana; in Francia arriva la Nouvelle Vague di Truffaut.

È il decennio di Alfred Hitchcock, di Bergman, di Monicelli, dell’esordio di Kubrick e della rivoluzione di Marlon Brando, di Marilyn Monroe, della fulminea apparizione di James Dean e del passaggio di Totò al drammatico. Tanti sono i film cult ancora oggi studiati e amati, nonostante il tempo. Come per lo scorso decennio, ne racconteremo dai 2/3 per anno – e le menzioni speciali – e vi chiediamo: quanti ne avete visti? Altrimenti, vi diciamo dove recuperarli, se presenti in streaming.

Non ci resta che iniziare, partendo dai film cult del 1950.

1950

Partiamo subito col botto. Mixando sapientemente dramma, grottesco, horror, noir e psicologia dei personaggi, Billy Wilder crea un potente capolavoro satirico su Hollywood e le sue illusioni. Nel decadente Viale del tramonto (disponibile su Paramount Plus e a noleggio su Prime, Chili, Google Play, Apple e Rakuten Tv), lo sceneggiatore Joe (che narra la sua storia dall’aldilà) si rifugia dagli esattori nella spettrale villa di Norma Desmond, attrice ossessionata dal suo passato e interpretata magistralmente proprio da una ex-diva del cinema muto, ovvero Gloria Swanson.

Nello stesso anno esce un’altra opera che riflette sui meccanismi hollywoodiani non sempre funzionanti. A noleggio sulle stesse piattaforme di Viale del Tramonto, Eva contro Eva, nel narrare della giovane Eve che riesce a entrare nelle grazie della famosa attrice Margo Channing, affronta temi importanti quali l’ascesa delle nuove generazioni, la caduta delle star una volta raggiunta una certa età e l’arrivismo tipico dell’occidente. Il tutto scritto, diretto e recitato magnificamente da un cast femminile da Oscar, in cui spicca una strepitosa Bette Davis (e un giovane Marilyn Monroe).

Intanto, Akira Kurosawa aggiunge un altro tassello al suo nome con un film imitato tante, tantissime volte: Rashmon (su Plex e Filmbox) esplora l’interiorità umana attraverso la prospettiva dei protagonisti, che non distinguono il bene dal male, la menzogna dalla verità.

1951

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Nel 1951 arrivò colui che cambiò il cinema per sempre, producendo una delle miglior interpretazioni mai viste tramite l’applicazione del metodo Stanislavskij sul grande schermo: Marlon Brando donò a Stanley Kowalski un carisma, una fisicità e una sessualità sconvolgenti per l’epoca, in senso positivo. La sua intensità animalesca si oppose alla fragilità di Vivien Leigh in Un tram che si chiama desiderio (a noleggio su Prime, Chili, Google Play, Apple e Rakuten Tv); una pellicola dall’impianto teatrale, diretta impeccabilmente da Elia Kazan e sorretta dalla forza psicologica dei personaggi.

Brando, però, perse l’Oscar in favore di Humphrey Bogart grazie al suo ruolo in La regina d’Africa di John Huston (con Katherine Hepburn), mentre il film quell’anno andò a Un americano a Parigi con Gene Kelly.

In Italia Visconti e De Sica danno alla luce Bellissima (con Anna Magnani) e Miracolo a Milano. Ma la nostra opera più importate dell’anno è senza dubbio Guardie e Ladri (disponibile su Youtube) di Monicelli e Steno, con Totò nel suo primo ruolo drammatico in una performance incredibile. Lì è Ferdinando Esposito, un ladruncolo scappato a una guardia (interpretata da Aldo Fabrizi) che deve catturarlo, o perderò il posto.

Un inseguimento che porterà i personaggi di Totò e Fabrizi a diventare amici, scoprendo molte cose che li accomuna in questo bellissimo film cult.

