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7 film per conoscere 7 grandi registi contemporanei

Un'immagine tratta da Lady Bird, film di Greta Gerwig

Oculus è il primo manifesto di uno dei principali registi horror del momento come Mike Flanagan

I due fratelli protagonisti di Oculus
Credits: IMDb

Il nome di Mike Flanagan negli ultimi anni, soprattutto per noi amanti delle serie tv, è stato molto spesso centrale. A lui dobbiamo alcune delle migliori produzioni horror degli ultimi tempi, dalla serie di The Haunting a The Fall of the Usher House e Midnight Mass (qui trovate la classifica delle sue 10 migliori opere). Il regista di Salem (quando il destino è segnato dalla nascita) si è distinto però anche al cinema, proponendo alcune delle più interessanti pellicole horror apparse nell’ultimo decennio. Tra queste spicca sicuramente Oculus, film da vedere che abbiamo scelto per conoscere al meglio il lavoro di un regista che sta scrivendo pagine importantissime dell’horror contemporaneo.

Oculus è l’opera che ha consacrato Mike Flanagan. Il cineasta ci lavorava da tempo, il film infatti è basato su un precedente cortometraggio, che è stato poi ampliato e sviluppato in profondità. In Oculus riscontriamo alcune delle tematiche ricorrenti nell’opera di Flanagan. L’elemento familiare, ad esempio, che chi ha visto le serie tv sopracitate sa benissimo essere una costante nella narrativa del regista. Anche l’intreccio temporale, basato solitamente sui traumi del passato che riecheggiano nel presente. Infine la fascinazione per l’elemento paranormale, spesso presente nel genere horror, ma sviluppato da Mike Flanagan come riflesso proprio di quel passato e di quei traumi (di frequente familiari) che segnano i protagonisti.

Nel caso specifico di Oculus, al centro della storia ci sono due fratelli. Il loro trauma è la morte dei genitori, causata dagli influssi di uno specchio dotato di poteri paranormali. Una dinamica che segna profondamente le loro vite, perché i due prendono, dopo la tragedia, direzioni diverse. Tim, il fratello, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico, mentre Kaylie, la sorella, sviluppa una vera e propria ossessione per quello specchio. I due si ritrovano da adulti e devono affrontare quello specchio che simboleggia tutti i loro traumi e il passato che li ha profondamente segnati. In questa cornice s’innesca un racconto finemente psicologico, che scava a fondo nel trauma e nelle sue conseguenze, spianando, di fatto, la strada a moltissime delle altre opere successive di Mike Flanagan che, con le adeguate variazioni, hanno spesso ripreso questo canovaccio.

Lady Bird è il film da vedere per conoscere una delle principali voci femminili del momento come Greta Gerwig

Saoirse Ronan è la protagonista di Lady Bird
Credits: A24

Non potevamo di certo passare oltre una delle più importanti e interessanti voci femminili del panorama contemporaneo. Greta Gerwig nell’ultimo anno è stata estremamente chiacchierata per il suo Barbie, ma il suo percorso è particolarmente significativo e passa per un’opera cruciale, che è anche il suo lavoro d’esordio. Abbiamo scelto come film da vedere per conoscere Greta Gerwig il prezioso Lady Bird per diversi motivi. Innanzitutto possiamo rintracciare nel film una sorta di metafora del percorso stesso della regista, che è arrivata al suo primo film, e al successo, attraverso un processo graduale. Un vero e proprio cammino di formazione, come quello che percorre la protagonista di Lady Bird, Christine (un’eccezionale, e non ci stancheremo mai sottolineare quanto, Saoirse Ronan).

Lady Bird si configura, allo stesso tempo, come una sorta di punto di arrivo e di partenza nella carriera di Lady Gerwig. Un po’ la situazione che vive la stessa Christine, che si trova all’ultimo anno di liceo e si affaccia sulla vita adulta, sentendo però di non aver goduto appieno di tutti quegli anni di formazione. Per questo motivo, Lady Bird è particolarmente esemplificativo perché condensa simbolicamente il percorso artistico della sua creatrice, ma c’è molto di più. Nella pellicola ritroviamo alcuni temi importanti della narrativa della Gerwig. Il romanzo di formazione stesso, al centro di Piccole Donne e sicuramente, in un senso un po’ diverso, anche in Barbie. E poi, ovviamente, la voce femminile, alla ricerca costante della propria identità e della convinta affermazione del proprio posto nel mondo.

In Lady Bird Greta Gerwig va a fondo, seguendo la parabola di Christine, del rapporto tra la ragazza e sua madre. Una tematica anch’essa ricorrente, perché i legami tra donne costituiranno anche più avanti un interessante focus per la regista. E in Lady Bird possiamo apprezzare particolarmente la bravura con la cineasta affronta e delinea soprattutto questo tema, riuscendo a caratterizzare al meglio le due protagoniste e tutte le controverse pieghe del rapporto che le lega.

Tantissimi, dunque, i punti d’interesse che presenta Lady Bird. D’altronde, siamo di fronte a un film che ha riscosso un successo impressionante, con ben cinque candidature agli Oscar. Un esordio folgorante, che come detto è allo stesso tempo sia un punto di arrivo dopo tanto lavoro come attrice e sceneggiatrice, che un punto di partenza, per altri grandi film come Piccole Donne, Barbie e tutto quello che verrà in futuro.

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