6) Psycho
Un film e un regista che si presentano da soli. E un antagonista, Norman Bates (Anthony Perkins), che sembra all’apparenza un giovane e gentile gestore di un motel. Accanto a lui la protagonista, Marion (Janet Leigh), è la segretaria di un’agenzia immobiliare che si ritrova a passare una notte esattamente in quel motel. Ciò che succederà dopo è storia.
Per questo film da vedere assolutamente se non lo avete ancora fatto, Alfred Hitchcock investì personalmente una parte dei propri risparmi, circa 800.000 dollari. Una scelta che venne ampiamente ripagata dal successo che ancora oggi quest’opera porta con sé. Lo stesso regista ai tempi dichiarò che si era voluto soffermare maggiormente sul modo di svolgimento della trama, più che sul suo contenuto. E infatti le scene rimaste indelebilmente nella memoria collettiva sono diventate iconiche proprio per come sono state rappresentate. La doccia, la casa sulla collina ispirata a un quadro di Hopper, lo scheletro della madre sulla sedia.
E il villain, Norman, è lì, travestito da donna, mentre compie l’omicidio della ragazza, anche se lo spettatore non sospetta minimamente di lui. Un killer dalla doppia personalità, vittima di un complesso edipico che mostra i risvolti più spaventosi della psiche umana. Una materia alla quale Hitchcock era molto interessato, insieme a quella del dualismo, ricorrente in tutto il film e in particolare nella figura dell’assassino. L’utilizzo del bianco e nero, degli specchi e persino i titoli iniziali rappresentano proprio questa tematica. Tutto ruota intorno a Norman Bates e alla prestazione dell’attore. Impossibile da dimenticare.