1952

Cantando sotto la pioggia (disponibile su Sky e Now, a noleggio sulle altre piattaforme) è considerato il miglior musical cinematografico di tutti i tempi. Canzoni immortali, una trama adorabile e, soprattutto, un’esplosiva e gioiosa prova di Gene Kelly rendono impossibile non guardarlo e non essere felici. A differenza di uno degli ultimi grandi film neorealisti, Umberto D di De Sica, la cui storia del pensionato, che medita il suicidio di fronte alla prospettiva di diventare un senzatetto, è così umana, sincera, brutale e tristemente attuale. Rossellini, invece, si distanzia dal movimento, concentrandosi sull’indagine psicologica della madre in lutto di Ingrid Bergman in Europa 51 (entrambi visibili su Youtube).

Mentre Ford e Wayne si dedicano al sentimentale con Un uomo tranquillo, Fred Zinnemann realizza un western originale, avvincente e in anticipo sui tempi (considerando, ad esempio, l’uso del tempo reale). A noleggio su Chili, Apple, Google Play e Microsoft Store, Mezzogiorno di Fuoco, seppur bollato come antipatriottico perché critica il maccartismo e la sua atmosfera di terrore, è americano fino al midollo: infatti, esplora il tema di un uomo (impersonato da Gary Cooper) abbandonato da tutti – compresa la moglie con il volto di Grace Kelly – ma disposto a lottare con le unghie e con i denti per ciò che ritiene giusto.

1953

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Fu proprio questa commedia romantica a rilanciare l’immagine di Roma dopo che il Neorealismo l’aveva rappresentata distrutta dalla guerra. In più, Vacanze romane (disponibile su Sky, Now e Infinity e a noleggio su Prime, Chili, Apple e Rakunten Tv) diventa il prototipo perfetto del suo genere, con gli attori protagonisti che ascendono a icone cinematografiche mondiali: la raggiante Audrey Hepburn e l’intenso Gregory Peck. Wyler ci narra la favola della principessa Ann che, nella sua fuga a Roma per una notte, incontra il giornalista Joe Bradley, finendo per innamorarsi.

Questo è l’anno del primo film cult di Federico Fellini distribuito all’estero.

I vitelloni, il racconto di cinque amici di una cittadina romagnola che passano le loro giornate tra piccoli divertimenti e tanta noia, è un ritratto vero quanto poetico della vita in una provincia, che raggiunge il suo apice nell’interpretazione satirica e grottesca di Alberto Sordi. Quell’Italia dei piccoli paesi viene raccontata anche in Pane amore e fantasia con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida (in streaming su Prime e Raiplay). Negli Stati Uniti, invece, inizia a crescere il mito di Marilyn Monroe con Gli uomini preferiscono le bionde, mentre Zinnemann dirige un cast spaziale nel film pigliatutto agli Oscar: Da qui all’eternità con Burt Lancaster, Montgomery Clift, Deborah Kerr, Frank Sinatra e Donna Reed. Ah, c’è l’esordio al cinema di un certo Stanley Kubrick con Paura e Desiderio.

1954

La finestra sul cortile (su Sky e Now, a noleggio su Prime, Apple e Rakuten Tv) è il film più famoso di Alfred Hitchcock, un thriller avvincente sul fotoreporter Jeff (splendidamente interpretato da James Stewart, affiancato da un’ottima Grace Kelly) che, bloccato da mesi su una sedia a rotelle, passa il tempo spiando i vicini, finché un sospetto di omicidio lo porta a indagare su uno di loro. Girato in un’unica stanza e dal punto di vista di Jeff, è un’opera cupa e ossessiva, con pizzichi di umorismo e a tratti inquietante, incentrata sui confini, sulla reclusione e sulla curiosità; un saggio sul voyerismo che a ogni dettaglio lascia trasparire qualcosa di diverso.

Intanto, Akira Kurosawa realizza uno dei film cult più influenti di sempre, costantemente replicato ma mai eguagliato. I sette samurai (disponibile su Prime) è la pellicola più conosciuta del genere, eppure se ne distacca perché, pur mostrando le tipiche scene di battaglia, mette la spada in secondo piano per concentrarsi sui personaggi, sui conflitti umani e sui valori di lealtà e sacrificio.

