Captain Fantastic
Ben Cash vive lontano da ogni forma di civiltà con la propria famiglia. Il loro modo di vivere è totalmente differente rispetto a quello di chiunque altro. A contatto con la natura, i Cash vivono la propria vita scegliendo di approcciarsi a questa in modo primitivo. La città, la scuola pubblica, i bar, la globalizzazione, il capitalismo: tutto questo è totalmente avverso allo stile di vita con cui Ben ha educato i propri figli. Una molla, però, sembra cambiare qualcosa dentro ognuno di loro: il funerale della madre. Questo momento drammatico li costringe ad avvicinarsi fisicamente al mondo da cui stavano ben lontani e che, stranamente, riesce anche ad accoglierli. Nonostante il disappunto della famiglia della madre – che non ha mai visto di buon occhio il loro modo di vivere – i Cash imparano che il mondo non è obbligatoriamente un posto da cui devono stare alla larga. Possono avere entrambi i mondi, senza dover necessariamente scegliere. Possono rimanere ancorati ai loro principi inserendoli nella realtà quotidiana di un mondo che, di certo, ha bisogno di questi per trovare più equilibrio. Captain Fantastic si impone come uno dei film più delicati che troverete in giro. La sua capacità di unire argomenti attuali, il tema del lutto e la crescita interiore, è riuscita a confezionare un’opera che è presto diventata teatro di tenerezza. I cambiamenti, spiega Captain Fantastic, non sono qualcosa da cui allontanarsi. Vanno attraversati. Soltanto tramite queste piccole rivoluzioni riusciremo a capire, almeno quanto necessario, quello che siamo, e quanto siamo disposti a perdere pur di prender parte a un’evoluzione capace di mettere in dubbio qualsiasi certezza oramai radicata dentro di noi su cui negli anni abbiamo imparato a stare comodi.