Ci sono film da vedere assolutamente che però sono molto, molto difficili da guardare una seconda volta. Se devo essere onesta, ho pianto anche guardando Kung Fu Panda. È più forte di me: basta davvero poco per farmi commuovere durante la visione di un film e riesco a trovare un momento per versare lacrime quasi tutte le volte in cui guardo qualcosa, indipendentemente dal genere. Il problema è che la lacrima è sempre in agguardo, anche quando non sembra: prendete The Last Song con Miley Cyrus, che all’inizio sembra quasi una trashata teen, e poi… Ci avrò fatto l’abitudine, ormai, penserete. E in parte è così: anzi, in un certo senso mi piace anche questa cosa, perché vuol dire che riesco a sentirmi coinvolta e a emozionarmi quando decido di trascorrere il mio tempo in un mondo cinematografico, è anche un modo per scollegarmi dalla realtà. Quindi ho apprezzato il groppo che mi ha serrato la gola guardando Coco, così come non mi sono fatta troppe domande quando ho passato mezza visione di Quasi Amici a piangere – ma qui sicuramente c’entra qualcosa la meravigliosa colonna sonora di Ludovico Einaudi. In mezzo a questa valle di lacrime, però, ci sono i magoni provocati dai film davvero drammatici, quelli davanti ai quali non puoi tirare fuori un misero fazzoletto. Ti serve un lenzuolo. Ecco, oggi voglio proprio ricordare 8 film troppo drammatici – almeno per me – che non ho il coraggio di rivedere, sperando di arrivare alla fine col condotto lacrimale ancora intatto.
The Last Song, un film da vedere (ma una volta basta e avanza)
Iniziamo proprio col film da vedere appena citato, si tratta di The Last Song (2010), che ho guardato un pomeriggio con mia mamma, dicendole: massì, dai, è tratto da un libro di Nicholas Sparks, sarà leggero. Le ultime parole famose. Ai tempi pensavo – sbagliando alla grande – che Nicholas Sparks fosse sinonimo di romanzo rosa d’intrattenimento. Invece, significa: all’inizio crederai di guardare un film stupido, alla fine avrai finito tutti i fazzoletti che hai in casa. The Last Song, infatti, è tremendamente ingannevole, al punto che nella prima mezz’ora io e mia mamma abbiamo anche valutato l’idea di cambiare film. E forse avremmo fatto bene, perché d’un tratto la storia che sembrava avere nel romance la sua colonna portante, si è rivelata essere il racconto drammatico di un padre che cerca di riallacciare i rapporti con la figlia adolescente mentre, di nascosto, combatte una battaglia contro il cancro. Menomale che The Last Song doveva essere un film tranquillo, ha detto mia mamma alla fine. Scusami, madre, ma proprio non ce la faccio: ho il Radar Lacrima.
Hachiko, un film da vedere di un’intensità unica (e anche qua, è troppo difficile vederlo una seconda volta)
Credo che basti anche solo questo titolo per iniziare a far vacillare anche la vostra soglia del pianto, perché dai, Hachiko. Questo film del 2008 ha la capacità di colpire con intensità anche una persona che, come me, non ha mai avuto un cane come compagno di avventure e che quindi potrebbe non sentire direttamente sulla sua pelle lo struggimento che la vicenda narrata contiene. Anzi, probabilmente se avessi avuto io stessa un cane non sarei qui a scrivere l’articolo ma sarei ancora dispersa nel fiume di lacrime. L’idea di questo cane di razza Akita che per ben dieci lunghissimi e inesorabili anni attende ogni giorno il padrone in stazione, sperando che scenda dal treno come d’abitudine è davvero straziante. Ma quello che lascia ancor più il segno è pensare si tratti di una storia vera, un esempio di fedeltà davvero incredibile. E poi abbiamo sempre un debole per le vicende in cui sono coinvolti gli animali.