Se continuiamo tutt’oggi ad amare Sette spose per sette fratelli, Marlon Brando si consacra definitivamente nella pellicola più iconica di Elia Kazan, Fronte al porto: un cinico e commovente ritratto sociale e politico di un’era in cui non era facile vivere a causa del maccartismo e della Guerra Fredda. Arriva la consacrazione internazionale per Fellini, vincendo l’Oscar per La Strada; intanto Alberto Sordi è protagonista di una delle più popolari commedie all’italiana, Un americano a Roma, e Visconti raggiunge picchi emotivi enormi in Senso e Viaggio in Italia.

1955

Il 55 è l’anno del film cult che ha lanciato la breve carriera di James Dean.

Ne La valle dell’Eden di Elia Kazan il suo Cal è in competizione col gemello per l’amore del padre e di una ragazza. Un’interpretazione importantissima poiché fissa sulle spalle di Dean il personaggio dell’adolescente ribelle e innamorato. E nell’opera successiva lo vediamo ancor di più. Gioventù bruciata di Nicholas Ray è il grido di libertà di una generazione oppressa dal perbenismo e dall’assurda morale di quegli anni; manifesto della ribellione giovanile tutt’ora valido, incarnato nell’iconico Jim del compianto attore. Entrambe le pellicole sono a noleggio su Prime, Chili, Timvision, Apple e Rakuten tv.

Mentre uno dei cattivi più inquietanti del cinema, il pastore Harry Powell, ha il volto di Robert Mitchum in La morte corre sul fiume (atto d’accusa contro il fanatismo cristiano), compare la prima intramontabile pellicola su La principessa Sissi, interpretata da Rome Schneider.

Nel frattempo Camerini dirige Sophia Loren, Marcello Mastroianni e Vittorio De Sica ne La bella mugnaia, un film ambientato nella Campania occupata dagli spagnoli dove il mugnaio Luca riesce a cavarsela grazie all’avvenenza della moglie. E Alfred Hitchcock? Dirige Cary Grant nei panni di un ladro di gioielli che si innamora della Francie di Grace Kelly in Caccia al ladro.

1956

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Il contendente più accreditato per il miglior western mai realizzato nasce nel 1956 e vede John Ford alla regia e John Wayne come protagonista. Una combinazione vincente, no? Wayne è Ethan Edwards, un veterano confederato che intraprende un viaggio per cercare la nipote rapita in un territorio degli Indiani. Ci sono diversi elementi che rendono Sentieri Selvaggi (a noleggio su Prime, Chili, Timvision e Apple) un’opera intramontabile: ad esempio, il tempo dilatato, la complessa psicologia dei personaggi, la ricca ed epica trama, il razzismo sullo sfondo.

Dal western al kolossal che ripercorre la storia di Mosè, avvalendosi di grandi effetti speciali e delle ottime interpretazioni di Charlton Heston e Yul Brenner: è I dieci comandamenti di DeMille (disponibile su Paramount Plus e a noleggio su Prime, Chili, Apple e Rakuten tv), un’epopea esagerata e pittoresca, ma spettacolare e mai noiosa. E mentre Kubrick è al suo terzo lungometraggio con Rapina a mano armata e compare una pietra miliare della fantascienza con L’invasione degli ultracorpi, Alfred Hitchcock fa il remake di un suo stesso film, scherzando così con Truffaut:

“La prima versione è stata fatta da un dilettante di talento, mentre la seconda da un professionista”

Meravigliose ambientazioni, la solita impeccabile regia e una coppia stellare (James Stewart e Doris Day) sono gli ingredienti de L’uomo che sapeva troppo, dove i coniugi McKenna assistono a un omicidio in vacanza a Marrakech.

1957

La partita a scacchi più famosa del grande schermo è quella che il cavaliere crociato Anotonius Block (con il volto di Max von Sydow) intraprende con la Morte, con in palio la sua vita. Il settimo sigillo (disponibile su Mubi e a noleggio su Prime, Chili, Apple e Rakuten Tv) è il film cult più importante di Ingmar Bergman, una rivoluzione per il cinema stesso: infatti, il regista prova a fare chiarezza sul concetto di fede, attraverso le domande che Block pone alla Morte sulla vita e su Dio. L’introspezione è fondamentale per Bergman; lo vediamo anche ne Il posto delle fragole, incentrato sulla riconciliazione di Isak con il proprio passato per trovare pace nel presente, soprattutto perché la sua vita sta finendo.

