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10 Film con cui è stato amore a prima vista

Intendiamoci: io ogni volta che posso, un film da vedere a qualsiasi ora della notte me lo piazzo. E così, negli anni, ho collezionato una lista di pellicole di cui vado abbastanza orgogliosa. Insomma, la mia dedizione per il cinema è una delle cose che più mi hanno fatto riscoprire la mia costanza, continuità e tutti gli altri sinonimi che, prima di questo momento, non avevo mai potuto scoprire di me stessa. Quindi capitemi, se alla fine il cinema è stato per me così importante. Mi ha aiutata a trovare una strada. Qualcosa da non abbandonare mai che poi mi ha anche fatto capire che cosa volessi fare nella vita. Io al cinema devo tutto. Me stessa, per intenderci. Senza saperlo, questo ha dato tanto a me, e io devo in qualche modo restituirgli il favore.

Tra i tanti film da vedere nelle mie ore notturne, ce ne sono alcuni con cui è stato amore a prima vista. Già durante la prima scena, io sapevo che sarebbero stati miei. In altri casi, ho dovuto aspettare magari la seconda scena. Forse anche la terza. Con questi, invece, è stato tutto immediato. Non sto parlando dunque solo dei miei film preferiti. In quel caso, la lista avrebbe anche potuto avere importanti variazioni, ma di riconoscersi. In queste pellicole mi sono riconosciuta immediatamente, capendo da subito che cosa sarebbe successo da lì a poco tempo.

Da Aftersun a Mystic River: ecco 10 film da vedere che – per me – sono stati amore a prima vista

1) La Migliore Offerta – Giuseppe Tornatore, un film da vedere che fonde simulazione e verità

Film da vedere (640x360)
La Migliore Offerta

Nei tuoi panni non ne sarei così certo. I sentimenti umani sono come le opere d’arte: possono essere il risultato di una, come dire, simulazione […] Tutto può essere simulato, Virgil: la gioia, il dolore, l’odio, la malattia, la guarigione. Persino l’amore.

La Migliore Offerta

Giuseppe Tornatore è uno dei registi italiani a cui dobbiamo di più. Un volto internazionale che ha portato il cinema italiano nel mondo, restituendoci un riconoscimento che rimarrà eterno. Quando penso a lui, però, la mia mente non va mai a Nuovo Cinema Paradiso, di cui certamente riconosco il valore, ma ad altre due opere. Una la ritroveremo più avanti, e una l’abbiamo proprio qui di fronte. La Migliore Offerta è stata per me un colpo di fulmine. Una pellicola che mescolava, in solo 131 minuti, l’arte e la complessità dell’individuo in ogni sua sfaccettatura. Per l’intera durata del film, Tornatore dissemina indizi riguardo a quel che sta davvero accadendo. Parla di simulazione. Lo fa attraverso le opere d’arte e attraverso i sentimenti umani. Soltanto alla fine, tutto questo acquisisce una prospettiva coerente a quanto stia davvero accadendo. Niente di quel che ho, e abbiamo, visto è mai stato reale.

Dietro a quella storia c’era qualcosa di molto di più buio. Ma anche in ogni falso si nasconde qualcosa di vero. E lo stesso accade anche in questo caso. Dietro a quelle bugie, forse, si nasconde anche un po’ di luce. Come spiega in modo sottile La Migliore Offerta, in ogni cosa si nasconde sia il buio che la luce. Sia le ombre che i riflessi. Niente è soltanto quel che vediamo. E Vincent questo dovrà scoprirlo a sue spese.

Dopo una vita passata sempre e solo dietro l’arte, il protagonista dovrà vedersela con i sentimenti umani, con i rapporti vacillanti e spesso vittime di incomunicabilità. Da cinico disilluso, Vincent diventerà colui che prova a salvare la donna misteriosa di cui si innamorerà. Comincerà a credere nel valore della speranza, delle rivoluzioni. E non importa quanto questo gli costerà. Perché, grazie a questo rapporto, di qualsiasi natura sia, cambierà anche lui.

