Carnage
Cast stellare per questa opera di Polanski che ricalca in maniera quasi pedissequa una piéce teatrale. Carnage si svolge interamente in un appartamento medio borghese di Brooklyn e le capacità attoriali dei vari protagonisti lo rendono un piccolo gioiello del genere. Da una parte la coppia formata da Jody Foster e John C. Reilly, i Longstreet. Dall’altra i Cowan, coppia formata da Christoph Walz e Kate Winslet. La discussione fra le due coppie gira intorno alla lite che i rispettivi figli di 11 anni hanno avuto al parco. Lite durante la quale il figlio dei Cowan ha accidentalmente rotto due denti al figlio dei Longstreet. Diametralmente opposti come coppie, ma sopratutto come individui, il film mostra come i toni si possano facilmente alzare nel momento in cui si mettono in discussione le rispettive capacità genitoriali. Ogni volta che il confronto sta per concludersi, i toni si riaccendono e le frecciatine diventano sempre più velenose , sfiorando quasi il ridicolo. Portano in campo tutta la loro esperienza questi grandi attori che riescono a caratterizzare i personaggi in maniera davvero meravigliosa. Si assiste a questa lite quasi come fosse un match sportivo e allo spettatore non resta altro che tifare per una delle due squadre.
Snowpiercer
Il premio Oscar Bong Joon Oh ci regala una nuova battaglia sociale. Se in Parasite si vede la lotta alla disuguaglianza tramite inganni e sotterfugi (comunque non efficaci), in Snowpiercer abbiamo una lenta e difficile ascesa dai gradini più bassi della società fino alla vetta. Questo film, ambientato in un futuro distopico, si svolge completamente all’interno di un treno. La crisi climatica porta ad una nuova era glaciale che rende l’intero pianeta Terra completamente inabitabile. L’unica possibilità di sopravvivenza per la razza umana è all’interno dello Snowpiercer, un treno che non fa alcuna fermata, ma è organizzato al suo interno per poter offrire sussistenza alla popolazione rimasta. Tuttavia perché l’ordine sia mantenuto, è necessario che all’interno del treno esista una sorta di classificazione della società che prevede nei vagoni di coda i meno abbienti e in testa al treno i più ricchi. Ovviamente non è prevista alcuna possibilità di risalita per coloro che vivono in coda, anzi ogni tentativo di ribellione viene sedato con orribili punizioni. Menzione d’onore, a questo proposito, per una straordinaria Tilda Swinton, che nel film ha il compito appunto di mantenere questa gerarchia. Nel film mette in mostra la sua straordinaria bravura, accompagnata da un lavoro di trucco e costumi, che la fa sembrare quasi la caricatura della peggiore strega presente negli incubi di ogni bambino. Il film racconta con straordinarie scenografie e incredibili scene d’azione il tentativo di Curtis (Chris Evans) e del suo piccolo gruppo di ribelli, di ribaltare le regole, arrivare in testa al treno e ucciderne il proprietario. Soffocante e opprimente, ad ogni nuova porta che si apre non si ha il coraggio di guardare cosa ci aspetta nel vagone sucessivo, si sente solo l’incessante necessità di scendere da quel treno il prima possibile.
La finestra sul cortile, un film capolavoro da vedere assolutamente
Capolavoro di Alfred Hitchcock, la finestra sul cortile non ha bisogno di grandi presentazioni. Come in Perfetti Sconosciuti si ritorna fra le rassicuranti mura domestiche, per scoprire che forse non sono davvero un luogo sicuro. Nel film si racconta la storia di Jeff, che si trova forzatamente a riposo, bloccato su una sedia a rotelle con la gamba rotta. Si è appena trasferito con la moglie in un nuovo palazzo e quindi decide di ammazzare il tempo spiando con il binocolo i vicini. Ammazzare è proprio il verbo adatto considerando che questo passatempo lo porterà a sospettare di omicidio il suo dirimpettaio. In una escalation di tensione, i muri di casa sembreranno avvicinarsi un po’ alla volta, in un claustrofobico appartamento che diventerà quasi una trappola per il povero protagonista. Considerato uno dei migliori film di tutti i tempi, La finestra sul cortile regala momenti di tensione allo spettatore che difficilmente si vedono anche nei più grandi film d’azione. Anzi, sapere che il protagonista è letteralmente bloccato in casa, su una sedia a rotelle, rende la narrazione ancora più ansiogena. L’inimitabile maestro del cinema rende davvero giustizia al “one location movie” creando uno dei più famosi film del genere.
Dogville
Dogville è uno dei film sperimentali più famosi di Lars Von Trier. Il regista danese non è nuovo a opere controverse che colpiscono in faccia come uno schiaffo e questo film non fa di certo eccezione. La storia raccontata ha come protagonista Grace (interpretata da Nicole Kidman, dopo la fine delle riprese l’attrice ha giurato che non avrebbe fatto altri film con Von Trier perché sostiene di esserne uscita emotivamente distrutta) una donna in fuga che finisce casualmente nella piccola cittadina rurale di Dogville. Se inizialmente la donna sembra essere stata ben accettata dalla piccola comunità, ben presto tutti i cittadini cambieranno drasticamente atteggiamento nei suoi confronti con gravi e continue vessazioni. Anche il finale del film non lascia alcuna speranza allo spettatore, in quanto si avrà semplicemente modo di vedere la vendetta che la donna riuscirà a mettere in atto nei confronti dell’intera comunità che verrà letteralmente spazzata via. Lars Von Trier riesce a ridurre la scenografia all’osso, delinando gli spazi solo con poche righe per terra e uno scarno mobilio. L’intero film infatti è stato girato in un unico capannone e, come se ci si trovasse a teatro, qualsiasi sfondo va immaginato, perché in primo piano c’è solo la maestria del regista e dell’intero cast. Sicuramente non un film facile, ma comunque da vedere, Dogville rende perfettamente l’idea di quanto possano essere potenti i gesti ancor più delle parole.