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10 Film con cui è stato amore a prima vista

7) Mystic River – Clint Eastwood

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Mystic River

Perché a volte, l’uomo non era per niente un uomo. Ma era un bambino. Un bambino sfuggito ai lupi. Un animale notturno, invisibile, silenzioso che vive in un mondo inaccessibile agli altri. Un mondo di lucciole rivelato soltanto da un chiarore appena percepito già svanito al momento in cui ti concentri per guardarlo.

Mystic River

Dalla regia di quel genio di Clint Eastwood, nasce quel capolavoro consacrato di Mystic River. Una pellicola necessaria che vanta della presenza di attori mastodontici come Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon, Laurence Fishburne. E ancora, Marcia Gay Harden, Laura Linney, e una Emmy Rossum alle prime armi. Con un cast così, rimanere nell’olimpo dei più grandi film da vedere di sempre non era troppo complesso, ma Easwood supera le aspettative consegnandoci una storia che racconta la nostalgia, il passato e il presente. Una pellicola che si fonda sulla solida stretta dell’amicizia, uno dei valori più importanti dell’intera storia.

I protagonisti, quando erano piccoli, condividevano un legame d’amicizia destinato a durare in eterno. Un evento drammatico farà infatti in modo che, anche quando si perderanno, come spesso accade con gli amici d’infanzia, il loro legame resti comunque indissolubile. Dopo 25 anni, infatti, i protagonisti saranno chiamati a ricongiungersi per un altro evento drammatico. La figlia di uno di loro scompare infatti nel nulla, ma quando viene ritrovata, di lei non resta niente. Neanche il suo respiro. Un evento drammatico, che porterà i protagonisti a ricostruire di nuovo il passato per affrontare il presente. Una storia struggente, fatta di disperazione e nostalgia. Unendo il genere drammatico a quello thriller, Mystic River racconta così il valore dei legami indissolubili, ma anche il modo con cui veniamo plasmati dagli eventi che, durante la vita, ci toccano.

Candidato e vincitore di due premi Oscar, Mystic River è presto diventato uno dei film di riferimento del mondo del cinema. Una pellicola tratta dall’omonimo romanzo di Dennis Lehane che ancora oggi viene considerato uno dei migliori lavori di Eastwood. Visione che condivido pienamente, non essendo io troppo amante del regista. Certo, riconosco la sua grandezza, ma sempre con un certo distacco che, però, in questa pellicola si è totalmente dissolto per fare spazio a un grande senso di ammirazione, meraviglia e incanto. E un’emotività che, possiamo dirlo, è stata fatta pezzettini da ogni scena di questa storia. Mi sono innamorata a prima vista parecchi anni fa *sentendomi anziana* , e questa sarà una storia d’amore che troverà mai alcuna fine. E poi c’è chi dice che il per sempre non esiste.

8) Perfect Days – un film da vedere di Wim Wenders

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Perfect Days

Il mondo è fatto di tanti mondi. Alcuni di questi sono connessi tra loro, altri no.

Perfect Days

Candidato agli Oscar 2023, Perfect Days (di cui abbiamo parlato meglio qui) è stato uno degli ultimi film di cui mi sono innamorata. Me la ricordo, quella serata al cinema. Assurdo quanto, seduta su quella poltrona rossa, abbia trovato tutto quel che stavo cercando. Lo avevo già detto: i film che amo sono quelli che raccontano la vita di tutti i giorni, e Perfect Days fa di questa peculiarità la sua intera struttura. Una giornata di lavoro normale, seguita da abitudini come andarsi a fare una doccia e prepararsi la cena, per poi addormentarsi dopo la lettura di un buon libro. E tutto questo, con una colonna sonora che fa la differenza. Come nel caso di Pale Blue Eyes e Redondo Beach. Un film perfetto, esattamente come speravo. E forse anche di più.

Perfect Days racconta la solitudine di un uomo che manda avanti la propria vita vivendo di piccole cose che lo fanno sopravvivere. Un buon libro, come detto, e delle cassette con cui ascoltare una buona canzone nella strada verso il lavoro. Un film da vedere, questo, per riscoprire il potere delle piccole, ma grandi, opere. Per ritrovare nel cinema un piccolo diario di bordo che racconta una vita normale, ben distante da caricature o drammi forzati. Una storia in cui tutti possono riconoscersi, messa in atto anche da una profonda, ma sottile, riflessione sulla vita che qui trova la sua concretizzazione nella gentilezza, nella delicatezza e nelle abitudini di un uomo come tanti. Talmente buono da non saper dire di no a nessuno. Pian piano che il film procede, il protagonista avrà la possibilità di venire a contatto con più persone che, a turno, avranno bisogno di lui.

Attraverso i suoi atti di gentilezza, ci addentriamo in una Tokyo spettatrice di normalità. Nella sua natura più semplice, supportata da un protagonista che ci invita a guardare la routine e l’abitudine con occhi diversi. Perché è tutto quel che abbiamo. La nostra vita, quel che ci resta alla fine della giornata. Quel libro letto prima di addormentarsi, quella canzone che ci accompagna a lavoro, e i modi con cui scegliamo di interagire con gli altri: noi siamo questo e molto altro.

Ma non siamo supereroi o vincitori. Perché la vita non è una lotta contro i villain della Marvel. E’ un calvario fatte di abitudini che si ripetono. Di solitudine e di rapporti umani. E’ tutto quello che siamo. E Perfect Days lo dimostra con estrema semplicità, dando il potere della narrazione alle cose di ogni giorno. Semplici e imperfette. Quelle che ci hanno formato e che mai, purtroppo o per fortuna, ci lasceranno. Nei nostri posti di sempre, in cui ci conosciamo e veniamo a contatto con noi stessi. Perché, per fortuna di tutti, ogni posto può essere tutto e qualunque cosa. Non importa dove sia o cosa sia.

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