Attraverso questa storia, Tornatore racconta la complementarità delle cose. Della vita con l’arte. Finzione con la realtà. D’altronde, forse l’una non esisterebbe senza l’altra. Si dice che la vita imiti l’arte e viceversa. E si dice che in ogni falso ci sia sempre qualcosa di vero, e viceversa. Un film che campa di compromessi, mostrandoci il lato peggiore e migliore delle persone. Una pellicola immensa, di cui non potrei mai fare a meno. Un film che mi ha aperto gli occhi su Tornatore, un regista che – fino a quel momento – avevo messo da parte, e che invece adesso vedo con altri occhi. Con uno sguardo pieno di gratitudine, per avermi raccontato una delle migliori storie che io abbia mai conosciuto.

2) Mommy – un film da vedere per imparare a conoscere Xavier Dolan

Film da vedere (640x360)
Mommy

«Noi ci amiamo ancora?»
«Certo, è la cosa che ci riesce meglio.»

Mommy

Ero indecisa. Tanto indecisa. Sia Mommy che Juste la fin du monde, entrambi diretti da Xavier Dolan, sono stati per me amore a prima vista. Ma alla fine ho dovuto fare una scelta, che è ricaduta sulla prima pellicola. Ho sciolto il mio dubbio con un ragionamento abbastanza semplice: Mommy è stato il primo film che ho visto di Dolan. Un amore a prima vista che mi ha permesso di conoscere tutte le altre opere del regista. Dopo Mommy ho infatti aperto gli occhi su Dolan, scoprendo una filmografia che non è ancora stata apprezzata a dovere né dalla critica né dal pubblico. Più o meno, quando lo nomino, la reazione è sempre la stessa: non sanno neanche chi è, ‘sto Xavier Dolan (domanda a cui avevo provato a rispondere qui).

E allora facciamo così: Xavier Dolan è quello di Mommy. E di tanti altri film che farebbero la differenza nella vostra vita, se gli deste una possibilità. Cominciando dalla stessa pellicola da cui son partita anche io, capirete l’essenza del regista. Della sua intelligenza emotiva e della sua dedizione nei confronti della fruizione della comunicabilità. In Mommy, così come in Juste la fin du monde e tante altre sue pellicole, questo argomento fa da protagonista. Attraverso il rapporto tra una madre e un figlio, il regista prova – e ci riesce – a raccontare una storia in cui parlare è tutto. Perché le parole, come dice Nanni Moretti, sono importanti. Ed è importante saperle trattare, così da dare a chi ci ascolta la possibilità di capirci. Di soccorrerci, se stiamo chiedendo aiuto ma siamo troppo omertosi per ammetterlo a chiare lettere.

Mommy è stato per me come un puzzle da costruire da zero. Un film in cui l’unica ancora di salvezza sono i rapporti umani, sempre troppo complessi anche quando sono legati dal sangue. Di legami che, anche se non dovrebbero, sono sempre più difficili del previsto. E del modo, con cui, la dedizione faccia la differenza. Per amare bisogna avere pazienza, anche quando il sentimento è inevitabile come nel rapporto tra madre e figlio. Perché si condivide lo stesso sangue, ma questa non è una garanzia di comunicabilità. E’ solo garanzia di DNA. Per il resto, devi imparare tu in che modo amare. Come aiutare tuo figlio, come aiutare tua madre. Perché, anche quando tutto cade a pezzi, questa sarà l’unica cosa a rimanere salda: l’amore.

Perché Mommy è un film d’amore, costruito attraverso una famiglia dimenticata che scopre finalmente di essere vista da una vicina che scopre altrettanto. E’ un film in cui ci si prova a salvare a vicenda. Un’opera delicata ed emotivamente struggente in cui, alla fine, forse nessuno ottiene davvero ciò che merita. Ma ci prova, tenendo stretta la speranza e, ancora una volta, l’amore.

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