David Lean realizza il kolossal Il ponte sul fiume Kwai (a noleggio su Prime, Chili e Apple) in cui, narrando di un colonnello britannico alle prese con la costruzione di un ponte ferroviario durante la prigionia in Giappone e attraverso i suoi personaggi sfumati (soprattutto i protagonisti William Holden, Alec Guinness e Sessue Hayakawa), mostra la follia della guerra e la sua assurda etica. Antimilitarista come il toccante, profondo e intimista Orizzonti di gloria di Kubrick con Kirk Douglas.

E non dimentichiamoci dell’Italia. Fellini dirige sua moglie, Giulietta Masini, nel film che lo porta alla sua seconda statuetta: Le notti di Cabiria; Risi costruì il primo capitolo di una trilogia di successo: Poveri ma belli.

1958

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Nessun film cult di Alfred Hitchcock sarà mai all’altezza di Vertigo (conosciuto in Italia con il titolo spoiler di La donna che visse due volte, a noleggio su Prime, Chili, Apple e Rakuten tv), riuscendo in alcuni casi a battere Quarto potere come migliore di sempre (uno Welles che dirige quest’anno una delle sue pellicole più famose, L’infernale Quinlan). È il thriller hitchcockiano tematicamente e psicologicamente più complesso, in cui spicca la fenomenale performance di James Stewart nei panni del detective nevrotico e ossessionato dal personaggio di Kim Novak.

Dal thriller al melodramma con La gatta sul tetto che scotta (a noleggio sulle stesse piattaforme, più Timvision). Brooks dovette aggirare le mille limitazioni dell’epoca, riuscendo a realizzare un’ottima opera sulle ipocrisie sociali e familiari, grazie anche alla sceneggiatura e alla coppia di attori protagonisti dalla grande chimica: Liz Taylor, donna passionale disposta a tutto per riconquistare suo marito, e Paul Newman, uomo pieno di rabbia repressa e infelicità che lo porta all’autodistruzione.

Nel frattempo Monicelli realizza uno dei capolavori del nostro cinema, catturando realisticamente in quello sbandato gruppo di ladri tutte le difficoltà del periodo e il riscatto da una società che non li considera, con un cast che farebbe invidia a chiunque: Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Carlo Pisacane, Claudia Cardinale e Totò. Stiamo parlando de I soliti ignoti, disponibile su Youtube.

1959

Il primo film ad aver conquistato 11 Oscar nasce alla fine del decennio. Disponibile su Now e a noleggio sulle altre piattaforme, Ben-Hur, la storia della lunga strada verso la libertà del nobile ebreo ridotto in schiavitù dai Romani, è uno dei kolossal più celebri, grazie alla regia di Wyler, l’ottima recitazione di Charlton Heston e quell’iconica corsa con le bighe. Così come iperfamose sono due scene di Intrigo Internazionale di Alfred Hitchcock: la fuga sul monte Rushmore e l’aereo che insegue lo sfortunato Cary Grant.

Nel 59, poi, c’è forse l’opera più celebre con Marilyn Monroe, diretta da Billy Wilder: A qualcuno piace caldo (disponibile su MGM e a noleggio su Prime, Google Play e Rakuten tv) ruota attorno ai due musicisti di Tony Curtis e Jack Lemon che, dopo aver assistito a un crimine, si travestono e, scappando, incontrano la Zucchero di Marilyn Monroe. Citata spesso come la più grande commedia mai realizzata, ha inferto un colpo mortale al codice di censura, attraverso rappresentazioni schiette di argomenti tabù.

In Italia Monicelli continua la sua ascesa con La grande guerra (con un Gassman e un Sordi inarrivabili); in Francia arriva la Nouvelle Vague con il primo film di Truffaut: I 400 colpi racconta le difficoltà dell’adolescenza con sincerità, dipingendo un acutissimo ritratto psicologico mai davvero replicato.

Come per il decennio del ’40, speriamo che sia andato tutto alla grande e che vi abbiamo dato degli spunti per recuperare grandi film cult intramontabili (con attori di primo piano quali Marilyn Monroe e Totò). Appuntamento, dunque, al prossimo pezzo, con gli indimenticabili anni ’60.